MAXI-FRODE FISCALE SULL'ASSE SALERNO-AVERSA (CASERTA): ARRESTI
Data: Lunedì, 29 giugno @ 13:19:18 CEST
Argomento: Cronaca




ANGRI (Salerno 29 giugno 2009) - L'operazione del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, chiamata 'Woody Cash', che ha sgominato un'associazione per delinquere ramificata in tutta Italia con contatti all'estero finalizzata alla frode fiscale mediante l'emissione e l'utilizzo di fatture false per 85 milioni di euro, ha interessato in particolare le province di Napoli, Caserta e Salerno: delle sei ordinanze di custodia cautelare due sono in carcere e quattro agli arresti domiciliari. Sono state inoltre notificate 10 misure interdittive all'esercizio d'impresa, apposti sigilli a 15 aziende del settore del commercio di imballaggi e cassette in legno e sequestrati beni immobili e mobili, quote societarie, somme di denaro per 24 milioni di euro. Le indagini sono iniziate nel 2007 dopo una segnalazione di operazioni bancarie sospette in merito ad anomale movimentazioni sui conti correnti di un noto imprenditore angrese: da qui si è scoperta la grossa frode fiscale nella quale sono a vario titolo implicati 59 imprenditori, molti dei quali titolari di imprese 'cartiere' costituite cioè solo per simulare operazioni commerciali, in realtà mai avvenute, ed emettere fatture false. Secondo i finanzieri che hanno condotto l'operazione si tratta di "uno dei più articolati sistemi di frode al fisco, con riflessi su tutto il territorio nazionale ed oltre confine, mai congegnati da imprese campane". In particolare è stata accertata l'emissione e l'utilizzazione di circa 1.500 fatture false per un volume di operazioni fittizie di 85 milioni di euro e la precostituzione di indebiti crediti d'imposta ai fini dell'Iva e delle imposte sui redditi pari a oltre 34 milioni di euro. Le indagini, svolte anche con intercettazioni telefoniche e inizialmente orientate su imprenditori operanti nell'agro nocerino-sarnese, sono state successivamente estese su persone della provincia di Caserta, tutti pressoché riconducibili ad una nota famiglia di imprenditori di Aversa che aveva da tempo esteso i propri interessi economici sulla provincia di Salerno. Un imprenditore aversano, annoverabile tra gli attori principali della maxi-frode, ora finito agli arresti domiciliari, già a marzo scorso era stato arrestato dalle Fiamme gialle su mandato della Dda di Napoli in quanto ritenuto un affiliato al gruppo camorrista 'Setola' del clan dei Casalesi. L'imprenditore venne in ogni caso successivamente scarcerato dal Tribunale del Riesame. Il gruppo criminale aveva trovato contatti anche in Francia, dove due degli imprenditori indagati erano rappresentanti legali anche di società transalpine che non erano operative ma producevano giri di fatture false per milioni di euro a favore delle imprese campane coinvolte nella frode. La GdF ha recuperato una consistente parte degli introiti illeciti conseguiti dalla banda sequestrando immobili, autovetture e disponibilità di denaro riconducibili agli indagati, congelando conti correnti bancari e portafogli titoli esistenti presso 48 diversi istituti di credito in tutta Italia.





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