U.S. NAVY A GRICIGNANO: MILITARI NON BEVONO ACQUA DI POZZO
Data: Mercoledì, 06 maggio @ 19:12:32 CEST
Argomento: Cronaca




GRICIGNANO D'AVERSA (Caserta, 6 maggio 2009) - Acqua di rubinetto sconsigliata per i militari della marina militare americana e le loro famiglie, residenti fra Napoli e Caserta. A scopo precauzionale, e nonostante dati positivi (solo il 7 per cento delle utenze collegate ad acquedotti comunali ha fatto emergere problemi relativi all'acqua potabile, e solo in alcuni comuni del Casertano) la Us Navy rivolge questa raccomandazione in seguito al monitoraggio ambientale avviatonel 2008 e di cui sono stati diffusi i risultati. Il report, di oltre tremila pagine, è stato inviato ai ministeri della Salute e dell'Ambiente e alla protezione civile e i suoi contenuti illustrati nel corso di una 'open house' nella base di Capodichino. Confermate le indicazioni emerse nel corso dei mesi scorsi: la marina militare consiglia a tutta la comunità militare e civile americana residente in Campania l'uso esclusivo di acqua minerale in bottiglia per bere, cucinare, produrre ghiaccio e lavarsi i denti. Nessun allarmismo, comunque. La Marina ha lanciato una campagna informativa rivolta alle famiglie dei militari residenti, con aggiornamenti settimanali sul settimanale della comunità partenopea "Panorama". "L'unica preoccupazione viene dall'acqua di rubinetto, ma per il resto mi sento sicuro qui a Napoli", ha detto il portavoce del "Naples public health evaluation", Jeff Mc Atee. Nel corso della prima fase del monitoraggio, 130 abitazioni private fittate al personale della marina militare statunitense e dieci siti in fitto al Governo degli Usa sono stati sottoposti al campionamento del suolo, dei gas presenti nel suolo, dell'acqua di rubinetto e di quella d'irrigazione. Su 130 abitazioni esaminate, 48 presentavano "rischi non accettabili" se l'acqua del rubinetto fosse destinata al consumo umano (quindi circa il 30%), mentre 41 abitazioni presentavano tali rischi anche se l'acqua del rubinetto non fosse usata per bere. Nella condizione in cui l'acqua del rubinetto non sia utilizzata per bere, sono stati rilevati "rischi non accettabili" per il 7% delle abitazioni con acqua erogata da una fonte idrica pubblica e per l'81% delle abitazioni con acqua proveniente da pozzi privati o fonte sconosciuta. I rischi erano in genere associati alla presenza di tetracloroetilene, coliformi fecali e nitrati. "Non ci spieghiamo - ha spiegato Anthony J. Carotenuto, del centro di Salute pubblica della Us Navy - come sia stato possibile rinvenire nei campioni d'acqua prelevati in alcune zone, un solvente utilizzato per le produzioni manifatturiere come il tetracluoroetilene". Fra le nove zone analizzate, tre sono state indicate come "New lease suspension zones", cioé zone in cui la marina militare americana ha sospeso tutti i contratti di locazione. L'area interessata abbraccia i comuni di Arzano, Casavatore, Marcianise, Capodrise, Casal di Principe Casapesenna, San Cipriano D'Aversa, Villa Literno e Villa di Briano. Diciassette famiglie sono già state trasferite a scopo precauzionale: tutte residenti nell'area 8, quella che comprende Casal di Principe, nel casertano, e dintorni. Nessun trasferimento è stato effettuato invece per i siti affittati dal Governo Usa. Nuove clausole sono state intanto previste nei contratti di locazione. "Dal momento che - ha aggiunto Anthony J. Carotenuto - la contaminazione dell'acqua riguarda principalmente le abitazioni collegate a pozzi privati, è stato previsto l'obbligo per ogni proprietario di fornire prova documentata che l'abitazione sia direttamente collegata all'acquedotto municipale". Il proprietario è tenuto anche a provvedere alla manutenzione e alla disinfezione semestrale dei serbatoi idrici, oltre che a rifornire gli inquilini con acqua minerale proveniente da un fornitore approvato dalla marina. Sul fronte diossina, i dati sono confortanti: un livello elevato di diossina è stato rilevato solo in 4 campioni di suolo su 166. Stesso discorso per il rischio malformazioni neonatali: le analisi fatte fino ad oggi non indicano un significativo aumento statistico delle deformazioni infantili per i neonati che hanno vissuto i primi tre mesi di gravidanza delle madri nell'area di Napoli. La fase 2 del monitoraggio è già in corso e porterà alla fine dell'anno ad avere un quadro completo della situazione. Saranno infatti monitorate altre duecento abitazioni e sarà effettuata anche un'indagine sull'aria.





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