SANTA MARIA C.V. (CASERTA):BEGHE POLITICHE E GARIBALDI, PARLA DIRETTORE
Data: Martedì, 10 marzo @ 23:31:44 CET
Argomento: Tempo libero




SANTA MARIA CAPUA VETERE(Caserta)“ADDIO TEATRO, ADDIO…..” Da mesi, presso lo storico Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere, l’unica vera arena sopravvissuta in questo duro momento di crisi, alla chiusura, ha preso piede un laboratorio di giovani artisti, che già con grande successo si sono esibiti con dei pezzi teatrali di grande presa culturale, etica e morale. Un laboratorio nato dalla genialità di un regista, chiamato alla direzione artistica del noto teatro sammaritano, Patrizio Ranieri Ciu, che lavora in sordina, perché non c’è stato quel tam-tam tanto atteso da coinvolgere l’intera cittadinanza. Forse perché non c’è alcuno scopo politico? Forse perché offrire un servizio gratuito alla città non fa bene alla politica che sempre si vuole intromettere per speculare anche sul futuro dei giovani? L’impegno, l’amore che il direttore artistico del Garibaldi mette nel suo lavoro è teso però a superare queste barriere per far capire come il Teatro può essere un’occasione di riscatto, di educazione, non solo per i bambini, per i giovani, ma anche per gli adulti. Addio Teatro, Addio…Perché lei usa questa espressione molto spesso? “Ci sono forze nuove, ci sono possibilità, ci sono soluzioni, ci sono occasioni. Bisogna solo avere obbiettivi chiari, misurare le risorse disponibili, prestabilire le giuste strategie. Questo non vale solo per lo sviluppo culturale, ma per ogni tipo di intento che sia comune”. Qualcuno può pensare che stia facendo demagogia? Non è demagogia voler dare ai giovani un esempio capace di coinvolgimento, di avere un intento, una possibilità di esperienza da evolvere verso un cammino interessante e vivo. Se lasciamo loro intendere che il fallimento di una società sia irreversibile, che non c’è via di scampo e non abbiamo potenzialità per rinnovarci, oltre ad essere colpevoli della caduta di ogni valore togliamo loro qualsiasi possibilità di ricreare, sulla base dei nostri errori denunciati e riconosciuti, una soluzione per una vita alternativa e migliore della nostra. Perché chiede attenzione intorno al progetto laboratoriale di produzione interna del Teatro Garibaldi? “Perché il rischio diventa grande in una Provincia spenta e già mutilata culturalmente in modo drammatico. Nella previsione di quest’anno della chiusura del 20% dei Teatri italiani, nella nostra Provincia ne hanno già chiusi due. So che qualcuno gioisce perchè vede queste scomparse come due concorrenti in meno. Questo può valere in tutti i campi tranne che in due: nella politica (quella vera), dove la scomparsa di un partito (che come tale si comporti) è la perdita comunque di una voce rappresentativa di un settore della comunità che ha quel diritto di espressione che accresce la dialettica e stimola il confronto, e poi nel Teatro, dove parimenti la perdita di luoghi di azione culturale sono perdita di occasioni capaci di stimolare l’intellettualità, cioè quella forma di alternativa che il nostro piccolo cervello vorrebbe contrapporre alle miriadi di offerte commerciali del nostro quotidiano. Ai cittadini di Capua va la nostra solidarietà per la chiusura del Teatro Ricciardi, ai cittadini di Maddaloni va la nostra solidarietà per la chiusura del Teatro Alambra. Non ne parla nessuno. Ma noi del Garibaldi, rinsaldati grazie ad una Stagione di vero prestigio e grande successo, che possiamo fare!? Ebbene occorre compattarsi per sostenere appunto l’impatto di una crisi di cui si inizia appena a conoscere le prime avvisaglie. Mai come adesso c’è bisogno di coesione, di collaborazione, di considerazione reciproca, tutti termini che sottintendono una convergenza che prima di essere politica è la riscoperta della solidarietà intellettuale, la sola forza che permetterà di superare anche questa crisi imminente. Ed il Teatro è come Arca di Noè, per salvaguardare un patrimonio che non è economico bensì intellettuale e dello spirito. Nell’Arca del Teatro vanno portati i giovani come protagonisti, e non come sfruttati consumatori. Al di là delle pretestuose polemiche di fatto politiche innescate sul Teatro Garibaldi, che davvero non mi riguardano, chiedo alle menti serene della buona politica, alle buone penne frequentatrici dei siti e dei quotidiani nostrani di condividere o meno con un proprio pensiero il mio appello, basta che se ne parli restando uniti intorno al principio di salvaguardare il Teatro, questa ultima possibilità di intellettualità offerta a tutti. Forse riscopriremo che - come andare in campagna è riprendere contatto con la natura - andare a Teatro è riprendere contatto con gli altri, provando l’emozione del senso comune, la liberazione di una risata generale, la consapevolezza di una verità condivisa trasmessa da una circostanza drammatica rappresentata. Sono cose che alcun amministrativo, se maldestro ed alcun politico, se gretto, riesce a concepire. E quando non è mandante occulto, assiste inerte dalla finestra alla pubblica esecuzione capitale del Teatro. Qual è il rimedio da lei adottato? Per quanto mi compete sto provando a tutelare il Garibaldi con una programmazione progettuale sposata dall’Amministrazione che ne determini l’essenziale continuità culturale produttiva perché il Teatro, lui più di tutti, ha necessità intanto di funzioni e figure realmente appassionate e di garanzie di chiara depoliticizzazione senza incorrere nel rischio dell’assorbimento da parte di onnivore realtà regionali e nazionali che ne farebbero un clone di spazi predestinati di meschina speculazione con intenti tutt’altro che favorevoli alla sua evoluzione di “forma ultima” di salvaguardia di esperienza intellettuale collettiva a favore invece del politico business della pseudocultura. A buon intenditor…………. (10 marzo 2009)





Questo Articolo proviene da Casertasette
https://lnx.casertasette.com

L'URL per questa storia è:
https://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=16546