CRIMINE: A CASERTA MINISTRO MARONI, NESSUN ALLARME SU USO INTERCETTAZIONI
Data: Lunedì, 02 febbraio @ 21:26:38 CET
Argomento: Cronaca




CASERTA – Il punto delle indagini avviate sul clan della camorra dei Casalesi è stato al centro, ieri, di una riunione distrettuale interforze tenutasi presso la Prfettura di Caserta alla presenza del ministro Roberto Maroni. Giunto nel capoluogo di Terra di Lavoro con due ore di ritardo a causa dei disagi provocati dal maltempo all'aeroporto di Malpensa, il ministro ha spiegato – durante un breve incontro con i giornalisti - che si è trattato di una riunione di aggiornamento sulla lotta alla camorra, in particolare ai Casalesi contro il quale ha «vinto il modello Caserta». Il ministro, in particolare, rendendo noti alcuni dati sulla diminuzione dei reati in provincia, ha confermato la permanenza dei militari sul territorio e ha sminuito inutili allarmismi su presunte limitazioni alle intercettazioni telefoniche precisando che «cambieranno soltanto le modalità». Il rappresentante dell’Interno, ha annunciato inoltre il rapido riutilizzo dei beni confiscati senza e che non sarà affatto rallentato il pressing sul crimine organizzato nonostante sia passata l’emergenza dei mesi scorsi. «Abbiamo fatto un primo bilancio dell'azione e del dispositivo che abbiamo applicato lo scorso 22 settembre e confermo che domani, 4 febbraio, partirà la conferma del secondo semestre del contingente militare con tremila uomini». Il ministro, che si è congratulato con magistrati e forze dell’ordine il cui prossimo obiettivo sono i due superlatitanti Zagaria e Iovine, ha detto che «l'emergenza è passata, ma guai a rallentare, e non rallenteremo. Sono emerse altre proposte interessanti – ha proseguito – come la collaborazione con le polizie di altri Paesi europei. In questi mesi abbiamo applicato questo modello senza interferire con la magistratura. Il modello Caserta è un modello che funzione e può funzionare anche altrove». Positivo per Maroni il primo bilancio dell'azione di contrasto alla camorra basato su dispositivi applicati al territorio. «Ci sono dati confortanti rispetto all'anno precedente - ha aggiunto - se confrontiamo i dati da settembre ad oggi: le persone denunciate sono aumentate da 456 a 1.194; i veicoli controllati sono quintuplicati, da 7.100 a 32.000; i furti sono diminuiti, gli arresti sono passati da 280 a 731». Maroni ha poi aggiunto: «Abbiamo discusso anche del modo migliore per aggredire il patrimonio mafioso e di accelerare il processo di confisca e riutilizzo delle attività produttive sequestrate. Attività che soffrono di una mancata gestione e che le porta, dunque, a chiudere - ha spiegato il ministro - con il brutto risultato che c'é poi gente che perde il lavoro e che può pensare che quando l'azienda era nelle mani della camorra si stava meglio che dopo l'intervento dello Stato». Sottolineato, inoltre, anche un cambiamento nell'approccio e nella collaborazione dell'opinione pubblica, soprattutto dopo i successi incassati dalle forze dell'ordine mentre non sono mancati riferimenti nazionali al caso dell’immigrato bruciato e a Lampedusa. (2 febbraio 2009)





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