FINMEK, PATTI MOBILITA' NON RISPETTATI: LAVORATORI SI RIVOLGONO A MAGISTRATURA
Data: Domenica, 29 febbraio @ 19:14:59 CET
Argomento: Economia




Mentre il Governo si impegna ad affrontare la vertenza Finmek per trovare una soluzione a una situazione che vede a rischio 1.500 posti di lavoro sui 3.000 complessivi dell'azienda (700 solo a Santa Maria Capua Vetere), alcune decine di lavoratori della Finmek-Access sammaritana ricorrono alla magistratura per il rispetto dell’accordo del marzo 2002 finalizzato al collocamento in mobilità «ordinaria» di circa 260 dipendenti dello stabilimento. Il patto, siglato due anni fa presso l’Unione Industriali di Caserta tra i quadri dell’Access Media e le rappresentanze sindacali di Cisl, Cgil e Uil, non è stato del tutto rispettato. L’accordo prevedeva una ristrutturazione e riorganizzazione aziendale con la messa in mobilità (in un biennio) di ben 260 lavoratori, ciò secondo un criterio di scaglionamento e previa formalizzazione da parte di ciascun lavoratore di una formale adesione al preventivato percorso di mobilità con le riconosciute incentivazioni economiche fino al pensionamento. Allo stato, e nonostante l’elargizione di cospicue somme di danaro alle subentrate Access Media prima e Finmek poi, soltanto 140 unità sono state soddisfatte. Di qui la decisione di una trentina di lavoratori – sui restanti 120 – di agire con atti giudiziari e stragiudiziali assistiti dall’avvocato Giovanni Petrella del foro sammaritano al quale è stato dato mandato sia in sede civile che penale. Al centro dell’azione giudiziaria il mancato pagamento delle somme dovute a ben 55 dipendenti posti in mobilità dall’ottobre 2003, i quali, a fronte di circa tre milioni di euro complessivi, hanno visto recuperata la sola somma di 962.000 euro, mentre per altri 36 operai la cui mobilità ha avuto inizio nel dicembre 2003 l’importo totale di un milione e mezzo di euro non è stato mai versato, benché scaduto. Ma quali prospettive di vedere realizzati i propri interessi hanno i lavoratori? «Molto dipenderà, naturalmente, - spiega l’avvocato Putrella - anche dall’effettiva capacità di solvibilità dell’azienda debitrice e tanto, anche in una proiezione futura, in considerazione dell’esistenza o meno di quei fondi già stanziati e che normalmente dovrebbero essere stati accantonati per lo scopo dalla stessa Finmek». Intanto, per il rilancio della Finmek e la soluzione della vertenza che coinvolge l'azienda manufatturiera delle Telecomunicazioni è necessaria - secondo i sindacati - una ricapitalizzazione del Gruppo (potrebbe essere messa a punto la settimana prossima) o in alternativa l'intervento diretto del Governo, anche tramite Sviluppo Italia. La Uilm comunque ribadisce che nessuna trattativa sui 1.500 esuberi annunciati sarà fatta prima di avere chiarezza sulle prospettive produttive e finanziarie dell'azienda.





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