STRAGE NELLA SOWETO DI CASERTA: LA CRONACA DELLA GIORNATA
Data: Martedì, 23 settembre @ 20:35:09 CEST
Argomento: Cronaca




CASERTA - Cattura dei latitanti e controllo del territorio per arginare i traffici di una camorra che, con l'eccidio dei sei immigrati avvenuto giovedì sera a Castelvolturno, ha lanciato l'ennesima e più eclatante sfida alle istituzioni. Sul primo fronte sono impegnati polizia e carabinieri che, dopo il fermo di Alfonso Cesarano, uno dei presunti killer, sembrano essere a buon punto per l'individuazione di tutti i componenti del commando che aprì il fuoco all'impazzata contro gli africani. Nelle polemiche sulla scarcerazione di Cesarano interviene oggi il ministro dell'Interno: Maroni annuncia di voler chiedere al Parlamento la richiesta di eliminare i domiciliari per tutti coloro che sono coinvolti in attività mafiose. Le indagini intanto si concentrano sul commando autore della strage: si tratta di almeno sette o otto persone, e tra queste per gli inquirenti vi sarebbero sicuramente anche Alessandro Cirillo, uno degli elementi di spicco dei Casalesi attivi in un'ampia fascia del litorale domizio, e Oreste Spagnuolo. Loro due, insieme con Cesarano, sono stati riconosciuti dall'unico immigrato sopravvissuto alla strage, e risultano destinatari del provvedimento di fermo emesso ieri dai magistrati della Dda di Napoli. Un atto di accusa, quello dei pm, che non ha precedenti nelle inchieste di camorra: agli indagati è contestato infatti il reato di strage, aggravato dalla finalità mafiosa e dalla modalità terroristica (i killer hanno sparato nel mucchio per terrorizzare una intera comunità). Domani mattina nel carcere di Secondigliano è prevista la prima importante valutazione sugli indizi raccolti dagli investigatori in occasione dell'udienza di convalida del fermo nei confronti di Cesarano, assistito dall'avvocato Angelo Raucci. Pochi i dubbi sulla matrice dell'agguato, attribuito a un gruppo di pregiudicati, ex affiliati alla cosca dei Bidognetti, che stanno imponendo il loro potere criminale in un territorio dove si era creato negli ultimi anni una sorta di vuoto di potere. Una cosca ritenuta capeggiata da Giuseppe Setola, anch'egli da tempo latitante e che avrebbe organizzato un gruppo di fuoco composto da spietati killer che agiscono sotto l'effetto della cocaina. Per fronteggiare l'emergenza sono già operativi nella zona quattrocento uomini (tra poliziotti, carabinieri e finanzieri) inviati sul litorale domizio dopo l'eccidio degli immigrati. Ad essi si affiancheranno buona parte dei cinquecento militari dell'Esercito che per tre mesi daranno il loro contributo al controllo del territorio. Fa ancora discutere intanto la concessione nell'aprile scorso degli arresti domiciliari a Cesarano, che si era visto annullare dal Riesame, per mancanza di gravi indizi, una ordinanza di custodia per associazione mafiosa emessa nell'ambito dell'operazione Domizia contro una settantina di esponenti del clan Bidognetti. Una volta annullato il provvedimento, nei confronti del 29enne pregiudicato di Baia Verde erano stati ripristinati i domiciliari disposti per l'imputazione di spaccio di hascisc, un'accusa che era costata a Cesarano la condanna a due anni e 8 mesi di reclusione. Il dibattito sulla scarcerazione di Cesarano continua a sollevare polemiche politiche. Maroni definisce "sconcertanti" le dichiarazioni fatte ieri da Veltroni, e il ministro ombra dell'Interno Marco Minniti gli replica: "Non ha capito o finge di non capire". Il governatore campano Antonio Bassolino chiede "una riflessione seria sulla concessione degli arresti domiciliari in aree ad alta densità criminale e sulle modalità di sorveglianza". In serata Maroni a "Porta a porta" è esplicito: "Agli arresti domiciliari deve andare solo chi non costituisce un rischio per la collettività. Io voglio impedire al giudice la discrezionalità su questo aspetto per chi è coinvolto in reati di mafia. L'errore che c'é stato non deve più essere consentito". (23 settembre 2008)

Quattro giorni dopo la strage di Castelvolturno, arriva dal governo il via libera all'utilizzo dei militari nella provincia di Caserta e in tutte quelle zone dove "é evidente" l'emergenza criminalità: il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un decreto legge che consente di impiegare i soldati nelle aree dove è necessario un "maggiore controllo del territorio". Si tratta di cinquecento uomini che si andranno ad aggiungere ai circa 400 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri che il Viminale ha deciso di spedire in Campania vista la strategia stragista stragista delle nuove leve del clan dei Casalesi. Conferma il ministro dell'Interno Roberto Maroni: "temiamo che ci possano essere altri episodi di violenza; per questo abbiamo aumentato la pressione in quell'area in modo da neutralizzare il gruppo di fuoco" dice, sottolineando che nel casertano "é in atto una vera e propria guerra civile di camorra e quindi lo Stato deve tornare padrone di quel territorio". L'impiego di 500 militari nelle zone dove c'é un'emergenza criminalità è autorizzato dal 1 ottobre al 31 dicembre prossimi. La decisione - ha spiegato Maroni - è stata presa di comune accordo con il ministro La Russa. Ed è proprio il titolare della Difesa a precisare i contorni della missione, sottolineando che sulla decisione "non c'é stato alcun contrasto" tra i due ministri. Innanzitutto i 500 uomini non faranno parte del contingente di tremila militari che da agosto é impegnato nel pattugliamento delle città e nella vigilanza dei Cpt e degli obiettivi sensibili. Una missione che il Cdm ha prorogato per altri 6 mesi. "Il testo originario - dice La Russa - prevedeva che fossero gli stessi ma questa tesi non mi ha trovato d'accordo. Ho esposto le mie ragioni e già ieri avevamo concordato con Maroni la modifica". Ai militari chiamati a contrastare l'emergenza criminalità, prosegue il ministro, spetteranno funzioni di check point. E quanto ai fondi, "utilizzeremo quelli già stanziati per i 3mila militari" ma "se si andrà oltre i 3 mesi, allora bisognerà finanziare il provvedimento". Nel decreto il Consiglio dei ministri ha approvato anche un articolo che proroga fino al 31 dicembre l'obbligo per i gestori di telefonia a conservare i dati del traffico telefonico e telematico: un provvedimento finalizzato ad impedire che le indagini sulla criminalità organizzata fossero penalizzate dalla perdita di intercettazioni importanti. Critiche al governo arrivano, seppur con dei distinguo, dall'opposizione. Per il Pd la scelta dei militari "é utile". Ma, sottolineano i ministri ombra dell'Interno e della Difesa Marco Minniti e Roberta Pinotti, "c'é bisogno di un piano organico di interventi, che non sia emergenziale e che preveda controllo del territorio, investigazione e intelligence". Per Cesa (Udc), il governo "sottostima il problema" della camorra visto che il numero dei soldati è "sottostimato" e risponde a intenti "propagandistici". E se per Rifondazione la "militarizzazione" del territorio "é inutile", il capogruppo alla Camera dell'Idv Massimo Donati chiede che "finisca il tempo degli spot": l'invio di 500 militari "ha lo stesso effetto di un'aspirina su un malato grave, serve una risposta durissima e strutturale". Fa una proposta, invece l'assessore della regione Campania all'Istruzione, Corrado Gabriele, inviare insegnanti al posto dei militari: "non credo che l'enorme massa di capitali gestiti dalle cosche possa essere bloccata solo dalle camionette dell'esercito - dice - La vera priorità è mandare a Castelvolturno e nel casertano 500 insegnanti in più".





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