DOMIZIANA (CASERTA): AGGUATI, 6 MORTI E UN FERITO. E' FAIDA NERA
Data: Giovedì, 18 settembre @ 22:29:14 CEST
Argomento: Cronaca




CASTELVOLTURNO (Caserta) - Cinque nigeriani morti ammazzati e uno ferito in maniera grave. E' la cronistoria delle ultime ore sul litorale domizio: le vittime nigeriane sarebbero vittime di una faida tra coloured che si contendono il traffico di droga. Porta la firma della camorra..invece, l'uccisione del titolare di una sala giochi, Antonio Celiento. (SEGUE) (18 settembre 2008-22:30)

Pregiudicato ucciso: era titolare sala giochi

Inferno di fuoco in due agguati tra le province di Napoli e Caserta con un bilancio pesantissimo - 7 morti - in termini di vite umane: sei morti, tutti nigeriani, deceduti in uno scontro tra bande di trafficanti di stupefacenti (probabilmente casalesi ed extracomunitari) a Varcaturo (Napoli) ed un'altra persona uccisa, il titolare di una sala giochi - ma pare che i due episodi non siano collegati - a Baia Verde di Castelvolturno (Caserta). Il titolare della sala giochi, Antonio Caeliento, 53 anni, aveva precedenti penali per furto e rapina. Gli inquirenti non escludono alcuna pista, tuttavia al momento ritengono che questo omicidio non sia collegato alla sparatoria avvenuta a Castelvolturno, nel giro di pochi minuti dove sono stati ammazzati i sei extracomunitari in uno scontro a fuoco. Un altro nigeriano è rimasto ferito. Insomma non vi sarebbero elementi che collegano la strage di Varcaturo con l'uccisione del titolare della sala giochi. Un'esecuzione, quella di Varcaturo, che sarebbe avvenuta in un laboratorio tessile. Un vero e proprio inferno scoppiato in pochi minuti; centinaia i colpi sparati. I nigeriani di trovavano in un locale lungo la statale Domiziana, al chilometro 43, quasi al confine fra le province di Napoli e di Caserta. A sparare, invece, contro il titolare della sala giochi - episodio avvenuto prima, in ordine di tempo, della strage di Varcaturo - uno o due sicari che sono poi fuggiti in sella ad una motocicletta, riuscendo a far perdere le tracce. I sicari hanno eluso i posti di blocco effettuati dalle forze dell'ordine nella zona. Antonio Celiento, ricoverato nella clinica Pineta Grande e poi deceduto per la gravità delle ferite riportate. .

Nigeriani: faida per controllo droga. Forse escluso clan casalesi, regolamenti tra cosche nere

LITORALE-AGRO-AVERSANO- Tre morti ammazzati di origine straniera e una sparatoria con obiettivo alcuni nigeriani in soli 20 giorni. L’ultimo agguato, il 21 agosto: un uomo di circa trent'anni era stato ucciso in un agguato a San Marcellino, a pochi chilometri da Casal di Principe. Era successo poco dopo le 19.30. La vittima, in via di identificazione, è un cittadino straniero, probabilmente dell'est Europa era stato raggiunto da una raffica di colpi di pistola, circa 12, che lo hanno colpito in diverse parti del corpo. L'agguato era avvenuto all’esterno di una sala giochi-circolo in Via Santa Croce, affollata di persone, ma nessuno sembrerebbe aver visto gli assassini. L'uomo era vestito con abiti da lavoro e probabilmente si era fermato al bar dopo una giornata trascorsa in un cantiere edile. Sul caso indagano carabinieri e polizia che seguono gli sviluppi di altri due fatti di sangue avvenuti rispettivamente il 5 e il 19 agosto scorsi a Castelvolturno. Si tratta, in tutti i casi, di azioni criminali che nelle ultime settimane hanno visto protagonisti immigrati dell’est e alcuni africani. Sebbene gli investigatori seguano anche piste legale al crimine organizzato locale, cioè ambienti camorristici, tutti e tre gli episodi sembrano essere legati a faide fra gruppi stranieri. Episodi succedutisi a breve distanza fra loro come una sorta di risposte e vendette in sequenza. Porterebbe la firma di coloured appartenenti a un clan nigeriano - anche se le indagini proseguono nell'ambito della criminalità organizzata - il duplice delitto che la notte del cinque agosto scorso è stato commesso ai danni di due immigrati albanesi uccisi davanti al bar «Kubana Club» di Castelvolturno. Vittime, in quella circostanza, furono Ziber Dani, di 40 anni e Arthur Kazani, di 36 anni, quest'ultimo denunciato in passato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Contro i due extracomunitari, sorpresi mentre erano seduti ad un tavolo fuori del locale, almeno cinque sicari con il volto coperto da caschi integrali esplosero oltre trenta colpi di pistola di grosso calibro. Uno dei due albanesi non ebbe il tempo di tentare la fuga e fu trovato dai carabinieri ancora seduto e con la testa riversa sul tavolino. L'altro, invece, fuggì, ma fu raggiunto dopo un centinaio di metri ed ucciso con numerosi colpi tra i quali anche quello, di grazia, alla testa. E’ di appena tre giorni fa, invece, una presunta azione dimostrativa a seguito del quale sono rimasti feriti cinque nigeriani. Anche in questo caso le ipotesi investigative non hanno escluso la mano della camorra ma prenderebbe sempre più piede la pista diretta verso alcuni coloured presenti numerosi sul litorale casertano e coinvolti nel traffico e nello spaccio di droga nonché nel controllo della prostituzione. In questa circostanza, alcune persone, con il volto coperto da caschi integrali e che viaggiavano a bordo di due motocicli, avevano esploso numerosi colpi di pistola di grosso calibro e di un fucile mitragliatore all' interno della villetta di via Cesare Battisti di Castelvolturno, a poca distanza dai due presidi di polizia e carabinieri, occupata da anni dalla famiglia di Teddy Egonwman. Quest'ultimo è presidente dell’ associazione dei nigeriani campani, conosciuto per la sua campagna contro lo sfruttamento della prostituzione. Nella villetta al momento del'irruzione dei malviventi, Egonwman si trovava insieme con la moglie i tre figli ed altri cinque connazionali. Gli aggressori che, evidentemente, non avevano l’ordine di uccidere ma di portare a termine solo un'azione dimostrativa, hanno mirato alle gambe ferendo cinque persone in maniera non grave. Tra i feriti,Egonwman e la moglie che gestisce nella zona un negozio di prodotti etnici. Nel prosieguo delle indagini agenti del commissariato di Castelvoltuno hanno interrogato diversi immigrati con precedenti. Non si esclude che l’azione svolta da Egonwann possa aver dato fastidio agli sfruttatori di prostitute nere. L’episodio si è però verificato a ridosso del duplice delitto ai danni degli albanesi che potrebbero aver dato fastidio al clan nigeriano o locale nelle attività illecite tra le quali prostituzione e droga.





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