CASERTA, DISEGNO LEGGE SU ESTRAZIONE CAVE: INTERVENTO COMITATI
Data: Domenica, 14 settembre @ 20:20:56 CEST
Argomento: Ambiente




A tutti i Consiglieri Regionali
E p.c. Alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE) e di NAPOLI


CASERTA - (Comunicato a cura di Comitato P.co Cerasola-Centurano
Il presidente Giovanna Maietta e Comitato di San Clemente
Il presidente Giovanni Murgia
)

Illustri Onorevoli, tra qualche giorno sarete chiamati a votare un disegno di legge già approvato dalla giunta regionale. Il disegno di legge approvato con delibera di giunta n.1163 del 4 Luglio 2008 è definito “norma urgente in materia di prosecuzione delle attività estrattive”.
Con questa norma la Regione proroga fino alla data 30 giugno 2010 tutte le autorizzazioni scadute anteriormente ad oggi e rilasciate ai sensi della L.R. 54/85. Le autorizzazioni a cui si fa riferimento e rilasciate alle ditte Cementi Moccia spa, Cementir italia srl, società Fran.ca spa, che operano maggiormente nei comuni di Caserta e Maddaloni dove sono allocati anche gli annessi cementifici, sono scadute nel marzo del 2007. Ebbene nonostante tale perentoria scadenza e l’improrogabilità delle suddette autorizzazioni, per oltre un anno la Regione ha concesso la prosecuzione di un attività estrattiva mediante atti interni che non potevano assolutamente derogare a un regolamento, quale è il PRAE (piano regionale attività estrattive).
In virtù di quanto previsto all’art. 28 delle n.d.a. del PRAE l’area in cui ricadono le cave delle su citate ditte è classificata ZAC (zona altamente critica) per l’alta concentrazione di giacimenti sfruttati oltre l’autorizzabile e in maniera abusiva ( inchiesta della Procura della Repubblica di S. Maria C.V. denominata “Operazione Olimpo”). Nel rispetto di tale e appropriata classificazione, i cavaioli avrebbero dovuto dismettere l’attività estrattiva tra il 2009 e il 2010, data che rappresenta la scadenza a un termine concesso per effettuare la mancata riqualificazione ambientale propedeutica ad un parziale risanamento dello scempio consumato sui colli casertani. Tutto questo non si è verificato sia per la pretestuosa impossibilità di questi imprenditori a delocalizzarsi, sia per un inerzia dell’ ente Regione all’applicazione della norma.
Un operato quello degli uffici regionali che si contraddistingue per le numerose contraddizione ma soprattutto diretto a privilegiare un’ attività imprenditoriale finalizzata al pieno profitto di privati e in danno alla collettività. Le ditte Moccia e Cementir svolgono l’attività di cava e cementizia nel pieno centro abitato, gli stabilimenti fiancheggiano le abitazioni. I cementifici ai sensi dell’art.217 del testo unico delle leggi sanitarie sono definiti industrie insalubri di prima categoria. Gli opifici a cui si fa riferimento lavorano praticamente in assenza di filtri e di tutti quei vincoli indispensabili per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Se il consiglio regionale dovesse convalidare il disegno di legge già approvato dalla giunta si andrebbe a legittimare una’attività che se fosse delocalizzata non potrebbe svolgersi in questo modo altrimenti illegittima e che è di per se illegittima sia perché attualmente svolta senza alcuna autorizzazione sia per l’inidoneità degli impianti, nonché per la mancata manutenzione e assenza di centraline per la misurazione del tasso di inquinamento. E allora perché non deliberare per la delocalizzazione entro il 2010 piuttosto che per la prosecuzione?
Il consiglio regionale se dovesse confermare il deliberato di giunta andrebbe a prorogare vecchie autorizzazioni già scadute, legittimando retroattivamente una attività svolta in questo ultimo anno in maniera illegittima. Per quale motivo gli assessori regionali non hanno ritenuto di rilasciare nuove autorizzazioni visto che le proroghe tendono a raddoppiare i termini di scadenza previsti? Può il consiglio regionale approvare una legge che proroga concessioni scadute già un anno fa? Può il consiglio regionale approvare una legge che rilascia nuove autorizzazioni alle ditte che operano nel territorio casertano e che secondo l’attuale normativa di riferimento non potrebbero più svolgere la loro attività in questi luoghi? L’assise regionale dovrebbe piuttosto dare immediatamente un nuovo regolamento regionale alle attività estrattive, nel caso in cui dovesse essere annullato il precedente, o una legge che obbliga la dismissione. Il consiglio regionale dovrebbe piuttosto verificare in base a quale atto o procedura l’area definita zac dal PRAE in cui ricade la Cementir è stata modificata in zona critica per la quale diversamente dalla zac si prevede di poter continuare la coltivazione.
In attesa di un riscontro in difesa della comunità casertana, martoriata da anni da inquinamento e sfregi ambientali, distinti saluti. (13 settembre 2008)






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