MILITARI IN BATTAGLIA IN AFGHANISTAN: IL RACCONTO DI UN C.MAGGIORE CASERTANO
Data: Venerd́, 29 agosto @ 12:31:30 CEST
Argomento: Difesa




AFGHANISTAN - Militari italiani in battaglia, dal 5 al 7 agosto. E' successo nell'ovest dell'Afghanistan, nell'area affidata alla loro responsabilita'. Ma i soldati italiani, si e' appreso oggi, si sono spinti nei giorni scorsi anche fuori dalle zone affidate al loro controllo: una ricognizione per ricostruire un ponte distrutto dai taleban. E' la prima volta, in applicazione delle nuove norme sui 'caveat'. Degli scontri di inizio agosto scrive Panorama (domani in edicola) secondo cui si e' trattato di ''tre giorni d'inferno, quando i taleban volevano spazzare via l'avamposto di Bala Murghab tenuto da una novantina di fucilieri della brigata Friuli''. A documentare i combattimenti anche dei video, pubblicati sul sito del settimanale. Un inviato e un fotografo di Panorama, embedded con le truppe italiane in prima linea, hanno documentato gli scontri e sentito alcuni dei protagonisti. ''I proiettili sollevavano sbuffi di sabbia conficcandosi davanti ai mezzi'', racconta il primo caporalmaggiore Pasquale Campopiano, 27 anni, di Caserta. ''Ci tiravano razzi Rpg da tutte le parti. Non dimentichero' mai - prosegue il militare - le fiammate delle esplosioni all'interno del 'fortino', dove la mia compagnia rispondeva al fuoco''. Ma i militari italiani si sono spinti in questi giorni anche nel sud 'talebano' dell'Afghanistan, dunque fuori dalle loro aree di responsabilita': e' quanto viene documentato da un video registrato dalla stessa missione Isaf della Nato, che riprende alcuni genieri intenti a fare dei rilievi per la ricostruzione di un ponte ''nella provincia di Oruzgan''. Il video, introdotto da un'intervista con un ufficiale americano, mostra una missione di alcuni militari italiani che, a bordo di un elicottero Usa, raggiungono un ponte. Si tratta dell' ''Anbar bridge'', si legge nel comunicato che accompagna il filmato, nella provincia di Oruzgan, che rientra nel Regional Command south di Isaf. E' stato ''distrutto dai Taleban a meta' agosto'' e la ricognizione, dunque, dovrebbe risalire ai giorni scorsi. Nel video si sentono i genieri parlare tra loro in italiano mentre fanno gli accertamenti e prendono le misure per la successiva ricostruzione del ponte. Piu' volte viene inquadrato lo stemma tricolore cucito sull'uniforme e il distintivo del Regional command capital di Isaf, il comando della regione della capitale. Non si era mai saputo, finora, di interventi di militari italiani - anche se di carattere umanitario - fuori dalle loro aree di competenza, che sono la regione di Kabul e quella ovest del Paese. Questo sarebbe il primo. I 'caveat', cioe' le limitazioni poste dal Governo all'impiego dei soldati, prevedono che essi possano essere utilizzati in altre regioni solo su richiesta del comando di Isaf e previo il consenso delle autorita' italiane. Proprio di recente, il termine per dare questa risposta e' stato ridotto da 72 ore a 6 ore. Al contingente italiano di Isaf a Kabul spiegano che il comando della missione ha chiesto ai genieri italiani di studiare la possibilita' di realizzare ''nella regione est'' - e non sud - dei ponti: dunque, una ''consulenza ingegneristica'' che e' stata sottoposta al vaglio delle autorita' italiane proprio in base alla nuova normativa sui 'caveat'. La ricognizione al ponte Anbar, dunque, dovrebbe rientrare in questo contesto. (28 agosto 2008)





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