BAIA DOMIZIA, TURISMO IN CAMPANIA: CERRITO SCRIVE A BERLUSCONI
Data: Mercoledì, 06 agosto @ 16:07:18 CEST
Argomento: Turismo




BAIA DOMIZIA (Caserta) - Da sempre lotta con tutte le sue forze per il rilancio della riviera casertana e più in generale per il Sud, esponendosi in prima linea anche a fronte di ritorsioni e veti incrociati nei riguardi della sua persona. Gaetano Cerrito, imprenditore del turismo, dello spettacolo (è conduttore del programma televisivo “L’altra Italia” che già nel titolo rispecchia a pieno le sue rivendicazioni e le sue lotte), è un uomo impegnato nel sociale e spesso considerato un personaggio scomodo pur essendo un valoroso esponente della sua terra. Ricco di proposte e iniziative, sempre in difesa della cultura e degli interessi delle realtà locali, tra mille battaglie vinte e perse ha contribuito a tenere vivo lo spirito di un Sud che non vuole arrendersi. Per la sua forma mentis, è stato definito da alcuni giornalisti il “Bossi del Sud”, essendo animato dalla convinzione che il cambiamento del meridione debba passare attraverso la consapevolezza dei suoi concittadini.

“Cambiare per rilanciare il Sud” è il motto che riassume il suo pensiero. Come intende realizzare oggi la trasformazione nella sua terra?

Il Sud non ha più bisogno di effetti di facciata o di pannicelli caldi. Il nostro territorio ha bisogno di essere guidato nello stesso modo in cui avviene altrove. Il Governo deve mettere in pratica tutti gli interventi necessari- urgenti ed improcrastinabili- per far sì che il Sud possa una volta per tutte voltare pagina e ripartire. Un esempio tangibile è quanto avvenuto con il dopo-emergenza rifiuti di Napoli. L’interventismo e la capacità di risoluzione dei problemi deve essere lo stesso sistema da adottare anche per la riviera Domizia.

Secondo lei, questo Governo è in grado di recepire le sue intenzioni e di intervenire?

Partendo dal concetto che non bisogna più dare spazi a lobby affaristiche e molto spesso usurarie, questo Governo deve confrontarsi con chi intende portare avanti la ‘politica del fare’ con capacità, concretezza e trasparenza.
Sono abituato a guardare agli uomini concreti e non della mera chiacchiera. Per questo chiedo a questo Governo di affrontare il problema di un Sud da riscattare, aprendosi a chi ha idee e progetti nuovi che possano ribaltare una situazione oggi alla deriva. Il mio discorso vale anche per l’opposizione, che deve fare il suo lavoro in maniera costruttiva in un’ottica di ampio respiro europeo che rafforzi le realtà anche marginali e che porti ad una maggiore unità politica basata sugli interscambi commerciali, sulla ricerca scientifica e che vada verso una difesa militare e di protezione civile comune e senza ulteriori allargamenti ad altre realtà dell’est. Ci vuole più sud, più mediterraneo e meno Cina. Ma ci vuole anche un maggiore coraggio per ritornare ai valori dell’etica e della morale. D’altra parte- Kant docet- la vera politica non può fare alcun progresso se prima non fa omaggio alla morale. Una questione che deve riguardare tutti- tanto a destra quanto a sinistra- e non solo il singolo.

E allora il Governo cosa deve fare?
Anzitutto, mettere in pratica un nuovo modo dell’esercizio del potere da parte della classe dirigente attraverso atti governativi, regionali, provinciali e comunali che incentivino lo sviluppo locale. La questione Meridionale non può essere più disattesa tanto che la stessa Lega Nord pare avere tutto l’interesse affinché ci sia una reale inversione di tendenza e si ponga fine all’eterna emergenza di questo Sud.
In questo momento- dico la verità- mi sento un po’ leghista.


Perché si sente un po’ leghista?

Perché loro li vedo motivati, coraggiosi e appassionati alle istanze che portano avanti. E poi sono fortemente attaccati alle loro radici di cui difendono, a spada tratta, diritti e rivendicazioni salvo sporadiche dichiarazioni fuori luogo che finiscono per ritorcersi contro loro stessi.
Credo che noi meridionali siamo sulla stessa lunghezza d’onda: non è vero che al sud non c’è voglia di fare e di osare. È vero invece che tutto questo è stato avversato da una politica poca attenta alle rivendicazioni e alle emergenze che, in molti casi sono diventate la normalità, la regola.
Da sempre lotto per i diritti e gli interressi della mia terra e della mia gente, partendo dai loro appelli. Altrettanto fanno alcuni sindaci in trincea del territorio, i cui sforzi spesso sono vanificati da una lotta impari. Non va dimenticato che in passato ci sono stati significativi momenti e particolari circostanze in cui alcuni governi centrali sono intervenuti sul territorio Domizio ma facendo scelte scellerate che hanno inferto un duro colpo ad un’economia turistica fiorente. Mi riferisco al periodo del dopo terremoto di Napoli del 1980 e al bradisismo di Pozzuoli dell’83’ quando si è permessa una pesante trasmigrazione di terremotati, bradisismati e senza tetto endemici della città di Napoli e del suo interland. Da quel momento l’attività imprenditoriale turistica ha subito un lento e inesorabile declino che, negli anni ha portato a forti ripercussioni e ad una insostenibile desertificazione del territorio. Evidenze che avevo predetto e predicato nei miei tanti convegni ed interviste. Sulla questione ho anche realizzato un convegno, lo scorso 7 gennaio 2008, il cui tema era proprio d’attualità: ‘Baia Domizia: desertificazione o riscatto? E’ l’ora della verità’. Tematiche portanti affrontate alla presenza di parlamentari nazionali, consiglieri regionali e sindaci del territorio, con la sottoscrizione di un documento d’intesa da parte di tutti i presenti.

Ormai siamo alle soglie del federalismo fiscale. Quale potrebbe essere lo scenario futuro del Sud?

Per il sud si prospetta un brusco risveglio: sarà il boom dell’implosione sociale che da anni cova nelle viscere del mezzogiorno. Bisogna intervenire con urgenza e con determinazione per evitare la consequenziale esplosione di quella parte dell’Italia che non ha più bisogno solo di assistenzialismo ma di azioni che contrastino le tante emergenze e mettano in rilievo le infinite potenzialità. E soprattutto, occorre che nei palazzi della politica si prenda coscienza della situazione che ormai è in uno stato di degenerazione insostenibile.

E allora Cerrito in concreto cosa fare?

Sono anni che porto avanti un progetto pilota che dia impulso ad una decisa riqualificazione e rilancio del turismo e delle attività terziarie. Vanno allungati i tempi della vita lavorativa ma, nel contempo, vanno create forti ricadute occupazionali. È un progetto che ho fotografato in circa una dozzina di punti, firmato e condiviso nei miei tanti convegni da deputati e senatori della Repubblica, nonché onorevoli regionali e sindaci. Vorrei che la mia iniziativa approdasse a Roma sui tavoli dell’istituenda regia per il turismo campano, accompagnata dagli stessi firmatari per chiedere con forza l’attuazione di questo progetto.
Si badi bene, non è una vicenda che riguarda solo Baia Domizia ma che potrebbe assurgere a modello per le altre aree del sud che vanno tirate fuori dal guado paludoso dell’emarginazione e della povertà. È una sfida che porto avanti da una vita e che ho già posto all’attenzione di precedenti Governi che mi hanno ricevuto nei vari palazzi del potere pur senza esiti importanti. Per cui, dico a Berlusconi: ‘avanti tutta per dimostrarci quello che sa fare e soprattutto quello che vuole fare’. Ci venga a trovare a Baia Domizia ma prima ci faccia ricevere dalla Brambilla per essere ascoltati e trovare soluzione ai nostri quesiti. Questa volta, voglio crederci….!

i (6 agosto 2008)







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