CASO CONTRADA: DIFESA EX SISDE IN ATTESA DECISIONE CASSAZIONE
Data: Venerd́, 01 agosto @ 09:26:45 CEST
Argomento: Cronaca




ROMA - La difesa di Bruno Contrada -che qualche giorno fa ha lasciato il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere per motivi di salute - insiste per ottenere il differimento della pena per motivi di salute e in vista dell'udienza di martedi' prossimo davanti alla quarta sezione della Corte di Cassazione ha depositato una memoria. Nel testo l'avvocato Giuseppe Lipera, contestando il parere avverso gia' formulato dal procuratore generale, ribadisce le ragioni per cui andrebbe sospesa l'esecuzione della condanna a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa subita dall'ex numero tre del Sisde, che una settimana fa ha ottenuto gli arresti domiciliari in casa della sorella Anna a Varcaturo nei pressi di Napoli. E' contro questo provvedimento del Tribunale di sorveglianza di Napoli, ritenuto insufficiente, che i legali di Contrada hanno fatto ricorso. Secondo Lipera, "alla minuziosita' con la quale il Tribunale di Sorveglianza ha valutato le perizie mediche sono 'sfuggite' due dotte relazioni mediche formulate dagli illustrissimi Prof. Mario Barbagallo dell'Universita' di Palermo e Prof. Franco Rengo del Policlinico Federico II di Napoli, i quali si associano alla quasi totalita' dei pareri favorevoli all'incompatibilita' del regime carcerario con le condizioni di salute del detenuto". Viene citato anche il tenente colonnello medico, Francesco Cariello, direttore sanitario del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dove l'ex 007 e' stato detenuto finora. L'ufficiale medico, secondo l'avvocato, "ha, infatti, affermato, con tono perentorio, l'assoluta incompatibilita' del Gen. Contrada con il regime carcerario". Nella memoria, Lipera afferma ancora che "non sussiste, da parte degli esperti della medicina, sino ad oggi interpellati, alcuna unanimita' di vedute che possa escludere, con un margine di ragionevole certezza scientifica, il concreto pericolo di morte del Gen. Contrada con la prosecuzione del regime affittivo dello stato carcerario". (31 luglio 2008)





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