SPARTACUS, CONFERMATI ERGASTOLI: SAVIANO PER LA PRIMA VOLTA A PROCESSO CASALESI
Data: Giovedì, 19 giugno @ 14:21:37 CEST
Argomento: Cronaca




NAPOLI - La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli (presidente Romeres, giudice a latere Rosa Maria Catrano) ha confermato alle 12,30 lla condanna all'ergastolo per i boss del clan dei Casalesi. Confermati tutti i 16 ergastoli inflitti in primo grado ai boss del clan dei Casalesi. Tra le altre, la Corte ha confermato le condanne per Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti e i latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine. Il massimo della pena è stato inflitto anche a Giuseppe Diana, Mario Caterino (latitante), Cipriano D'Alessandro, Raffaele Diana (latitante), Enrico Martinelli, Sebastiano Panaro, Giuseppe Diana, Francesco Schiavone, detto 'Cicciariello', Walter Schiavone, Luigi Venosa, Vincenzo Zagaria e Alfredo Zara.

Le condanne

Sono complessivamente 30 le condanne inflitte oggi dalla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli (presidente Raimondo Romeres, giudice a latere Maria Rosaria Caturano) a conclusione del processo "Spartacus" contro esponenti di primo piano del clan dei Casalesi. Oltre alle sedici condanne all'ergastolo (nei confronti, tra gli altri, dei vertici della cosca come Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti, Michele Zagaria e Antonio Iovine), la Corte ha inflitto altre 14 condanne a pene varianti dai 30 ai due anni di reclusione. Trenta anni è la pena stabilita per Pasquale Apicella e Giuseppe Russo, 21 per Antonio Basco, 16 per Luigi Diana, 15 per Dario De Simone (collaboratore di giustizia) e Nicola Pezzella, 14 per Franco Di Bona (anch'egli pentito), 10 anni e sei mesi per Carmine Schiavone (pentito), 9 per Guido Mercurio, 9 per Corrado De Luca, 4 per Alberto Di Tella e Giuseppe Quadrano (entrambi pentiti), 3 anni e tre mesi per Vincenzo Della Corte, 2 per Vincenzo Schiavone. I giudici per diversi capi di imputazione hanno dichiarato il non luogo a procedere o l'assoluzione. La camera di consiglio è durata complessivamente 73 ore. "Tre giorni di camera di consiglio che sono stati tre giorni di reclusione", ha commentato scherzosamente con i giornalisti il presidente Romeres poco dopo la lettura del dispositivo. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate entro 90 giorni.

Impianto accusatorio: pg si ritiene soddisfatto

"L'impianto del processo è rimasto, questa è la cosa fondamentale", ha aggiunto Iacone, parlando con i giornalisti. Il rappresentante dell'accusa ha sottolineato "gli enormi sforzi" per celebrare il processo "compiuti da tutti gli apparati". "Vi ricordo - ha detto ancora il pg - che in primo grado il processo Spartacus durò sette anni e gli imputati furono scarcerati. Noi per portarlo a termine abbiamo stralciato la posizione degli imputati liberi e ci siamo concentrati su quelli detenuti. Così consentiremo anche alla Cassazione di intervenire prima della scadenza dei termini. Abbiamo impiegato un anno ed un mese per definire il processo, sono davvero soddisfatto". Alla domanda di una giornalista su quale sia stata la maggiore difficoltà da affrontare il pg ha risposto: "Sono state le proteste degli avvocati, che minacciavano di andarsene. Comunque abbiamo avuto molti problemi grossi, perfino il presidente che è stato male".

Saviano al processo dei Casalesi per la prima volta

Lo scrittore Roberto Saviano è giunto nell'aula bunker di Poggioreale per ascoltare la lettura della sentenza d'appello del processo Spartacus contro il clan dei Casalesi (non si era mai visto a un processo in precedenza), la cosca alle cui gesta criminali è dedicato "Gomorra", il bestseller di Saviano. Una "vittoria dello Stato" ma "resta ancora molto da fare". Così lo scrittore Roberto Saviano commenta la sentenza d'appello nel processo contro il clan dei Casalesi. Saviano ha ascoltato in aula la lettura della sentenza.

Saviano: vittoria anche di cronisti 'nell'ombra'

Attorniato da una folla di giornalisti, Roberto Saviano ha risposto a chi gli chiedeva di commentare, subito dopo la lettura, la sentenza del processo di appello Spartacus contro il clan dei Casalesi. "E' una vittoria della procura antimafia e anche di tanti cronisti che hanno lavorato nell'ombra. Ma credo sia soltanto l'inizio", ha detto l'autore di "Gomorra".

Tribunale blindato, ma rubano motorino a giornalista

Rubato un motorino a pochi metri dalla supersorvegliata aula bunker di Poggioreale, mentre veniva letta la sentenza d'appello del processo Spartacus contro i Casalesi. La cronaca della mattinata fa registrare anche questo episodio, minore ma emblematico delle difficoltà che si vivono per fronteggiare, accanto alle sfide della "grande" criminalità, i problemi quotidiani legati all'illegalità diffusa. Il motorino, quasi nuovo, era stato parcheggiato dalla proprietaria - una cronista napoletana, R.C., collaboratrice di una emittente radiofonica, che doveva seguire la lettura della sentenza - in via Porzio, sul lato della strada opposto all'ingresso dell'aula bunker. All'uscita, la sgradita sorpresa per la giornalista.

Spartacus, reazioni politiche: sottosegretario Mantovano. E ancora Veltroni, Picierno, Tenaglia, Cgil, Di Pietro, Maroni, Barbato, Gabriele, Iannuzzi, Bassolino, Laganà-Fortugno, Pelegrino, Tuccillo, Cozzolino

Con la conferma da parte della Corte d'Appello di Assise di Napoli dei 16 ergastoli inflitti in primo grado ai vertici del clan dei Casalesi, "lo Stato afferma la forza della propria autorità e riporta una grande vittoria ai danni della criminalità organizzata". Lo afferma il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano. "La sentenza odierna - osserva Mantovano - giunge al culmine di un'attività di contrasto che ha visto il Governo rispondere immediatamente alla recrudescenza dell'azione malavitosa dopo l'assassinio di Domenico Noviello: si inscrive in questa strategia l'istituzione a Casal di Principe della Sezione investigativa della Squadra Mobile che ha sortito effetti immediati con l'arresto nei giorni scorsi di Francesco Cirillo".

"La conferma delle condanne per i clan camorristici è un fatto importante". E' il commento di Walter Veltroni, segretario del Pd, alla conferma degli ergastoli per la famiglia Casalesi. "Importante per i cittadini di Casal di Principe e di tutta la Campania - aggiunge - importante per quanti in Italia si battono per l'affermazione della giustizia e della legalità, importante per la giustizia che riafferma la sua capacità di essere efficace contro la criminalità". "Qualche giorno fa - sottolinea - sono stato a Casal di Principe e a Caserta per ribadire l'impegno del Pd contro la camorra e a fianco dei cittadini onesti. Ho potuto misurare il clima di tensione e di pressione che i clan cercano di imporre in quelle terre. In quell'occasione - come anche in precedenza - ho confermato l'impegno mio e del Pd a mantenere questo impegno come una priorità. Anche la sentenza di oggi contro i capi dei clan sanguinari può dare nuova fiducia ai cittadini e nuova spinta alla lotta contro la camorra. Avremo occasione per tornare in quelle città e quelle terre e il Pd sarà protagonista di una difficile battaglia per la rinascita contro le minacce e le violenze imposte dai clan dei Casalesi".

"La sentenza che ha confermato gli ergastoli per il clan dei Casalesi ha una valenza storica per i cittadini di Casal di Principe, per la Campania e per la giustizia nel nostro Paese". Lo dichiara Pina Picierno, deputata campana e ministro ombra per le politiche giovanili del Pd. "Oggi è una giornata positiva per i cittadini campani e per l'Italia intera perché è stato inferto un duro colpo alla criminalità organizzata. La giustizia ha messo a segno un punto importante nella lotta alla camorra. Sentenze come quella di oggi fanno guardare al futuro con maggiore fiducia, perché dimostrano che l'ordinamento giudiziario non si lascia intimidire, ma combatte con severità una sfida difficile". "Ora - conclude - si deve continuare su questa strada, perché c'é ancora molto da lavorare per sconfiggere un cancro che affligge la Campania e non solo".

"La conferma degli ergastoli per i boss del clan dei Casalesi nel processo Spartacus è la prova che si può debellare la camorra". Lo afferma il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia, commentando la sentenza della prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli. "E' una giornata vittoriosa per le istituzioni e per la giustizia in Campania e in Italia. Adesso - prosegue - occorre continuare con l'opera di distruzione della criminalità organizzata sia con interventi legislativi appropriati ed efficaci sia fornendo alle forze dell'ordine e alla magistratura strumenti, uomini e risorse adeguati. In questo, l'impegno del Pd sarà massimo e prioritario". "In questo momento - conclude - il pensiero e il ringraziamento vanno a tutti coloro, come Don Diana, che hanno sacrificato la vita perché ci fosse una ribellione civile alla camorra e a tutti gli uomini delle istituzioni che hanno lavorato e continuano a lavorare per riaffermare la presenza e l'autorità dello Stato".

"La Cgil Campania legge con profonda soddisfazione la sentenza emessa questa mattina dai giudici della prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli. La conferma di 16 ergastoli emessi in primo grado contro appartenenti al clan dei Casalesi segna una indubbia vittoria dello stato di diritto". E' quanto si legge in un comunicato diffuso dalla Cgil Campania. "Ribadiamo oggi, come già espresso precedentemente - sottolinea la Cgil Campania - la nostra piena ed incondizionata vicinanza a quanti in queste settimane hanno dovuto subire affermazioni minacciose da parte dei camorristi condannati, dalla giornalista Rosaria Capacchione, al pm Raffaele Cantone allo scrittore Roberto Saviano, che tanto hanno contribuito a svelare gli intrecci e gli affari del clan". "Rimane prioritario per lo Stato - conclude la Cgil Campania - assicurare all'imprenditoria sana di questo territorio le giuste condizioni per operare in sicurezza e contribuire alla crescita al Paese. La sentenza è un punto importante dell'azione investigativa e di contrasto ai poteri criminali dei Casalesi".

"La sentenza di oggi è il trionfo della giustizia sulla piaga della camorra. E' una vittoria importante che dà nuovamente fiducia ai cittadini e restituisce dignità alle Istituzioni". Lo afferma Antonio Di Pietro, Presidente dell'Italia dei valori, commentando la sentenza che ha confermato gli ergastoli ai boss del clan dei casalesi. "La camorra va combattuta con tutte le forze - aggiunge - e la sentenza di oggi deve essere un monito per il governo e il Pdl. Non bisogna ridurre gli strumenti di indagine a disposizione dei magistrati, a cominciare dalle intercettazioni, né bloccare i tribunali con le vergognose norme 'salvapremier', che avranno l'effetto di paralizzare circa centomila procedimenti, scaricandone così il peso sulle udienze dell'anno prossimo e determinando un caos senza precedenti per gli uffici giudiziari. Occorre, invece - conclude Di Pietro - dare più risorse ai magistrati e dar loro strumenti legislativi che consentano di colpire inesorabilmente i patrimoni illecitamente accumulati".

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha espresso oggi "la più viva soddisfazione" per l'esito della sentenza di condanna all'ergastolo, emanata dalla Prima Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, nei confronti dei capi storici del clan dei Casalesi. La sentenza, ha aggiunto Maroni, "rappresenta l'ennesima affermazione dello Stato nei confronti di organizzazioni malavitose che da sempre affliggono la vita della Nazione".

"La conferma degli ergastoli ai boss del clan dei Casalesi è un evento di fondamentale importanza per riaffermare la presenza dello Stato e infondere maggiore fiducia nei cittadini: ora, però, occorre continuare nella lotta senza quartiere alla camorra senza patire mai alcun calo di attenzione. E' ora che la politica cambi, facendo fino in fondo la propria parte e fornendo segnali di legalità per eliminare ogni zona grigia che si annida tra i partiti, le amministrazioni pubbliche e la criminalità. Purtroppo, i primi atti del governo Berlusconi vanno proprio nell'opposta direzione". Lo dice il deputato dell'Italia dei Valori, Franco Barbato, commentando la sentenza della prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli. "La camorra va spazzata via - ha aggiunto - potenziando il controllo del territorio, aggredendo i patrimoni illecitamente accumulati e risvegliando le coscienze di tutti i cittadini. In Campania - ha concluso Barbato - serve una svolta prima di tutto culturale per battere la mentalità camorristica e sostenere uno sviluppo sano e legale di un territorio straordinario ma sempre più martoriato dalla violenza e dal malaffare".

"La conferma degli ergastoli per il clan dei casalesi è una pagina importante nella lotta alla criminalità organizzata. Grazie all'azione congiunta di scrittori, magistrati ed istituzioni, si sta procedendo ad una vera e propria bonifica di quei territori". Lo afferma l'assessore regionale al Lavoro, Corrado Gabriele. "Ricordo - aggiunge - che la prima sentenza ai danni dei casalesi passò assolutamente in sordina, senza destare la minima attenzione. Siamo passati da una totale ignoranza rispetto alla criminalità casertana ad una pressione dell'opinione pubblica che ha richiesto a gran voce una risposta determinata da parte dello Stato. La risposta oggi è arrivata, ma non bisogna fermarsi, ora dobbiamo continuare la bonifica culturale ed economica di quei territori, per indebolire le vere pietre angolari su cui si basa il potere dei clan: i meccanismi di riproduzione culturale e la legittimazione sociale derivante dalla loro potenza economica". Secondo Gabriele "c'é bisogno quindi di un'azione corale, che punti su istruzione, formazione e lavoro. Sui primi due punti abbiamo avviato negli ultimi anni un'azione istituzionale fatte di scuole aperte il pomeriggio, borse di studio ed edilizia scolastica partecipata, in merito al terzo punto è però necessario sottolineare che uno dei maggiori problemi è l'accesso al credito. Non si crea lavoro senza un sistema bancario che supporti le idee valide, oggi questa volontà da parte delle banche è assente e troppo spesso nel sud è la camorra a colmare quest'assenza, fornendo credito illecito a tassi convenienti". "Bisogna interrompere questo circolo vizioso responsabilizzando le banche, facendo sistema, con l'obiettivo di promuovere finalmente la legalità attraverso azioni che ricadano direttamente sulle dissestate economie in cui si espande perniciosamente il cancro del crimine organizzato. Ne parleremo alla conferenza nazionale sul crimine organizzato che aprirà a settembre e per la terza volta l'anno scolastico a Casal di Principe, dove - conclude Gabriele - saranno invitati anche gli esponenti del mondo bancario insieme alle alte cariche dello Stato".

"La conferma degli ergastoli per il clan dei casalesi è una pagina importante nella lotta alla criminalità organizzata. Grazie all'azione congiunta di scrittori, magistrati ed istituzioni, si sta procedendo ad una vera e propria bonifica di quei territori". Lo afferma l'assessore regionale al Lavoro, Corrado Gabriele. "Ricordo - aggiunge - che la prima sentenza ai danni dei casalesi passò assolutamente in sordina, senza destare la minima attenzione. Siamo passati da una totale ignoranza rispetto alla criminalità casertana ad una pressione dell'opinione pubblica che ha richiesto a gran voce una risposta determinata da parte dello Stato. La risposta oggi è arrivata, ma non bisogna fermarsi, ora dobbiamo continuare la bonifica culturale ed economica di quei territori, per indebolire le vere pietre angolari su cui si basa il potere dei clan: i meccanismi di riproduzione culturale e la legittimazione sociale derivante dalla loro potenza economica". Secondo Gabriele "c'é bisogno quindi di un'azione corale, che punti su istruzione, formazione e lavoro. Sui primi due punti abbiamo avviato negli ultimi anni un'azione istituzionale fatte di scuole aperte il pomeriggio, borse di studio ed edilizia scolastica partecipata, in merito al terzo punto è però necessario sottolineare che uno dei maggiori problemi è l'accesso al credito. Non si crea lavoro senza un sistema bancario che supporti le idee valide, oggi questa volontà da parte delle banche è assente e troppo spesso nel sud è la camorra a colmare quest'assenza, fornendo credito illecito a tassi convenienti". "Bisogna interrompere questo circolo vizioso responsabilizzando le banche, facendo sistema, con l'obiettivo di promuovere finalmente la legalità attraverso azioni che ricadano direttamente sulle dissestate economie in cui si espande perniciosamente il cancro del crimine organizzato. Ne parleremo alla conferenza nazionale sul crimine organizzato che aprirà a settembre e per la terza volta l'anno scolastico a Casal di Principe, dove - conclude Gabriele - saranno invitati anche gli esponenti del mondo bancario insieme alle alte cariche dello Stato".

L'on. Maria Grazia Laganà Fortugno, in una nota, esprime apprezzamento per "la conferma della sentenza contro i boss del clan dei Casalesi". "E' una bella pagina - è detto nella nota - della storia giudiziaria italiana. Sedici ergastoli, una pena giusta per quanti si sono macchiati dei più atroci delitti. Una pena che fa mantenere in vita le speranze di tutti noi che crediamo nella possibile definitiva sconfitta della criminalità organizzata, sia essa camorra, mafia o 'ndrangheta''. "Serve - prosegue Laganà, componente della Commissione difesa alla Camera - il massimo e costante impegno di tutti, a partire dagli uomini dello Stato, per non cadere su eventuali neogarantismi strumentali, per non fare passare certe campagne denigratorie contro i magistrati. Serve incrementare la rivolta civile contro la criminalità, nel ricordo soprattutto di chi è stato eliminato in modo vile, per avere voluto tenere fede alla legalità e alla democrazia.Così facendo sarà vera vittoria su ogni tipo di sopraffazione mafiosa e in ogni angolo del Paese. E' questa la giustizia che serve e potrà esserlo solo se nessuno penserà mai di schiavizzare la magistratura, andando contro la Costituzione".

(ANSA) - NAPOLI, 19 GIU - "La conferma degli ergastoli nelle sentenze del Processo "Spartacus" rappresenta un ulteriore passo in avanti che magistratura, istituzioni e forze dell'ordine hanno compiuto nella quotidiana azione di ripristino della legalità nei territori della Campania. Lo afferma in una nota l'ex deputato e segretario della commissione bicamerale antimafia, Tommaso Pellegrino. "I verdetti di oggi sono un segnale, forte, di presenza dello Stato contro una delle organizzazione criminali più pericolose e ramificate non solo in Campania" ha sottolineato Tommaso Pellegrino, ricordando come "la battaglia sia ancora difficile, ma non impossibile, grazie all'impegno costante di magistrati coraggiosi e forze dell'ordine a cui lo Stato deve assicurare il massimo sostegno per metterli in condizioni di operare in modo sempre più incisivo". "Con la conferma del massimo della pene si restituisce credibilità alla lotta alla camorra, ma soprattutto non si arresta quel processo di liberazione di tutti quei territori asfissiati da una camorra che impedisce uno sviluppo sano e legale", ha concluso Pellegrino

"Oggi lo Stato ha inferto un colpo durissimo contro un sistema di potere criminale che da decenni blocca lo sviluppo, toglie il lavoro e avvelena l'ambiente in una parte importante della nostra regione e dell'intero Mezzogiorno". Lo ha detto l'assessore regionale Andrea Cozzolino. "La sentenza della prima sezione della Corte d'Assise di Appello di Napoli - aggiunge - è un riconoscimento al lavoro e alle preziose intuizioni di Raffaello Magi, giudice della sentenza Spartacus in primo grado, e di tanti magistrati, investigatori, uomini delle forze dell'ordine che hanno reso possibile la celebrazione di questo processo. Un ringraziamento va, poi, a chi, come lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Rosaria Capacchione hanno con coraggio e grande senso civico contribuito a informare e sensibilizzare l'opinione pubblica su questo grande problema". Secondo Cozzolino "lo Stato può sconfiggere la camorra e le altre mafie soltanto con il contributo di tutti. Per questo occorre sempre di più la mobilitazione di tutte le forze sane della politica, della società e dell'economia. La sentenza di oggi dev'essere per tutti noi un ulteriore stimolo in questa direzione".

"Le 30 condanne inflitte oggi dalla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli a conclusione del processo 'Spartacus' contro esponenti di primo piano del clan dei Casalesi rappresentano una vittoria importante dello Stato contro l'Antistato che governa parte del nostro territorio". Lo afferma il coordinatore regionale della Sinistra Democratica, Raffaele Porta. "Una vittoria - aggiunge - che dà fiducia e speranza a quanti resistono alle pressioni e alle intimidazioni della camorra e che rende giustizia alle famiglie dei tanti martiri fino ad oggi caduti per mano della criminalità organizzata".

"Appena ho saputo la notizia della conferma degli ergastoli ai boss del clan dei Casalesi, mi è tornata alla mente una fredda giornata di 7 anni fa. Era il 10 dicembre 2001, quando i pm del processo Spartacus mi convocarono come teste davanti ai giudici della corte d'assise di Santa Maria Capua Vetere per raccontare un episodio che era accaduto dieci anni prima": a raccontare l'episodio, sul suo blog, è il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. "Il 25 aprile 1992 infatti ero andato nella sezione del Pci di Casal di Principe per intervenire ad un'assemblea. A un certo punto, irruppe nella stanza il capostipite del potente clan Zagaria, che iniziò a lanciare invettive e minacce contro di me e noi del Pci, colpevoli di 'disonorare il paese' solo perché denunciavamo i loschi interessi dei clan. Proprio questo raccontai ai giudici in aula. Ricordo che, mentre parlavo, mi colpirono la protervia e l'arroganza degli imputati, del tutto simile a quella mostrata da Zagaria", scrive Bassolino. "Oggi provo una grande soddisfazione nel vedere che, con la conferma di ben 16 ergastoli, lo Stato ha inflitto la giusta punizione a un clan che, insieme a tanti altri affari sporchi, ha giocato un ruolo chiave nel favorire lo smaltimento illegale di rifiuti tossici e pericolosi dal nord verso la Campania. E' davvero una bella giornata per la giustizia e la legalità. Certo, la strada è ancora lunga, ma risultati come questo ci confermano che in Campania esiste un tessuto sociale, culturale e politico fatto di giovani, associazioni, magistrati, giornalisti, registi, uomini delle istituzioni, che può infierire tanti altri colpi decisivi alla criminalità per far avanzare sempre più la legalità e la democrazia", conclude.

(19 giugno 2008-14:25)





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