PARADOSSI ITALIANI, CASO ORSI: LA PROTEZIONE TIRA E MOLLA
Data: Giovedì, 05 giugno @ 14:59:45 CEST
Argomento: Cronaca


Prosegue la polemica sulla scorta mancata o non prevista per Michele Orsi, ucciso dalla camorra domenica scorsa. La Dda dice che non essendo un pentito a tutti gli effetti non meritava il programma di protezione (ma due mesi fa spararono contro la sua abitazione) e che da dichiarante, si era difeso accusando. Certo è che Roberto Saviano nemmeno è un pentito ma la scorta ce l'ha, anche se non gli hanno sparato contro l'abitazione. Misteri e paradossi della giustizia italiana. Intanto, dopo il delitto, la protezione l'hanno data al fratello di Orsi...



CASAL DI PRINCIPE (Caserta) - L'imprenditore Michele Orsi, assassinato in maniera plateale nella piazza di Casal di Principe (Caserta), era "un dichiarante e non un pentito". Così lo definiscono i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, riferendosi alle dichiarazioni che l'uomo aveva reso davanti ai giudici. Orsi aveva iniziato a fare dichiarazioni al Pm Alessandro Milita, nelle quali l'imprenditore aveva denunciato alcune collusioni fra la camorra, l'imprenditoria e la politica. Dichiarazioni, però, utili alle indagini ma che non corrispondevano a una piena collaborazione con la giustizia. L'imprenditore, infatti, non aveva "vuotato completamente il sacco" su tutto quello di cui era a conoscenza, e non aveva nemmeno accennato ad un suo pentimento ai magistrati. Proprio per questo motivo, la Dda di Napoli aveva chiesto alla prefettura una protezione per Orsi, ma non l'inserimento dell'imprenditore nel programma di protezione. Orsi aveva fatto dichiarazioni difensive, che in alcuni casi erano anche accusatorie, ma che risultavano insufficienti a definirlo pentito.

Mantovano, autorità giudiziaria ritenne non applicare programma di protezione

Michele Orsi, l'imprenditore ucciso nei giorni scorsi a Casal di Principe (Caserta), "non è mai stato qualificato come collaboratore di giustizia, al Viminale non è mai arrivata una richiesta di protezione da parte dell'autorità giudiziaria". Lo ha affermato il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a margine della presentazione della Settimana della sicurezza in rete. "Non intendo con ciò - ha sottolineato Mantovano - fare polemiche con l'autorità giudiziaria, che evidentemente ha ritenuto che non ci fossero gli estremi per richiedere servizi di protezione dell'imprenditore". Ma, ha spiegato, "non è che ogni abitante di Casale può essere messo sotto scorta: noi siamo impegnati a contrastare il fenomeno criminoso della zona, che è una delle più difficili d'Italia". La camorra, secondo il sottosegretario, "teme uno sgretolamento della fascia imprenditoriale che le è stata molto vicina e quindi può colpire chiunque, anche alla cieca per dimostrare che è sempre in grado di controllare il territorio. Noi faremo capire che le cose andranno diversamente".

La denuncia di Orsi: i giornali locali fanno il bollettino delle mie dichiarazioni

"Io e la mia famiglia, a seguito di questi fatti, iniziamo a temere seriamente per la nostra incolumità". Michele Orsi, imprenditore ucciso a Casal di Principe in un agguato di camorra, espresse chiaramente i suoi timori denunciando ai carabinieri le intimidazioni ricevute la notte precedente. Stralci della denuncia sono pubblicati oggi da La Repubblica. Il 24 marzo Orsi, infatti, riferiva di avere annunciato una serie di episodi estorsivi: "Se ce ne saranno altri il mio intento è denunciarli perché, come è già avvenuto, non ho timore di questa situazione, ritenendo che la denuncia sia l'unico mezzo per contrastare il fenomeno ormai canceroso di questi territori". "A seguito delle notizie riportate dai giornali dopo le mie denunce e le mie precedenti vicende giudiziarie - continua - nelle quali ho accusato e denunciato liberamente esponenti politici e della criminalità organizzata, vi potrebbe essere risentimento nei miei confronti da parte di diversi individui". Sull'intimidazione, Orsi concludeva: "Mi sembra logica la correlazione dei fatti, atteso che i giornali locali hanno trasformato la vicenda in un bollettino aggiornato delle mie dichiarazioni". (5 giugno 2008-15:00)





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