GARIGLIANO: 250 MILIONI DI EURO PER SMANTELLARE LA CENTRALE ENEL
Data: Mercoledì, 18 febbraio @ 23:24:01 CET
Argomento: Ambiente




Costerà 250 milioni di euro il piano di smantellamento della centrale nucleare del Garigliano. Nel frattempo però dovranno essere realizzate alcune opere di messa in sicurezza e dovrà essere costruito un deposito per lo stoccaggio provvisorio del materiale radioattivo presente nella centrale. Ed è quest'ultima opera che ha suscitato le reazioni dei cittadini dei numerosi comuni che sono al confine tra la Campania ed il Lazio. L'altro giornola Sogin, Società di gestione impianti nucleari, ha aperto i cancelli della struttura del Garigliano per illustrare agli amministratori di Castelforte, un piccolo centro a sud di Latina, quali saranno le ricadute di questa operazione sulla popolazione. "Non c'é nessun rischio. E' solo un piano per la messa in sicurezza", ha detto Egidio Bastianelli, responsabile della Centrale del Garigliano escludendo la creazione di un deposito permanente di scorie nucleari in zona. Il deposito temporaneo sarebbe stato imposto ai vertici della Sogin dagli organismi di controllo per stoccare quello che è stato negli anni passati immesso nelle cosiddette "trincee", ovvero dei lunghi canali dove in sacchi di juta sono finiti oggetti a bassa contaminazione. Nel corso dell'incontro si è parlato a lungo delle procedure per il completo smantellamento della centrale che è stata progettata sul finire degli anni '50 entrando pero' in esercizio solo nel 1964. L'impianto del Garigliano è rimasto in attività fino al 1978 quando a causa di un guasto tecnico si fermò. Nel 1982 l'Enel ne decise la disattivazione. Il programma per lo smantellamento é stato redatto nel corso del 2001 mentre nel 2003 sono stati presentati i piani di decommissioning e di impatto ambientale. Nei prossimi tredici anni dovrà essere anche abbattuto il camino nucleare alto oltre 95 metri. A giugno scorso però i programmi per la valutazione dell'impatto ambientale su delle procedure da avviare sono stati presentati alla Regione Campania. "E' la disinformazione la maggiore nemica delle popolazioni locali - ha detto Ugo Spezia, responsabile area comunicazione immagine della Sogin - per questo motivo abbiamo deciso di avviare contatti con le singole amministrazioni locali. I piani sono depositati alla Regione Campania e ai ministeri competenti. Ognuno ha tutta la documentazione disponibile". Il piano per lo smantellamento della centrale prevede la rimozione complessiva di 266.200 tonnellate di materiale, di cui 187.000 è materiale convenzionale, ovvero materiale che può essere rimosso tranquillamente. Delle restanti 79.000 tonnellate, 76mila saranno sottoposte a processo di trattamento così solo 3200 tonnellate finiranno nel deposito unico nazionale di scorie nucleari ancora da individuare. "Dovremo realizzare un nostro deposito - ha proseguito ancora Spezia - per accogliere il materiale radioattivo fino a quando non sarà individuato il deposito unico nazionale. Le comunità locali dovranno stare tranquille perché in questa centrale non entrerà un sol grammo di materiale radioattivo proveniente da altri siti. Il nuovo deposito dal costo di circa, 20 miliardi di vecchie lire, avrà una cubatura di oltre 53mila mc (ma potrà accogliere materiali per soli 3200 mc) - ha spiegato ancora Spezia - è questo dato smentisce ogni illazione in merito alla localizzazione di un deposito nucleare in questa area". La necessità di realizzare un deposito di così vasta cubatura, hanno spiegato i tecnici, sarebbe stata dettata da ragioni di sicurezza, sia per il personale addetto che per le popolazioni circostanti, ma anche dalle indicazioni ricevute per poter in seguito ispezionare i fusti in maniera agevole. I vertici della Sogin, rappresentati anche dall'ingegner Luigi Noviello, direttore incaricato di seguire i processi di disattivazione delle centrali nucleari, hanno garantito che entro il 2016 l'area dell'ex Centrale di Garigliano diventerà un prato verde.





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