EMERGENZA RIFIUTI: LA CHIESA CASERTANA SI MOBILITA PER LA DIFFERENZIATA
Data: Lunedì, 11 febbraio @ 17:23:36 CET
Argomento: Ambiente




CASERTA - (di Luca Kocci da Adista) - La spazzatura, nella città di Caserta assediata dai rifiuti e circondata dalle discariche, si raccoglie all’uscita della messa. Tre parrocchie del capoluogo campano – Maria Santissima del Carmine e San Giovanni Bosco, Nostra Signora di Lourdes, Santissimo Nome di Maria –, dallo scorso 27 gennaio, hanno deciso di avviare la raccolta differenziata (che il Comune ancora non fa) sul sagrato delle chiese, anche grazie alla collaborazione di una ditta locale specializzata nel riciclaggio dei rifiuti che ha messo a disposizione dei parroci alcuni mega-cassonetti in cui gettare carta, cartone, plastica e alluminio, ‘in cambio’ del contenuto degli stessi. Altre quattro parrocchie sono pronte ad unirsi al gruppo, e la raccolta differenziata è diventato il principale impegno suggerito ai fedeli dalla Caritas diocesana per la Quaresima.“La nostra non vuole essere un’operazione di supplenza o polemica nei confronti dell’amministrazione comunale, al contrario si tratta di un’azione di sensibilizzazione preventiva, in modo che quando anche il Comune avvierà la raccolta differenziata le persone saranno già preparate”, spiega ad Adista don Antonello Giannotti, parroco del Santissimo Nome di Maria, principale animatore dell’operazione. “Crediamo che questa sia l’unica strada per uscire dall’emergenza, e che la parrocchia abbia il dovere di preoccuparsi e di impegnarsi direttamente per i problemi della città” (v. anche Adista n. 11/08). Un’altra mano tesa, stavolta alla Provincia, per tentare di risolvere l’emergenza rifiuti, arriva dalla diocesi e dalle associazioni cattoliche e ambientaliste locali che assicurano piena collaborazione, a patto che l’amministrazione e il Commissariato di governo rinuncino al ‘muro contro muro’, tengano conto delle caratteristiche dei territori, mettano al primo posto la salute dei cittadini e avviino un piano complessivo “per il risanamento di situazioni ambientali” che da anni massacrano il casertano. All’inizio di febbraio, infatti, al presidente della Provincia Sandro De Franciscis è stato consegnato un articolato documento – sottoscritto, fra gli altri, dall’Ufficio ambiente della Caritas diocesana, Agesci, Pax Christi, Comitato Caserta città di pace, Wwf, Italia Nostra e Legambiente – che vuole essere il “concreto contributo della comunità per superare la grave crisi e riavvicinare la cittadinanza alle istituzioni democratiche e alla politica attiva”. “La cosidetta emergenza rifiuti”, si legge nel documento, “da oltre 14 anni ha intrappolato la Campania in un circuito di spesa, di illegalità e di inefficienze”, “ha esposto l’intera popolazione alla mortificazione della propria dignità di uomini e cittadini, minacciati da un autentico pericolo sanitario e disastro ambientale” – come peraltro dimostrato dalle ricerche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che evidenziano la stretta correlazione fra patologie tumorali e presenza di rifiuti e discariche abusive (v. Adista n. 31/07) – e “ha messo seriamente in discussione la credibilità di un intero settore produttivo, quello dell’agricoltura”. La strategia dell’emergenza e la “fase commissariale” non sono state in grado di risolvere i problemi in maniera duratura. È necessario quindi, dicono associazioni ecclesiali e ambientaliste, “capire che il futuro della nostra terra è legata alla capacità di programmare e decidere in rapporto ai suoi problemi ma anche alle sue risorse locali che vanno difese e valorizzate”. È allora fondamentale “impostare un piano rifiuti che vada nella direzione del recupero delle risorse (plastiche, vetro, alluminio, carta, ecc.) e non del loro incenerimento, ma anche della diminuzione della loro proliferazione, del recupero della frazione organica putrescibile da restituire al terreno agricolo, sotto forma di compost, con varie tecnologie a partire dall’abitazione di ciascun cittadino”.Le associazioni non sono contrarie alle discariche, necessarie soprattutto per fare fronte alle urgenze di queste settimane, ma chiedono che non vengano utilizzate aree pericolose per i territori e gli ambienti limitrofi – come accadde per la discarica di Lo Uttaro (v. Adista nn. 31, 33, 37/07 e 5/08) e come potrebbe accadere per quella di Santa Maria La Fossa, più volte proposta dal nuovo Commissario all’emergenza rifiuti, Gianni De Gennaro – bensì siti efficienti e opportunamente attrezzati (come, per esempio, l’impianto di compostaggio e le “aree di trasferenza” della località Maruzzella). E soprattutto chiedono alla Provincia, che è l’Ente competente per la programmazione generale, di mettere in atto soluzioni strutturali alla questione rifiuti, attuando una serie di misure: individuare un sito affidabile e sicuro per realizzare una discarica provinciale che possa funzionare per almeno 3 anni; “realizzare un adeguato numero di centri di compostaggio della frazione umida” nel territorio della provincia; avviare in maniera capillare la raccolta differenziata; “dare specifiche indicazioni affinché i sindaci emanino ordinanze sindacali che vadano nel senso della riduzione dei rifiuti (es. vuoti a rendere, divieto di usare buste di plastica per un determinato periodo, divieto di usare contenitori di plastica almeno per l’acqua, ecc)”. Da parte loro, i firmatari del documento “assicurano all’Amministrazione Provinciale la propria massima disponibilità a contribuire all’opera di sensibilizzazione dei cittadini alla partecipazione più corretta ed intensa” ad un piano rifiuti capace di superare la fase emergenziale. (11 febbraio 2008-17:23)





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