*RITRATTO DI UN PROCURATORE: IL LONTANO NIPOTE, LE URLA, L'ASTENSIONE*
Data: Giovedì, 17 gennaio @ 15:01:37 CET
Argomento: Giudiziaria




SANTA MARIA CAPUA VETERE (Caserta) — (di Marco Imarisio dal Corriere della Sera) - Alla fine restano sul tavolo gli occhiali da vista, con le stanghette torchiate, così piegate da essere ormai in linea retta con le orbite. A undici giorni dal capolinea, pomeriggio complicato per Mariano Maffei, estroverso capo della procura di Santa Maria Capua Vetere, uno degli uffici giudiziari più piccoli d'Italia. La sua è indubbiamente una chiusura di carriera con il botto, un'inchiesta che sembra mettere insieme tutti i peccati, anche quelli veniali, commessi da Clemente Mastella nella sua terra. E il Guardasigilli non ha gradito, accusando Maffei di accanirsi sull'Udeur per frustrazione da imminente pensione e motivi di famiglia, in quanto parente del presidente della provincia di Caserta, l'esponente dell'ex Margherita Sandro De Franciscis. Il procuratore, 70 anni, da 44 in magistratura, reagisce con flemma inglese. «Assurda e disgustosa polemica di un ministro che pratica sistematicamente la calunnia e l'infamia, ma ha trovato sulla sua strada un magistrato onesto che vuole dimostrare in maniera tangibile all'intera nazione che la legge è uguale per tutti». A Santa Maria Capua Vetere, dove è capo da 15 anni, Maffei è considerato un personaggio. Piccolo di statura, leggermente claudicante, parla di sé in terza persona, usando un vernacolo esplicito. «Ma che vuole Mastella, che mi astenga? Per una parentela lontana di mia moglie, che era cugina di De Franciscis? Che vuole dire essere parente? Sappia il ministro che io ho indagato anche lui, De Franciscis, in altri procedimenti, e che se fa cose gravi lo sbatto anche in galera». Il tutto condito da urla e da una ingenuità che lo porta a chiedere di non essere ripreso quando ha davanti a sé una trentina di telecamere. Quando scopre che nessuno obbedisce, non se la prende più di tanto: «Che mi importa, ancora qualche giorno e sono in pensione».

Dino Martirano dal Corriere del Sera

ROMA — Clemente Mastella sapeva da almeno 24 ore che la bufera di Santa Maria Capua Vetere stava per abbattersi sulla moglie, sull'Udeur e su se stesso. E così, già martedì, ha rinviato gli appuntamenti fissati (Formigoni, gli avvocati, le agenti della penitenziaria) per dedicarsi alla stesura del discorso più difficile della sua carriera: quello con cui avrebbe attaccato alla Camera le «frange estremiste della magistratura »; sfidato il procuratore Mariano Maffei, che sembra avesse chiesto di spedire in carcere la moglie (il Gip ha optato per i domiciliari); difeso il suo onore: «Mi dimetto per senso dello Stato, mi dimetto perché tra l'amore per mia moglie e il potere scelgo il primo. Io, l'onnipotente Mastella, scelgo il primo». Applausi a scena aperta dal centrodestra, tiepidi quelli della maggioranza. Processione di deputati dell'ex Cdl per stringergli la mano (Bonaiuti, Pomicino, Casini, Tabacci, Ciocchetti, La Malfa, Alfano, Adornato, Alfredo Vito, D'Alia, Crosetto, Santanché, Bricolo e tanti altri) quando il Guardasigilli ancora in carica dice che i magistrati hanno orchestrato contro di lui «scorribande corsare, un tiro al bersaglio, un'ostinata caccia all'uomo, una scientifica trappola»: il che fa sussultare il sottosegretario Scotti (ex magistrato) che soffre per quelle parole che lui aveva sconsigliato al ministro. Mi dimetto «perché ho paura ». La voce di Mastella s'incrina: «Se toccano mia moglie — cui voglio un mondo di bene — getto la spugna». Ma il vero boato deve arrivare: «Oggi tocca a me, in precedenza è toccato ad altri, tocca ai cittadini per questo potere straordinario che un ordine, rispetto ad altri ha stabilito per sé». «Mi dimetto perché venga recuperata per lo meno la responsabilità civile dei magistrati... ». Il ministro ce l'ha con il procuratore Maffei — che il 27 gennaio deve lasciare il suo posto e che aveva chiesto di fare il pg di Salerno ma poi il Csm non lo ha votato — al quale manda a dire: vengo «perseguito da un procuratore che l'ordinamento manda a casa per limiti di mandato e che me ne addebita la colpa. Colpa che invece non ravvisa nell'esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm si occupi». Spiega Mauro Fabris (Udeur): «Il nipote del procuratore è Alessandro De Franciscis, presidente della Provincia di Caserta, eletto con l'Udeur e poi passato al Pd. C'è una denuncia di un consigliere dell'Udeur in cui si chiede se il procuratore ha avuto riguardi col nipote...». Così la giornata di Mastella, che si era aperta con un incontro mancato con Cossiga, si congeda con Prodi che respinge le dimissioni: «Ora voglio stare vicino a mia moglie, deciderò poi...».





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