AMBIENTI DA...HITCHCOCK: DA LA FINESTRA SUL CORTILE A...QUELLA SULLA MUNNEZZA
Data: Martedì, 15 gennaio @ 20:08:43 CET
Argomento: Ambiente




Caserta (di Antonella Palermo da Liberazione del 15 gennaio 2008) - Eccolo. E non so neanche più se è puzza. Te lo senti arrivare direttamente nello stomaco e il naso non t'ha avvisata perché tanto quest'odore strano lo riconosci e sai che è tuo, ormai è l'humus della tua terra che quando ci sei neanche l'avverti più e che ti accoglie prima di arrivare al casello dell'autostrada. Bentornata a Caserta. Ci sono mancata una settimana, e non mi è mancata. Torno e per strada ci sono gli studenti che vogliono sapere dai comuni perché non si fa la differenziata. Non cammino sul marciapiede perché non c'è e non so se l'hanno tolto o ancora sta lì chiedendo pietà di questi chissà quanti chili di rifiuti che mi accompagnano per decine di metri. E comunque non lo vedevo neanche prima di una settimana fa ma non mi ero accorta che camminavo in mezzo alla strada. Oggi cammino e mi costringo a guardare, perché non lo facevo più e non so se mi ero abituata a non guardare o non guardavo per non abituarmi. E mi sono vergognata perché è stato come quando giri lo sguardo e giochi con lo stereo della macchina per non guardare lo storpio al semaforo. Provo a contare i sacchetti ma il passo è più veloce e l'occhio non ce la fa. E poi dovrei contare i sacchetti interi e quelli ormai rotti dai cani e dai topi, e poi quella verdura andata a male dell'ortolano del negozio cinquecento metri più avanti non sta nel sacchetto e come la conti. E chissà se quel pacco del panettone c'è mai stato, nel sacchetto. Riconosco il verde arrugginito del cassonetto che fa capolino. E quell'altro pezzo di ferro non so se è lo spigolo di una lavatrice o di un frigorifero sbattuto di casa mentre vomitava cibo avariato. Torno a casa e mia madre sbraita che c'è la bolletta della Tarsu da pagare e lei quei soldi non è che non li vuole pagare ma li vuole dare direttamente a qualche ditta privata che l'immondizia viene e se la prende. Non voglio sentire, accendo la tv ma è uguale perché parlano dell'emergenza rifiuti in Campania. Evviva. Ora c'è un nuovo commissario e poi apriranno le discariche ma ci sono le proteste e protestano pure da fuori regione epperò c'è chi ricorda che il nord ce li ha mandati i suoi rifiuti tossici qui da noi. Evviva. Eppoi tra poco i poteri torneranno ai Comuni e ognuno deciderà il suo piano con tanto di differenziata, impianti di compostaggio e il termovalorizzatore o il gassificatore a seconda dei gusti. Evviva. Meglio la De Filippi che almeno parlano d'amore e invece era un calesse che porta in discoteca senza schivare rifiuti. Io vivo in campagna perché mio padre non voleva lo smog della città. E attorno a me palazzi non ce ne sono ma c'è il tabacco che sta per crescere e poi si raccoglie d'estate. Se il fumo fa male, non so quanto male faccia il fumo coltivato con la diossina. Ma tanto c'è di peggio e chi fuma almeno lo sa e lo legge pure sul pacchetto, anche se non c'è la provenienza del tabacco. Ora fanno così le arance, epperò scrivono che sono spagnole che prima non le voleva nessuno e ora le vogliono tutte. Io mangio quelle del mio giardino ma se ci penso voglio quelle spagnole anch'io. La camera di mio fratello ha vista su Lo Uttaro. È una delle zone che ha ospitato una discarica al posto della bonifica che doveva già essere stata fatta anni fa ma l'anno scorso è stata promessa in cambio dell'ultima discarica. Ora la magistratura ha chiuso tutto perché non si sa cosa si sversava lì dentro e la bonifica, intanto, chissà. In Campania non c'è solo il commissario per l'emergenza rifiuti. C'è anche quello per il ciclo delle acque e quello per le bonifiche. A ciascuno il suo. Come se queste cose andassero ognuna per conto suo. E mi domando cosa potrà mai inventarsi la struttura commissariale per le bonifiche, per bonificare questo territorio. In giardino ho le mele, le pere, i fichi per l'estate, i mandarini, le arance e i cachi. E d'estate ci sono anche i peperoncini, quelli verdi piccoli che si fanno fritti. Così mangiate cose naturali, non le cose comprate al supermercato che chissà che ci mettono dentro, diceva sempre la saggia nonna contadina. Ai tempi suoi era così. Ai tempi miei questa terra è condannata a morte e nessuno lo dice veramente. Perché come si fa a dire ad una regione intera: basta così, qua per dieci anni almeno non si pianta più nemmeno un pomodoro o una patata perché questa terra fa schifo e l'abbiamo ridotta così tutti noi, i politici, le ecomafie e tutti quanti abbiamo chiuso un occhio o tutti e due. Però adesso le cose cambiano. Evviva. Da Acerra le pecore tremanti e moribonde per colpa della diossina hanno fatto il giro delle tv, il pastore le alzava e quelle cadevano. È morto di tumore pure il pastore. Io ho paura. Ho paura perché mi posso ammalare e si possono ammalare tutti attorno a me. E le statistiche sull'incidenza tumorale qui sono fatte in casa, nel senso che ogni famiglia c'ha di che raccontare e piangere. Quanti "tagliandi" dovremmo farci noi di questa terra che è maledetta per colpa degli uomini e non del destino? Quanto e cosa abbiamo respirato e ingoiato e noi giovani e i nostri figli quanto condannati siamo? E io mi accendo una sigaretta. E speriamo che me la cavo.





Questo Articolo proviene da Casertasette
https://lnx.casertasette.com

L'URL per questa storia è:
https://lnx.casertasette.com/modules.php?name=News&file=article&sid=13594