CULTURA: UN LIBRO DI DE ROSA E RUSSO SU ANTICHE FONTANE E ACQUEDOTTI DI CAPUA
Data: Giovedì, 13 dicembre @ 20:21:43 CET
Argomento: Cultura


L'Associazione Pro Loco di Capua invita il pubblico interessato, il giorno 16 dicembre 2007 alle ore 11.00 presso la Sala Biblioteca della Sede, sita in Piazza dei Giudici, alla presentazione del libro di Luigi Russo e Daniela De Rosa



Capua (Caserta) - (di Anna Solari Garofano Venosta) - Il passato non smette mai di sorprenderci e di stupirci ed è per questo che la città di Capua, antichissima testimone di civiltà e di cultura, ogni volta che è oggetto di studio e di ricerca ci colpisce e ci illumina con la luce del suo passato. E chi, con curiosità ed interesse, cercando tra i fogli ingialliti dal tempo uomini volti ed episodi inediti, facendoli saltar fuori come per magia, rievoca e dipana la nostra storia, la vita di tutti noi. Daniela De Rosa e Luigi Russo, sebbene in due brevi saggi, ci raccontano della vita quotidiana dei cittadini capuani in due periodi diversi, ma strettamente collegati da un elemento: l’acqua, e da un luogo: S. Angelo in Formis. Mentre Daniela, consultanmdo quella miniera inesauribile che sono i documentio dell’Archivio Storico Capuano, ricostruisce le vicende che portarono alla realizzazione di fontane allinterno della città per la pubblica utilità; Luigi, compulsando il fondo archivistico degli “Usi Civici” intestati a Capua nell’Archivio di Stato di Caserta, racconta il contenzioso tra la famiglia Baia e il Comune di Capua, per la proprietà delle sorgenti di S. Angelo in Formis. La trattazione è avvincente e nello stesso tempo rigorosa, perché le testimonianze riportate mettono in scena, con il linguaggio colorito del tempo, le abitudini i desideri e le deliberazioni prese per un problema molto sentito. La cronica carenza d’acqua in città e i tentativi per farla arrivare dalle sorgenti. I documenti evidenziano l’attenzione dei “signori eletti” per le esigenze idriche della città, già dal 1472, ponendo in essere, di conseguenza, atti opere e uomini. Nel 1519 vengono concesse, con atto notarile e per 100 ducati, le fonti tifatine di S. Angelo alla città di Capua, che incanala le acque con “tubolature di creta di Caiazzo” immettendole nel centro urbano, e realizza l’acquedotto con alcuni serbatoi idrici e, alla fine del cinquecento, con la cisterna di S. benedetto, capace di “circa 6000 botti d’acqua”, ad opera di benvenuto Tortelli. Le “intofolature” costruite dalla città (le “forme” della denominazione “in formis” e “ad formas”) e le sorgenti di S. Angelo, nel corso dei secoli, alterne vicende, fino a diventare oggetto di contesa, nel 1813, tra Capua e i fratelli baia, che le avevano avute in enfiteusi e poi ne avevano acquisito il dominio diretto. Anche in questa vicenda la scena è ricca di personaggi:oltre il Comune e i Baia, l’intendente, il Ministro, il Notaio, il Direttore dei Demani, il Comandante Militare, il Consiglio di Stato, i Periti, la Commissione del Contenzioso, il Tribunale Civile di S. Maria. E per finire, il “fontanaro” del Comune di Capua. Dopo sei anni, la vertenza si conclude! Come? Si vada avanti nella lettura e lo si saprà! (13 dicembre 2007-20:21)





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