SESSA AURUNCA (CASERTA):COMUNE PERVICACE. VILLETTA COMUNALE IN GIARDINO DEL '600
Data: Lunedì, 12 novembre @ 12:22:20 CET
Argomento: Enti e Comuni




SESSA AURUNCA (di Pietro Falco) — È guerra aperta, ormai, tra il Comune di Sessa Aurunca e la Soprintendenza per i Beni artistici ed architettonici di Caserta. A monte, la pervicace volontà dell'ente intenzionato a realizzare una villa pubblica in un giardino pensile di epoca tardo-seicentesca di pertinenza dello splendido palazzo baronale della frazione di Valogno. Per proteggere il complesso monumentale, considerato «una rara testimonianza di una fase della cultura architettonica locale, caratterizzata dall'inizio della diffusione del nuovo gusto decorativo neoclassico », la Soprintendenza — sin dal dicembre del 2005 — aveva avviato il procedimento per l'apposizione del vincolo di tutela. Ma un gruppo di cittadini, fautori del progetto, aveva promosso ricorso al Tar, eccependo un vizio di forma. E il Tribunale, lo scorso 5 settembre, aveva concesso la sospensiva in attesa del giudizio di merito. Tuttavia la Soprintendenza aveva superato definitivamente l'ostacolo, comunicando al Comune (con una nota protocollata l'8 ottobre scorso il riavvio del procedimento (che fa scattare le norme di salvaguardia, ndr), e ribadendo che «l'immobile è di interesse particolarmente importante, e pertanto sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel D. Lgs 42/2004». Di fatto, quindi, il giudizio di merito non ha più ragion d'essere. Ciò nonostante, l'Amministrazione ha deciso di tirare diritto e pochi giorni fa — con una delibera di Giunta — ha approvato il progetto preliminare «per la realizzazione di una strada comunale e di un parco attrezzato a verde con annesso parcheggio, in variante semplificata al Pdf», avviando contestualmente l'iter dell'esproprio. Ed aprendo così ufficialmente un conflitto istituzionale con l'organo dello Stato preposto alla tutela del patrimonio artistico e architettonico. «È un atto gravissimo — commenta Luigi Tommasino, leader dell'opposizione consiliare e presidente della commissione Trasparenza — un gesto di arroganza e di protervia che credo non abbia precedenti. Se si voleva affrontare il problema della comunità di Valogno, che da anni rivendica la realizzazione di una piazza e di un parcheggio, si poteva scegliere un'area diversa, senza per questo distruggere una struttura che ha più di 400 anni di storia». Anche Italia Nostra, nei giorni scorsi, aveva espresso «forti preoccupazioni, e contrarietà al progetto», chiedendo all'Amministrazione di individuare un sito alternativo, «più periferico e sul quale non insistano vincoli di tipo culturale». Ma Tommasino va oltre e segnala «illegittimità nella delibera di Giunta», per quanto riguarda la procedura di variante semplificata. «Approfondiremo la questione in commissione — anticipa — e se non ci sarà una marcia indietro, ci rivolgeremo alla Procura». «Nessun commento», intanto dalla Soprintendenza. «C'è una legge che regola i comportamenti degli enti — spiega il responsabile del procedimento, architetto Gennaro Leva — ed è chiarissima». (dal Corriere del Mezzogiorno del 9 novembre 2007





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