CASERTA, CAMORRA: ESEGUITE NOVE ORDINANZE IN CARCERE. IN MANETTE UNA DIVISA
Data: Lunedì, 15 ottobre @ 08:15:52 CEST
Argomento: Cronaca




Casal di Principe (Caserta) - (da Il Mattino di lunedi 15 ottobre 2007) - L’inchiesta sulle estorsioni al centro di telefonia «Future Games» di San Tammaro e all’imprenditore Pietro Russo (presidente della sede sammaritana dell’associazione antiracket Fai di Tano Grasso), sfociata anche in un processo con condanne, si arricchisce di un nuovo capitolo giudiziario: nove persone (tra cui un maresciallo dei carabinieri in servizio a Santa Maria Capua Vetere, già tratto in arresto nell’inchiesta-madre) e cinque delle quali già detenute, sono state raggiunte da altrettante ordinanze cautelari. Stando a quanto si è appreso dalle strette maglie degli ambienti giudiziari, le accuse ipotizzate dalla Direzione distrettuale antimafia sono quelle di associazione camorristica, estorsione e favoreggiamento al clan dei Casalesi e sarebbero nate da ulteriori dichiarazioni di un paio di pentiti, come Pietro Amodio, oltre a quelle, pare, di un neo-collaboratore. I provvedimenti cautelari hanno riguardato il maresciallo dei carabinieri Pietro Gesmundo; l’imprenditore Carmine De Filippo; Francesco Celeste e Silvio Sagliocco tutti dell’agro aversano e poi cinque persone già detenute. Si tratta di Gerardo Giannetti, appartenente ad una nota famiglia di mobilieri sammaritani e già coinvolto in altre vicende giudiziarie; Giovanni Della Corte, Gianluca Piazza e Cesare ed Augusto Bianco, questi ultimi due ritenuti elementi di spicco della cosca dei Casalesi. Entrambi, lo scorso gennaio, furono condannati dal tribunale sammaritano rispettivamente a 9 anni e sei mesi e a 13 anni di pena (insieme allo stesso collaboratore Pietro Amodio destinatario di una condanna a 6 anni). Le indagini, difficili, erano nate da un filone dell’inchiesta che aveva portato all’arresto di un ufficiale e due sottufficiali dei carabinieri e che avrebbe poi portato all’incriminazione dello stesso ufficiale, per concorso, nella stessa estorsione. Dopo il coinvolgimento del tenente Andrea Policastro, comandante del nucleo operativo della compagnia di Santa Maria Capua Vetere in un processo per l’evasione di un camorrista di Marcianise, un maresciallo rivelò al nuovo comandante della compagnia lo strano episodio che aveva riguardato Pietro Russo, commerciante e contitolare della Future Games. Russo, qualche anno prima, aveva denunciato l’estorsione subita da esponenti del clan dei Casalesi; aveva anche registrato il colloquio. Ma le cassette gli erano state restituite con il consiglio, da parte dell’ufficiale, di pagare la tangente richiesta (1.500 euro). (da Il Mattino di lunedi 15 ottobre 2007)





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