ARRESTATO A CASERTA AUTORE OMICIDIO COMMESSO A GELA NEL 1991
Data: Venerd́, 05 ottobre @ 12:45:26 CEST
Argomento: Cronaca




Caserta - Cinque ordini di custodia cautelare in carcere sono stati eseguiti nella notte da agenti della Questura e uomini della Direzione investigativa Antimafia di Caltanissetta. I destinatari sono i presunti esecutori e mandanti di un omicidio e di un tentativo di omicidio commessi nel 1991, a Gela, in piena guerra di mafia. A cadere, in quella circostanza fu, Francesco Damaggio, mentre i colpi dei sicari ferirono in maniera non grave la moglie, Giovanna Biundo. Un'esecuzione in piena regola sulla quale gli investigatori, coordinati dai magistrati della Dda nissena, hanno fatto luce attraverso le rivelazioni di alcuni pentiti e i successivi riscontri investigativi. Tre le ordinanze eseguite in carcere, mentre due provvedimenti sono stati emessi a carico di soggetti a piede libero. I particolari dell'operazione saranno illustrati questa mattina, alle 10.30, durante una conferenza stampa che si terra' negli uffici della Procura della Repubblica di Caltanissetta. - Le indagini sfociate nell'operazione denomianata "Arkus" sono state coordinate dal procuratore aggiunto di Caltanissetta Renato Di Natale e dai sostituti Antonino Patti Nicolo' Marino, Rocco Liguori e Alessandro Picchi, che hanno chiesto le 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Ottavio Sferlazza. Uno dei provvedimenti e' stato eseguito a Caserta, dov'e' stato arreastato il pregiudicato gelese Massimo Curva', 35 anni, un altro a Milano, dov'e' stato bloccato Marco Licata, 37 anni, anch'egli pregiudicato di Gela. I restanti tre ordini di custodia sono stati invece notificai in carcere a indagati gia' detenuti: Maurizio Angelo Moscato, 35 anni, Emanuele Argenti, 51 anni, e Emanuele Cassara', 37 anni. Tutti sono ritenuti esponenti del clan mafioso Madonia e devono rispondere di concorso in omicidio aggravato, perche', facendo parte dell'associazione di stampo mafioso clan Madonia. L'agguato del 16 febbraio 1991 in cui fu ucciso a Gela Francesco Dammagio, esponente di spicco dell'organizzazione criminale della "Stidda", e ferita sua moglie Giovanna Biundo fu uno degli episodi della guerra di mafia che contrapponeva Cosa Nostra e la "Stidda". Dammaggio e la moglie furono colpiti con pistole calibro 45 mentre erano a bordo di una Volkswagen "Golf" con il loro bambino di pochi mesi, che era in braccio alla madre e rimase miracolosamente illeso. L'agguato, come emerso dalle indagini, fu una risposta di Cosa Nostra al massacro del 27 novembre del 1990 quando sicari della "Stidda" assassinaro in vari momenti otto mafiosi rivali. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Emanuele Terlati, Angelo Celona, Luigi Celona, Emanuele Celona, Salvatore Trubia, Pasquale Messina che hanno tutti indicato come mandante Emanuele Argenti. Come esecutore materiale e' sotto accusa Emanuele Cassara', mentre Licata e Curva' avrebbero fatto da 'vedette' a bordo di una "Vespa" per segnalare l'arrivo del bersaglio e Moscato, su una Fiat "Uno" assieme a un altro mafioso, Maurizio Morreale (a suo volta poi ucciso il 15 dicembre del 1995) perlustrava la zona dell'agguato. (5 ottobre 2007: 12:45)





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