GIUSTIZIA, NUOVO CAPO ALLA PROCURA DI ROMA: MAFFEI TRA I FAVORITI
Data: Giovedì, 15 gennaio @ 15:06:25 CET
Argomento: Giudiziaria




La prossima sarà una settimana decisiva per l’avvicendamento al vertice della Procura di Roma. La quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura, infatti, dopo aver concluso le audizioni dei venticinque candidati ancora in corsa (erano 29 ma quattro hanno lasciato), preparerà la relazione per il plenum. Entro la fine del mese, quindi, Palazzo dei Marescialli potrebbe arrivare al nome del magistrato che succederà a Salvatore Vecchione che lasciò la guida della Procura capitolina il 4 aprile 2003 per passare due mesi dopo, su nomina del Csm, alla Procura generale presso la Corte d’appello capitolina. Dei ventinove candidati in lizza figura anche l’attuale capo della Procura sammaritana Mariano Maffei. Il magistrato samaritano figura secondo gli esperti fra gli otto candidati "favoriti" alla carica di Procuratore della Repubblica del Tribunale di Roma. Insieme a Maffei risulterebbero "papabili" anche Ettore Torri, procuratore aggiunto a Roma; Italo Ormanni, procuratore aggiunto a Roma; Francesco Antonio Calbi, procuratore della Repubblica a Lanciano; Giancarlo Armati, procuratore della Repubblica a Viterbo; Alfredo Mensitieri, consigliere di Cassazione; Agostino Cordova, procuratore della Repubblica a Napoli e Giovanni Ferrara, presidente ufficio Gip tribunale di Roma. A restringere il campo sulle domande presentate è la cosiddetta "fascia" nella quale rientrerebbero gli otto favoriti, determinata dalla domanda presentata dal candidato più anziano (Ettore Torri, nella fatitspecie) nella quale devono rientrare le altre domande. Sia Maffei che gli altri sette candidati che corrono alla carica di Procuratore di Roma sono entrati in carriera prima del 1964, diventati consiglieri di Cassazione prima del 1984 e hanno trascorso almento tre anni nelle funzioni che ora ricoprono. In particolare, Maffei, insieme all'altro candidato Ferrara ha cinque anni di anzianità di servizio in meno rispetto a Torri e tre rispetto ad Ormanni. Il Csm, naturalmente, deciderà anche sulla base di alcuni parametri professionali: ad esempio gli incarichi direttivi (procuratore, presidente di tribunale ecc.) prevalgono su quelli semi-direttivi (procuratore aggiunto, presidente di sezione ecc.) la competenza specifica rispetto al ruolo che si chiede di ricoprire (magistrato inquirente) prevale sulle altre (magistrato giudicante penale o magistrato civile). L'anzianità di servizio in quello specifico ruolo, le capacità organizzative, fino ad arrivare ai meriti specifici, ai risultati delle audizioni e ad eventuali procedure aperte nei confronti del candidato. Tra i magistrati che hanno presentato la revoca c’è ill Procuratore nazionale antimafia, Piero Luigi Vigna che ha ritirato la sua domanda il 5 settembre 2003, seguito il due ottobre da Nicola Maria Pace, da Alfredo Mensitieri che ha revocato il 21 novembre 2003 e da Rosario Priore, attualmente a capo del Dipartimento della Giustizia minorile a via Arenula, che ha ritirato la sua candidatura il 25 novembre scorso. Tra tutti i candidati rimasti in lizza dovrebbe essere però escluso Agostino Cordova, trasferito d’ufficio lo scorso 19 novembre alla Corte di cassazione con funzioni di consigliere per sopraggiunta incompatibilità ambientale e funzionale. La rosa, comunque, si restringe ancora di più se si considera chi è realmente legittimato, vale a dire chi dei magistrati rientra nella fascia stabilita dalle delibere consiliari. In questo caso a stabilire la fascia è il procuratore aggiunto di Roma, Ettore Torri, magistrato di Cassazione dal 10 aprile 1979, data che “obbliga” gli altri candidati ad avere un’anzianità simile da almeno diciotto anni (vedi anche in arretrati del 24 luglio 2003). Per poter essere in corsa occorre comunque anche essere legittimati a farlo, vale a dire aver trascorso almeno tre anni nella funzione che si intende lasciare; a questo proposito si è aperto un dibattito interno su come interpretare la situazione del procuratore nazionale Antimafia (nominato, seppure per la seconda volta, a capo della Dna il 15 gennaio 2001 e quindi solo due anni, 4 mesi e 20 giorni prima del 4 giugno 2003) che, forse, anche per questo ha preferito cancellare ogni dubbio ritirando la sua candidatura. Mentre per le domande di ammissione esiste un limite temporale di presentazione, per quelle di revoca no: queste infatti possono essere presentate in qualsiasi momento, purchè arrivino in tempo per la discussione in commissione. Il relatore al provvedimento, Leonida Primicerio (Unicost) ha “promesso” di chiudere la pratica in V commissione entro la prossima settimana, che potrebbe arrivare al plenum mercoledì 21 gennaio.





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