La Sig diffonde quattro foto esclusive che ritraggono
l'interno
della villa bunker di Lubrano e la disperazione, due ore dopo la morte,
delle tre nuore: Rosa Nuvoletta, Angela Valente e Giovanna Plumitallo.
Pignataro Maggiore (Caserta) -
Stamattina alle 7.35, all'ospedale di Caserta, si è spento il padrino di
Pignataro Maggiore Vincenzo Lubrano. Aveva compiuto 69 anni lo scorso 14
maggio ed è spirato dopo una lunga malattia. I membri della neonata
associazione onlus "Sig" (Sezione Investigazioni Giornalistiche),
l'osservatorio sulla camorra di Caserta e provincia, hanno realizzato uno
scoop fotografico incredibile riuscendo ad entrare nella villa bunker di
contrada Taverna a Pignataro Maggiore due ore dopo la morte. I membri della
Sig con questo reportage hanno immortalato la disperazione dei familiari
dell'ex capomafia. Oltre alla villa bunker, ancora deserta e dove regnava
un'atmosfera di austera desolazione, i membri della Sig hanno fotografato il
luogo dove trascorreva le ore più liete delle proprie giornate il boss
Lubrano e hanno immortalato il dolore delle nuore di Lubrano: Rosa
Nuvoletta, moglie del defunto Raffaele Lubrano (ucciso in un agguato di
camorra il 14 novembre 2002), Angela Valente, consorte di Gaetano Lubrano, e
Giovanna Plumitallo, sposa di Giuseppe Lubrano, secondogenito del padrino e
divenuto il referente primario della famiglia dopo l'omicidio di "Lello".
All'interno della villa c'erano solo gli intimi e qualche amico di famiglia,
in attesa della salma che dovrebbe giungere nella villa bunker nel primo
pomeriggio su autorizzazione del magistrato. Regnava uno scenario di
rassegnata disperazione all'interno della villa Lubrano. "Poche parole
pronunciate dai familiari - scrivono in un comunicato i membri della Sig -
erano ancora frastornati dalla notizia, ma è come se avessero accettato con
rassegnazione quella morte quasi annunciata dopo altri 35 giorni di
sofferenza e di agonia dovuti alla malattia all'ospedale di Caserta". In
particolare Rosa Nuvoletta, la nuora di Vincenzo Lubrano, la figlia per
intendersi del defunto capo dei capi della mafia campana Lorenzo Nuvoletta,
era affranta ma ha avuto modo di riferire ad un amico lì presente: "Stava
male, non ne poteva più di quella sofferenza". L'altra nuora Giovanna
Plumitallo, invece, ripeteva continuamente con rabbia: "La smetteranno ora
di dire che era un finto malato". All'interno della villa c'era anche
l'amico di una vita di Vincenzo Lubrano, Pino Romagnuolo, che sembrava la
persona più sconvolta. L'attesa della salma nella villa era spasmodica da
parte dei familiari ansiosi di trascorrere da vicino, come estremo segno di
affetto, le ultime ore con il feretro del boss, che si ricorda era agli
arresti domiciliari perché condannato all'ergastolo per l'omicidio di
Francesco Imposimato, fratello del giudice Ferdinando.
(4 settembre 2007-12:30)