DISCARICA LO UTTARO: A CASERTA L'ARIA PUZZA 24 ORE SU 24
Data: Martedì, 04 settembre @ 08:30:20 CEST
Argomento: Ambiente




Caserta (di Giuseppe Messina – Comitato Scientifico di Legambiente) - Caserta e l’intera conurbazione è invasa da una puzza o, più correttamente, da un puzzo tremendo che ci accompagna 24 ore al giorno ormai da mesi. La causa è la discarica illegale e pericolosa di Lo Uttaro. Se tale problema fosse un fatto fisiologico alla vita e alla gestione di una discarica, potremmo sostenere, per l’ennesima volta, che la scelta è stata sbagliata. Se invece le cose non stessero così dovremmo allora affermare che la gestione dell’impianto è dir poco carente. Non si scappa, delle due l’una. Il punto è che cos’è la puzza? C’è da preoccuparsi? Fa male? Approfondiamo la questione. Occorre preliminarmente ricordare che il sistema di smaltimento della discarica controllata è nella fase di esercizio attivo sicuramente il più economico ma, oltre a costituire uno spreco di materiale altrimenti riutilizzabile, ha ovvie controindicazioni ambientali e costi nel tempo notevoli e, quasi sempre, sottovalutati. La sua base e le sue sponde laterali devono essere isolate dal terreno mediante opere di impermeabilizzazione atte ad evitare contaminazione delle falde acquifere. La discarica funziona come un reattore, nel quale entrano rifiuti solidi urbani, acqua e terra ed escono biogas, percolato liquido e prodotti da processi anaerobici e, in parte, aerobici. Le leggi in materia ( in particolare il Dgls n.36 del 2003 art.2.6) stabiliscono che il gestore degli impianti di discarica come Lo Uttaro deve adottare misure idonee a ridurre al minimo i disturbi ed i rischi provenienti dalla discarica e causati da: emissione di odori, essenzialmente dovuti al gas di discarica e a materiale leggero trasportato dal vento; produzione di polvere; rumore e traffico; uccelli, parassiti ed insetti; formazione di aerosol; incendi. Tralasciando per benevolenza il rumore, il traffico, i parassiti e gli uccelli cose queste sotto gli occhi di tutti e attenendoci al tema parliamo di aerosol. Che cos’è? Sono “particelle finissime di polveri o goccioline originate dalla combustione di combustibili fossili, foreste e biomasse, e dall'inquinamento industriale”. Tali particelle, sollevate dall’aria sono trasportate e diffuse nell’ambiente originando autentico pericolo per la salute pubblica, gli animali e l’ambiente in generale. Hanno dimensioni di 1–100 micron. Si formano per fenomeni di condensazione o per atomizzazione. Il fenomeno è amplificato dalla componente acqua che interagisce con alcuni inquinanti formandone altri (attività sinergica). Siamo quindi di fronte ad un vero e proprio inquinamento atmosferico in quanto, di fatto, è stata modificata la normale composizione o stato fisico dell'aria atmosferica, dovuta alla presenza in essa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell'aria e di costituire pericolo, ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell'uomo, compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell'ambiente, alterare le risorse biologiche, gli ecosistemi e i beni materiali pubblici e privati. Il periodo di permanenza di un inquinante nell'atmosfera dipende dal suo tempo di residenza determinato dai processi di immissione e conversione chimica dei composti inquinanti stessi. Lo sversamento quotidiano e costante di rifiuti nella discarica dall’aprile scorso sta determinando un tempo di residenza costante. Per attenuare questo fenomeno si usano spesso dei deodoranti che, generalmente, sono costituiti da miscele di essenze vegetali, mentre da un punto di vista chimico sono terpeni cioè macromolecole con una lunga catena carbonatica (quindi di alto peso molecolare) e numerosi doppi legami. Presentano un gruppo funzionale che li caratterizza (aldeidi, chetoni, esteri, alcool). Esempi concreti di terpeni sono la fragranza che emana dai petali di rosa o le essenze che si liberano dalla buccia degli agrumi. Macromolecole di questo genere possano trasformarsi in “catcher o acchiappatori“ di cattivi odori, generalmente molecole più volatili e a basso peso molecolare. Associazioni di molecole attive, facilmente reattive, poco specifiche per una data molecola e una data reazione, che agiscano in sinergia con le altre e che siano facilmente solubili. In questo modo si cerca di ottenere la reazione di destrutturazione delle molecole maleodoranti e non il semplice effetto mascherante. Tuttavia, nonostante i progressi tecnologici nel trattamento dei rifiuti conferiti a discarica, gli inquinanti prodotti, anche quando in quantità minore, continuano a rappresentare elemento di fondata preoccupazione, soprattutto a causa della loro pericolosità intrinseca (bassa biodegradabilità ed elevata bioaccumulabilità). Oltre ad un diverso approccio al ciclo dei rifiuti, l’adozione di tecnologie avanzate congiunte a buone pratiche di gestione e ad efficaci controlli sono fattore imprescindibile per minimizzare i rischi per l’ambiente e per la salute dei lavoratori e delle popolazioni. L’epidemiologia ambientale può dare un rilevante contributo nello studio delle cause di malattie ambiente-correlate e per la sorveglianza su ambiente e salute. Indagini di valutazione preventiva d’impatto sulla salute possono dare un contributo fondamentale all’effettiva prevenzione primaria. E’ necessario che le autorità sanitarie locali promuovano anche con il concorso del CNR o di altra autorità scientifica riconosciuta campagne di indagine per la determinazione di sostanze odorigene e per la valutazione del livello di inquinamento da microinquinanti inorganici (metalli pesanti e particolato) ed organici (sostanze organiche volatili, idrocarburi policiclici aromatici, diossine ecc.) nella conurbazione casertana dove è stata realizzata la discarica di Lo Uttaro e dove si è diffuso il puzzo generato dalla cattiva gestione della discarica in parola. Con i numeri sconcertanti del disastro ambientale e sanitario (il 45% almeno del territorio campano inquinato, malformazioni infantili dell'84% sopra la media nazionale e aumenti della mortalità tumorale del 12%, secondo i dati dell'OMS) generato principalmente dal settore dei rifiuti, l’aver scelto Lo Uttaro, area indicata nello studio dell’OMS, quale sito per realizzare un’ennesima discarica per rifiuti e assistere ad una gestione a dir poco carente, di fatto dimostra come la questione prescinde dal bene comune e da una sana gestione della cosa pubblica per trasformarsi in affari sulla pelle della gente. A proposito: quando il privato (v. Mastropietro) chiederà i danni per inquinamento? Caro Presidente A.P. di Caserta, sei riuscito con un protocollo burla (grazie ai tuoi onestissimi tecnici) a vanificare il lavoro prefettizio che, pur alle prese nel 1994 di un’effettiva e devastante emergenza, innanzitutto ambientale-affaristica, era riuscito per 7 anni ad impedire la commistione rifiuti pubblico-privata, tenendo ben separati i rifiuti privati. Dal tuo Ente ancora non c’è risposta sullo smaltimento del percolato prodotto dall’Ecologica Meridionale negli anni 80 fino a inizio 1994. (4 settembre 2007-08:29)





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