RIFIUTI, RAPPORTO UIL: CASERTA SECONDA CITTA' IN ITALIA DOVE SI PAGA DI PIU'
Data: Venerdì, 31 agosto @ 15:59:27 CEST
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Tra le città medie e piccole, Livorno risulta quella con la tariffa più alta pari a 331 euro (4,14 euro al mq), seguita da Caserta 314,60 euro annui (3,93 al mq)



CASERTA - Nel 2007, mediamente, le famiglie italiane verseranno 190,10 euro annui ai Comuni (e alle Province), importo corrispondente a circa 2,38 euro al mq, e con un aumento medio del 3,4 per cento rispetto al 2006 (183,88 euro), per la tassa/tariffa sui rifiuti solidi urbani. Ad affermarlo è Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, a seguito della III ricerca realizzata dal Servizio Politiche Territoriali Uil, che ha analizzato le tariffe per i rifiuti delle 104 città capoluogo di Provincia per gli anni 2006-2007. La ricerca, spiega Guglielmo Loy, ha preso come campione un nucleo familiare di quattro persone con una casa di 80 metri quadrati.. Gli importi sono comprensivi delle addizionali comunali (10 per cento) o dell’Iva (10 per cento) per chi applica la tariffa, e del tributo provinciale (facoltativo fino a un massimo del 5 per cento), e tengono conto anche della composizione del “nucleo” per le famiglie (quelle che vivono in una città che applica la tariffa). Se si analizzano le tariffe applicate dalle città capoluogo di Regione, è Perugia la città in cui la tassa sui rifiuti costa di più con un gettito annuo di 249,16 euro (3,11 euro al mq), seguita da Trieste con 247,50 euro (3,09 euro al mq), da Cagliari con 244,72 euro (3,06 euro al mq), da Venezia con 241,99 euro (3,02 euro al mq), da Roma con 239,80 euro (3,00 euro al mq), da Napoli con 226,20 euro (2,83 euro al mq), da Milano con 209,80 euro (2,62 euro al mq), da Palermo con 208,84 euro (2,61 euro al mq) da Genova con 186,48 euro (2,33 euro al mq), da Bologna con 185,85 euro (2,32 euro al mq), da Torino con 182,20 euro (2,28 euro al mq) mentre, le meno “care” sono Campobasso con 111,40 euro (1,39 euro al mq), Ancona con 121,50 (1,51 euro al mq), Firenze con 137,40 (1,71 euro al mq.), Catanzaro con 140,80 (1,76 euro al mq), Bari con 154,56 (1,93 euro al mq), L’Aquila con 160,75 (2,01 euro al mq), Aosta con 163,80 (2,04 euro al mq), Bolzano con 172,60 (2,15 euro al mq), Trento con 175,10 (2,18 euro al mq), Potenza con 174,80 (2,18 euro al mq). Tra le città medie e piccole, Livorno risulta quella con la tariffa più alta pari a 331 euro (4,14 euro al mq), seguita da Caserta 314,60 euro annui (3,93 al mq), Agrigento con 293,08 (3,67 euro al mq), Biella con 288,20 (3,60 euro al mq), Ferrara con 283,86 (3,55 euro al mq), Lucca con 282,70 (3,53 euro al mq), Alessandria con 282,05 (3,52 euro al mq), Enna con 278,70 (3,48 euro al mq), Taranto con 277,84 (3,47 euro al mq), Latina con 266,05 (3,33 euro al mq). Viceversa, mano più leggera a Reggio Calabria con 76,40 (0,95 euro al mq), Isernia con 91,45 (1,14 euro al mq), Matera con 100,30 (1,26 euro al mq), Cremona con 101,20 (1,26 euro al mq), Vibo Valentia con 103,05 (1,29 euro al mq), Viterbo con 111,32 (1,39 euro al mq), Pescara con 117,76 (1,47 euro al mq), Brescia con 125,35 (1,57 euro al mq), Ragusa con 126,56 (1,58 euro al mq), Lecco con 129,30 (1,61 euro al mq). Per quanto riguarda il tributo alle Province, nella stragrande maggioranza delle città, esattamente in 82, si paga il tributo più alto, equivalente al 5 per cento, mentre a Brescia e Chieti si paga la maggiorazione dell’1 per cento, a Siracusa il 2, a Ragusa, Taranto, Firenze, Treviso, Trapani ed Enna il 3 per cento, ad Agrigento, Pavia, Catania, Messina, Lucca e Foggia il 4, a Udine e Livorno il 4,5 per cento, a Piacenza il 4,6, ad Arezzo il 4,7, mentre ad Aosta, Trento e Bolzano non si paga tale maggiorazione. Sono 37 (il 35,6 per cento) le città che hanno apportato una maggiorazione dal 2006 al 2007. In particolare, gli aumenti più consistenti si sono avuti a Palermo con il 74,6 per cento, a Taranto con il 63,5, a Pordenone il 48, a Terni il 31,3, all’Aquila il 30 per cento, a Trieste il 27,5, a Cagliari il 19,8, a Roma il 15,88 per cento. A fronte di ciò, 7 città hanno diminuito la tariffa: Udine del 12,5 per cento, Lucca del 9,6, Teramo del 4,4, Belluno del 3,4, Livorno del 2,9, Rovigo del 2,3, Perugia dello 0,5 per cento. Sono quest’ultime tutte città dove è in vigore da qualche anno la tariffa e dove si applicavano aliquote al metro quadro tra le più alte d’Italia. Sono infatti 42 (40,4 per cento), le città capoluogo di provincia che hanno optato nel corso degli ultimi anni per il passaggio da tassa a tariffa. La tassa sui rifiuti è disciplinata dal Dlgs 507 del 1993, in cui si stabilisce che essa è dovuta per l’occupazione o la detenzione di locali ed aree scoperte a qualsiasi uso sono adibiti. I soggetti tenuti al pagamento di questo tributo sono coloro che utilizzano realmente l’immobile anche se non proprietari, nel caso di un appartamento dato in locazione, ad esempio, la tassa è pagata dall’inquilino. I Comuni devono varare un regolamento, che deve essere approvato dal consiglio, mentre spetta alla giunta stabilire, annualmente, l’importo da pagare. In particolare, il regolamento può prevedere una serie di riduzioni o esenzioni, come ad esempio la riduzione per i single, per nuclei familiari con bassi redditi o, dove vi sia, la presenza di un portatore di handicap. Il Dlgs 22/97, meglio noto come decreto “Ronchi” ha previsto la progressiva trasformazione della tassa in tariffa (Tia o Tari), entro il 2005. La finalità di questa scelta è ripartire il costo sulla base del criterio della effettiva produzione dei rifiuti e di coprire almeno l’85 per cento del costo del servizio. L’obbligo di istituire la tariffa è stato più volte prorogato, con le leggi finanziarie degli ultimi anni, mentre la finanziaria 2007, in attesa dell’entrata in vigore del Codice dell’Ambiente ha fatto divieto ai Comuni di passare quest’anno dal regime di Tassa al regime di tariffa. La Uil ritiene che la questione del reddito dei cittadini in generale, e dei lavoratori in particolare, debba essere una delle priorità dell’azione delle Istituzioni nazionali e decentrate e la questione fiscale e le politiche tariffarie non possono essere avulse da questo tema. La prossima legge finanziaria, di conseguenza, dovrà dare risposte più chiare e concrete al tema del reddito di milioni di famiglie che vivono di salario e pensioni. (31 agosto 2007-16:00)





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