GIORNALI: LA REPUBBLICA (ed. NAPOLI) SBAGLIA ANCORA SU CASERTA
Data: Martedì, 08 maggio @ 21:46:10 CEST
Argomento: Giornali e Giornalisti


Antonio Corbo, giornalista de la Repubblica dopo aver confuso qualche mese fa, in un precedente articolo, il nome del vescovo di Caserta, Nogaro (lo chiamò Vincenzo invece che Raffaele), oggi, in un altro articolo apparso sull'edizione di Napoli de la Repubblica, confonde San Nicola La Strada con Marcianise (vedi alla fine dell'articolo). Gli errori di battitura 'originali' su carta stampata vengono ripresi anche dall'Espresso on line dove si può visionare il pezzo. In 'neretto' i passaggi incriminati
. P.S. Dal comune di San Nicola dicono che non hanno ricevuto chiamate di Corbo...forse chiamava un altro sindaco...



Caserta (di Antonio Corbo) - È la scena di un terremoto. Come un palazzo crollato. Macerie. Pezzi di intonaco, mattoni, marmi, molta plastica, un tappeto di calce umida e ingrigita, cemento, bottiglie di birra vuote che ancora puzzano di vino, piatti di carta usati e gettati dagli operai di qualche cantiere. Sono macerie marce di pioggia e di sole scaricate negli ultimi giorni da dieci camion, sempre gli stessi. Senza ostacoli: né sindaci con tricolore, né parroci, né comitati, via libera, nessuno ci provi, è una discarica della camorra. Il clan Belforte la gestisce in esclusiva su suolo demaniale. Uno spiazzo senza progetti né futuro a San Nicola la Strada, cento metri da edifici bianchi nuovi, isolati. È del Comune ma l´ha privatizzato la famiglia più potente e temuta della vicina Marcianise. Il tenente Costantino Airoldi, arrivato per primo con i Noe, valuta in oltre cento tonnellate gli "inerti e rifiuti inerti non pericolosi", che sostengono l´accusa di "traffico e smaltimento illecito", nell´inchiesta dei pm Raffaello Falcone e Cristina Ribera, quella dei quattro arresti eseguiti ieri. Suolo pubblico scelto non a caso: nessuno rischia la condanna. I carabinieri sono arrivati alla discarica pedinando Camillo Belforte, l´erede. Ventisette anni, l´unico ancora libero fino a ieri. Il padre Domenico sconta una condanna a 22 anni, lo zio Salvatore liberato per indulto è stato subito ripreso, le rispettive mogli si dividono tra le prigioni femminili di Benevento e Pozzuoli. Estorsioni. Era rimasto fuori solo Camillo, che si è dedicato un´impresa edile: la "Cami srl", autorizzata quindi a sversare. La discarica è solo un ramo della holding dei Belforte, descritti come «clan retto dalla famiglia, mai estranei né pentiti, quindi impenetrabile». Alla grazia del cognome, Belforte, corrisponde un soprannome, truce. "I Mazzacane" egemoni dopo aver ridimensionato i Piccolo ("Quaquarone") e limitato l´espansione dei Bifone. Alleati ma non subalterni ai Casalesi, coprono San Nicola la Strada, Capodrise, il sud-ovest di Caserta, rione Santa Barbara. Entrano così nel giro dei rifiuti. La camorra, è questa la tesi degli analisti, protrae l´emergenza per due motivi: più facile accedere ai soldi del Commissariato, non è ancora attrezzata per gestire la raccolta differenziata. L´Anonima Rifiuti è tutta dei clan casertani. «Qui c´è l´emergenza ma anche chi vuol gestirla», spiegano al comando provinciale, guidato dal colonnello Carmelo Burgio che, arrivato a Caserta direttamente dall´Iraq, non immaginava di dover combattere anche la prima ecomafia italiana. Il comandante interregionale Elio Toscano ha fatto convergere a Caserta alcuni dei migliori ufficiali, e già si prepara al prossimo picco dell´emergenza rifiuti. I piccoli comuni sono sommersi. Franco Mottola, il generale che guida i carabinieri della Campania ha invece assegnato a Caserta, prima città in Italia, il Sita. Con il contrasto di calore, come una "termografia" in medicina, scopre rifiuti speciali fino a sei metri di profondità. È stata ricostruita con il Cnr la mappa dei veleni da un elicottero. Il rosso è l´amianto, l´arancione le scorie tossiche, attraverso i colori c´è il "male oscuro" del territorio con punti copiati dal satellite con il Gps, lo stesso che dà le coordinate ai pescatori per riportarli su secche e fondali preferiti. I carabinieri possono individuare tutti i depositi clandestini di rifiuti, in buche colmate negli anni. Partivano per il nord camion carichi di frutta, verdura, abiti, scarpe e tornavano con i rifiuti speciali delle imprese settentrionali. Sono come bombe. Da Castelvulturno a Marcianise è una provincia da sminare. Va bonificato anche il suolo della discarica scoperta ieri. Per ordine della magistratura, toccherà al Comune. Il sindaco di San Nicola La Strada non ha potuto commentare. Rispondeva un disco. E il numero di "Pascariello Angelo segreteria politica insieme per Marcianise" squillava a vuoto. (da L'Espresso On Line e la Repubblica edizione Napoli del 8 maggio 2007)





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