CASO CORRIERE DI CASERTA: LA REPLICA DEL SINDACO FALCO
Data: Domenica, 14 dicembre @ 16:59:55 CET
Argomento: Giudiziaria




"Sono a disposizione del magistrato e pronto a chiarire ogni cosa". Il sindaco di Caserta, Luigi Falco, si dice sereno anche se amareggiato dal fatto che il suo nome compaia nell'inchiesta a carico dell'ex editore del quotidiano "Il Corriere di Caserta", Maurizio Clemente. L'ex editore, da quanto emerge nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, avrebbe minacciato, in alcune occasioni, di avviare campagne di stampa diffamanti nei confronti di coloro che non accettavano di fare pubblicità sul suo giornale. Intanto, sull'edizione di sabato de "La Stampa" è comparso, accanto all'articolo in cui si parla della vicenda, un comunicato in cui si riferisce che in merito all'arresto "di Maurizio Clemente, indagato per fatti che coinvolgono la testata giornalistica Il Corriere di Caserta, l'Editrice La Stampa spa, in attesa di chiarimenti, in via cautelativa, sospende con decorrenza immediata l'abbinamento commerciale del proprio giornale La Stampa con i quotidiani Corriere di Caserta e Cronache di Napoli". Il primo cittadino di Caserta, dunque, è iscritto nel registro degli indagati perché, secondo l'accusa, avrebbe fatto da tramite in alcuni contrasti insorti tra l'imprenditore della sanità Pasquale Piccirillo e Maurizio Clemente. L'episodio che vede coinvolto Falco e sul quale stanno indagando gli inquirenti riguarderebbe un incontro avvenuto nell'abitazione di Dragoni del primo cittadino tra lo stesso sindaco Falco, l'ex editore del Corriere di Caserta, Maurizio Clemente e l'imprenditore della sanità Pasquale Piccirillo, anche egli con interessi, in Terra di Lavoro, nel mondo della editoria. «Ammettiamo per un attimo che questa versione risponda al vero: sarebbe incomprensibile, però, tutto quello che viene dopo», si dice a palazzo Castropignano. E cioé ci troveremmo di fronte alla bizzaria «di una campagna di stampa lanciata contro Falco, dopo l’incontro, dal Giornale di Caserta a cui il sindaco risponde - commentano gli ambienti vicini al primo cittadino - non con proposte di accordi sottobanco ma con una denuncia alla Procura della Repubblica». Se Falco avesse avuto un ruolo in quelle vicende estorsive - questo il ragionamento - certo non sarebbe andato di filato dai magistrati, con il rischio di un rimbalzo assai pericoloso. Per il momento il sindaco non si scompone. «L’avviso di garanzia era un atto dovuto, sono sicuro che questa storia - conclude - si sgonfierà in pochi giorni».





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