PORFIDIA (IDV) CONTESTA LA TURCO: I CAPI DI BESTIAME NON VANNO ABBATTUTI
Data: Giovedì, 19 aprile @ 18:40:46 CEST
Argomento: Politica




Caserta - La filiera bufalina è in agitazione. Gli agricoltori preoccupati. L’allarme brucellosi, con la conseguente richiesta di abbattimento del bestiame risultato infetto, ha spinto l’onorevole Americo Porfidia, (Idv) ad interrogare il ministro della Salute Livia Turco. “Il comprensorio della provincia di Caserta – scrive l’on. Porfidia - è caratterizzato ormai da anni dalla presenza sul territorio di numerose aziende nel settore allevamento del bestiame, in particolare della razza bufalina. L’intera zona è nota, infatti, per la produzione della filiera bufalina che produce lavoro e ricchezza per la popolazione dell’intera provincia”. “Nelle scorse settimane – si legge nell’interrogazione – le Asl alle quali appartengono diversi comuni, pare abbiano ravvisato la presenza, sui capi di bestiame dell’intero comprensorio, della brucellosi una malattia considerata estremamente contagiosa. In virtù di tali accertamenti è stato disposto l’abbattimento del sessanta per cento dei capi di bestiame. Da quanto mi è dato sapere, ed anche alla luce di nuovi studi scientifici, è stato sostenuto che la brucellosi può esser prevenuta con la somministrazione di adeguati vaccini nei capi giovani e può essere debellata completamente dal latte con procedure adeguate di pastorizzazione. Allo stato dei fatti, decidere per l’abbattimento dei capi di bestiame risultati positivi ai test praticati dalle Asl, comporta un gravissimo danno all’allevamento bufalino”. “Tenendo conto che la tutela della salute pubblica è obiettivo primario e che la filiera bufalina rappresenta un’enorme risorsa del territorio con un indotto lavorativo di circa 5000 persone, – continua Porfidia – chiedo di sapere se potrebbe essere sufficiente prender in considerazione l’ipotesi di analizzare il latte e qualora questo risultasse sano, evitare l’abbattimento del bestiame. Si potrebbe provvedere tuttavia ad imporre, rendendole obbligatorie per i caseifici, le procedure di pastorizzazione del latte, e comunque dividere i capi sani da quelli malati, e procedere ad un abbattimento graduale del bestiame colpito dal batterio della brucellosi”.





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