RIFIUTI, ACSA CE 3: OPERAI SENZA STIPENDIO SFASCIANO UFFICI CON ASCIA E MAZZE
Data: Martedì, 17 aprile @ 20:43:17 CEST
Argomento: Cronaca




Tre ex operai del cantiere di Marcianise del Consorzio rifiuti Caserta 3, oggi in forza alla ditta Igica di Caivano, hanno compiuto una irruzione armati di mazze e di un’ascia nella sede del Consorzio Acsa CE/3 Spa, al corso Giannone di Caserta, causando danni alle suppellettili e momenti di terrore tra gli addetti. A denunciare l’episodio è il commissario del Consorzio, il presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis. Il fatto è avvenuto subito dopo mezzogiorno. I tre ex dipendenti, che lamentavano il ritardo nel pagamento di pregresse spettanze, non appena entrati hanno preso a sfasciare vetrate e mobilia. La furia dei tre è stata interrotta dall’arrivo della polizia, che ha proceduto alla loro identificazione e alla denuncia degli stessi a piede libero con l’accusa di danneggiamento. Per il commissario De Franciscis, «l’atto gravissimo che è accaduto trova la sua origine nel clima di caos e anarchia generato anche dall’atteggiamento irresponsabile e demagogico di quanti non comprendono – o fanno finta di non comprendere – che si è andato negli anni oltre ogni limite nel non-governo del problema rifiuti in questa provincia. Dov’erano – si chiede De Franciscis – tutti costoro, quando il sistema di gestione che ha prodotto innumerevoli danni economici, issandosi come più fedele rappresentazione dell’immoralità, piuttosto che produrre e garantire servizi pagati dalle tasche dei cittadini si è risolto, invece, in una opportunità di indebito arricchimento per pochi? Al di là del debito accumulato – ha poi proseguito il commissario – c’è oggi da fronteggiare anche la drammatica assenza di liquidità del Consorzio Acsa a garanzia dei servizi offerti. Una situazione favorita dal fatto che anche importanti Comuni del bacino da mesi non corrispondono le quote ordinarie per la rimozione dei rifiuti solidi urbani. Il clima di deresponsabilizzazione che noto oggi, ad ogni livello, è pericoloso – conclude De Franciscis – e rischia di acuire ulteriormente i problemi legati allo smaltimento dei rifiuti». (17 aprile 2007-20:42)





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