*OPPORSI ALLA SINISTRA: INTERVISTA AL SENATORE CASERTANO LUIGI COMPAGNA*
Data: Venerdì, 13 aprile @ 14:40:32 CEST
Argomento: Politica




Giovanna Canzano
intervista
LUIGI COMPAGNA

13 aprile 2007

“L’idea di Casini, è sempre stata quella che a questa sinistra, bisogna opporsi dal centro più che dalla destra. Bisogna cercare di opporsi alla sinistra in modo pacato, moderato non giacobino, non leghistico, per lo meno senza quegli umori populistici leghistico”. (Luigi Compagna)

CANZANO – In questi giorni, dopo il voto sull’Afghanistan, si e parlato di Casini e il bipolarismo…

COMPAGNA – La mia gratitudine a Casini per avermi fatto ritornare in Parlamento nel 2001, non mi autorizza a farmi interprete del suo pensiero, e fra l’altro, fra poco ci sarà il congresso e la discussione. L’idea di Casini, è sempre stata quella che a questa sinistra, bisogna opporsi dal centro più che dalla destra. Bisogna cercare di opporsi alla sinistra in modo pacato, moderato non giacobino, non leghistico, per lo meno senza quegli umori populistici leghistico. Io su questa diagnosi mi sono trovato abbastanza con Casini, perché la Casa delle Libertà ha vinto nel 2001, perché aveva un voto meno giacobino meno estremistico. In questa idea di Casini non solo c’è molto di Berlusconi, ma c’è molto di quella che è stata la storia del rapporto fra Berlusconi e Casini, che è una storia più lunga di quella della mi appartenenza al centro destra. In nome dei valori liberali, mi sono sempre sentito un centrista. Nel 1994, mi candidai al centro, poi, sono stato uno di quei centristi che quando ha visto cadere il sistema imperniato sulle qualizioni al centro, fra il centro destra e il centro sinistra ha preferito il centro destra. Quello che è accaduto due settimane fa in parlamento nel voto sull’Afghanistan, non mi sembra sufficiente a parlare di questa irrimediabile fuga di Casini dalla collocazione che occupa attualmente, anzi Casini, nel 1997-98, con la scissione dei martelliani, è sempre stato molto sensibile a rispettare l’indicazione degli elettori. Credo che il voto sull’Afghanistan, sia stato un voto nel quale Casini avesse ragione sul merito del provvedimento, del resto anche Forza Italia lo aveva votato, e Berlusconi poteva avere ragione sulla condigenza, nel senso che al di là del merito, quel provvedimento evocava indubbiamente le vicende afgane del sequestro di Mastrogiacomo. Però ripeto, non ingigantirei e segnalerei invece, che se le opposizioni sono due o sono tre o quattro tanto meglio, perché quello che bisogna auspicare è che questo governo sia battuto il più presto possibile. Il governo è già stato battuto altre volte e non si può rimproverare a Casini né al suo odierno scarso feeling con Berlusconi il fatto che un governo che è stato battuto sulla politica di difesa e sulla politica estera si è ricostituito con una strana crisi nella quale si è parlato di riforme elettorali, argomenti degnissime ma il vero modo di questa coalizione e proprio la politica estera.

CANZANO – Casini allora non si è sentito responsabile?

Casini ha sentito delle preoccupazioni di coerenza di affidabilità che andavano al di là della vicenda. Però ripeto, non è che i voti di Casini sono andati a supplire una maggioranza di centro sinistra che non c’era, quindi in ogni occasione parlamentare l’opposizione o le opposizioni possono contare sui voti di Casini. Da questo punto di vista, mi piacerebbe vedere sia da parte di Casini si a da parte di Berlusconi sia da parte di Alleanza Nazionale sia da parte della lega, una opposizione un po’ più incalzante. Quello che non mi è piaciuto, è che si è regalato la scena al distinguo fra Berlusconi e Casini, e non si è notato come il Ministro egli Esteri avesse sfidato il Parlamento in una sorte di ambiguo gioco di illusioni allusioni etc. in tandem con Gino Strada, questo è inammissibile. Ci possono essere valori umanitari, la vita umana, per carità. Però nelle democrazie rappresentative, anche il soggetto Emergenzi, organizazione non governativa, deve essere statuale. Ci deve essere la responsabilità del governo di fronte al Parlamento, questo Ministro degli Esteri per dirla con il linguaggio delle nostre terre, è molto spesso un po’ un ‘guappo di cartone’ mentre invece nella democrazia moderna il Governo deve avere più umiltà nei confronti del Parlamento deve assumersi le sue responsabilità, meno guapperie, meno volgarità più umiltà e se è possibile, la politica estera di un paese della NATO come l’Italia non deve essere data in appalto alle interviste di Gino Strada

CANZANO – La politica in provincia come si rapporta con Roma?

COMPAGNA – Oggi non sono più parlamentare, sono tornato a fare il professore universitario (Luiss). L’aspetto più drammatico della casertanitudine è stata l’infausta nomina di questo vice commissario alla struttura dei rifiuti di Bertolaso, nella quale emergono profili di responsabilità politica del ministro Pecoraio Scannio. Rispetto a molte sensazione che alle volte si hanno e che sono molto diffuse, si crede che dal sud da Caserta, arrivano questi ambigui contatti tra la classe politica, classe amministrativa e delinquenza organizzata, altre volte vediamo invece che hanno dei profili più romani che casertani o meridionali.

CANZANO – La disorganizzazione viene da Roma?

COMPAGNA – In questa vicenda direi di sì anche se io non ho avuto esperienze nella amministrazione regionale, ma direi che nell’Italia meridionale la creazione delle regioni, è stata una esperienza deludente quasi fallimentare. Si sono accentuate le distanze fra centro e periferia tra campagna e città fra ricchi e poveri privilegiati e sotto privilegiati.

CANZANO – La differenza è più evidente al sud?

COMPAGNA – L’istituzione regionale ormai ha più di trenta anni, e, se si pensa alla complessiva storia d’Italia considero quello delle regioni un istituzione mal riuscita. Nel nostro percorso c’è, e bisogna farla funzionare il meno peggio possibile, cosa molto difficile, perché soprattutto la nostra la Campania vive la propria crisi istituzionale sul bassolinismo come fenomeno di crisi di classe dirigente.

CANZANO – Bassolini è al potere da molti anni…

COMPAGNA – Non farei una questione da quanto sta al potere, direi che è fallita la classe dirigente, si è rivelata una satrapia personale. Con il bassolinismo che è un fenomeno degli ultimi quindici anni siamo ritornati a quello che è un aspetto del sudamericanismo o del laurismo in Campania dei primi anni ’50.

CANZANO - La sinistra dice che è un partito progressista…

COMPAGNA – Mi è sembrato una gestione molto personalistico del potere, soprattutto molto poco trasparente. Ovviamente su nessuno, e neanche su Bassolino si possono incentrare una serie di responsabilità che sono più vaste, e che hanno un profilo istituzionale. Le regioni non sono riuscite ad essere una istituzione che avvicina i cittadini all’esercizio del potere pubblico, ma li hanno allontanati.

CANZANO – Quali sono le differenza tra sinistra e destra?

COMPAGNA – La sinistra ha un’organizzazione feudal-oligarchica, il centro destra ha invece una connotazione molto berlusconiana, ma, non si può dire che Berlusconi sia un personaggio dell’oligarchia politica. Berlusconi è un personaggio della storia italiana, non soltanto della storia politica e della storia del capitalismo. E’ una persona che ha giocato anche la carta della politica. A differenza di quello che fu il laurismo negli anni ‘50 che rimase sulla difensiva, senza contiuità, con una pressione lobbistica di interessi personali del suo gruppo. Da questo punto di vista questo gargarismo sul conflitto di interesse di Berlusconi da parte della sinistra è oramai molto consumato e spuntato.

CANZANO – La sinistra ormai non ha più niente da dire contro Berlusconi o trovano altri argomenti?

COMPAGNA – La sinistra esercita il potere quasi da perttutto, specie negli ultimi 15 anni, da quando sono crollati i partiti di centro, che, come ricordiamo, sono crollati sotto i colpi della sinistra e delle procure, dei giornali, di tangentopoli. Però, quando proprio non se lo aspettavano, è spuntata la figura di Berlusconi, che si è rivelato un avversario non banale e che ha consentito alla democrazia italiana di restare tale. Nella mia penultima esperienza parlamentare quella del 92-94, il combinato tra magistratura e sinistra politica, non senza qualche alleanza che una volta si chiamava la destra economica, sembrava che avesse l’egemonia assoluta, però spuntò Berlusconi e le cose in qualche motivo si riequilibrarono.

CANZANO – La caduta del Muro di Berlino e Tangentopoli sono stati dei scossoni che hanno avuto ripercussioni nella politica italiana?

COMPAGNA - Non tutta la sinistra ha avuto bisogno della crisi del 1989 per accorgersi che il comunismo era una ipotesi sbagliata, ed una soluzione sbagliatissima ai problemi di una sinistra moderna. Direi che stranamente, nella guerra civile della sinistra italiana, tra comunisti e socialisti, sembrava che le macerie del crollo del muro di Berlino cadessero sulla testa dei socialisti, che avevano avuto ragione, e, non dei comunisti che avevano avuto torto. Infatti, i comunisti, si affrettarono a cambiare il nome rifiutando, per ragioni di guerra civile, di chiamarsi socialisti e, oggi nel 2007, da questi precedenti episodi, derivano tutte le incertezze sulla nascita del partito democratico dell’ulivo a sinistra.

CANZANO – Ma i socialisti continuano tra di loro a fare bagarre come abbiamo visto l’episodio tra De Michelis e Caldoro.

COMPAGNA – Caldoro con una certa coerenza è riuscito ad essere Ministro nell’ultimo governo Berlusconi e quindi rivendica la sua collocazione nell’ambito del centro destra, che tra l’altro, che era una collocazione che aveva scelto il partito socialista di De Michelis. Al di là delle questioni personali, ritengo che De Michelis ritenga chiusa l’età berlusconiana di un socialista come lui, e guardi altrove. Per Caldoro invece, il berlusconismo è ancora un significativo punto di riferimento. Penso che al di là delle questioni personali, la sinistra italiana di questa generazione a mio giudizio, è la peggior sinistra della storia l’Italia. Una alternativa a questa sinistra, anche per un partito con una tradizione di sinistra, come quella socialista che però ha caro il valore della libertà, sia irrinunciabile.

CANZANO – La Francia con Sarkozy potrà avere ripercussioni anche in Italia?

COMPAGNA – Se non in Italia certamente in Europa. Qualche anno fa l’asse franco-tedesco in Europa era rappresentato da Schroeder e dal marchesino di Villepin e quindi, aveva quegli umori vetero gollisti (de Gaulle) di anti americanismo. Credo che un asse franco-tedesco costituito da Sarkozy, qualora vincesse, come Angela Merkel che, come tutti ricordiamo, ha fatto un governo di unità nazionale, nel quale non c’è la sinistra socialista, potrebbe riequilibrare le posizioni europee. L’Europa non ha contato quasi nulla sulla scena politica internazionale a mio giudizio, anche perché ha velleitariamente inseguito posizioni antiamericane anti-iraeliane addirittura di neutralità nella guerra contro il terrorismo persino ammiccando talvolta ai talebani agli hezbollah hamas etc.

NOTE BIOGRAFICHE:
Professore Ordinario di Storia delle Dottrine Politiche presso la Facoltà di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli, è nato il 24.11.’48 a Napoli.
Nel 1968 ha iniziato a collaborare a "Nord e Sud", la rivista fondata e diretta da suo padre, Francesco Compagna.
Borsista del CE.S.E.S., Centro studi e ricerche su problemi economici e sociali di Milano.
Allievo dell'Istituto italiano per gli studi storici Benedetto Croce di Napoli. Assistente ordinario di Storia delle dottrine Politiche presso l'Università di Lecce, è divenuto titolare di tale disciplina alla facoltà di Scienze Politiche presso la Luiss Guido Carli di Roma, dall'anno accademico 1979-80.
Dal 1983 al 1989 è stato componente del C.U.N., Consiglio universitario nazionale.
Consigliere dell'A.N.I.M.I., Associazione nazionale per gli interessi del mezzogiorno in Italia.
Membro del direttivo del C.I.A., Comitato italiano atlantico.
Ha ricoperto più volte incarichi di segreteria, gabinetto, ufficio stampa per i Ministri per beni culturali, della pubblica istruzione, degli affari regionali e problemi istituzionali.
E' Presidente d'onore della Sezione Italiana dell'"International Commission for the History of Representative and Parliamentary Institutions.
Saggista e studioso di storia delle idee e delle istituzioni liberali, condirettore della Rivista "Libro Aperto" fondata da Giovanni Malagodi.
E' eletto senatore liberale nelle consultazioni politiche del 5-6 aprile 1992, nel Collegio Napoli III. E' rieletto senatore della Casa delle libertà nelle consultazioni politiche del 13 maggio 2001 nel collegio XIII della Campania e si iscrive al gruppo UDC. Fa parte della VII Commissione permanente del Senato "Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e,sport".
Fa parte della Delegazione italiana dell'Assemblea Parlamentare dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). E' Presidente del Comitato Italia-Israele dell'Unione Interparlamentare.
Pubblicazioni recenti - Parlamentarismo antico e moderno (2003) - La democrazia dei liberali (2000).






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