BIENNALE GIOVANI INDUSTRIALI, VETRELLA (CIRA): 'LICENZIERO' RICERCATORI'
Data: Domenica, 11 marzo @ 19:17:48 CET
Argomento: Enti e Comuni




Caserta (di Pietro Falco dal Corriere del Mezzogiorno di Domenica 11 Marzo 2007)

«Questo è un territorio che ha compreso perfettamente che ricerca, innovazione, università, non sono solo parole da convegno. Noi siamo la Regione che destina il 3 per cento del suo Pil per il trasferimento alle imprese di ricerca e sviluppo: più del doppio della media del Paese». Si parla di competitività e di evoluzione del modello industriale nella seconda giornata del VI convegno biennale dei Giovani imprenditori di Terra di Lavoro, e il governatore della Campania, Antonio Bassolino, pone sul tavolo un argomento concreto, quello delle risorse necessarie, per sottolineare che la Regione fa la sua parte fino in fondo. Ma la sua affermazione di principio, è destinata a suscitare polemiche — anche se solo indirette — e a dare la stura ad un ampio cahier de doleances da parte dei successivi relatori. «Conosco le università di almeno 30 Paesi diversi — obietta Sebastiano Maffettone, ordinario di Filosofia politica alla Luiss — e raramente ho visto tanto disinteresse nei confronti degli atenei come in Italia, sia da parte della politica che degli imprenditori. Da noi il territorio non è capace di produrre cultura come accade altrove. Negli Stati Uniti, ad esempio, il distretto industriale del New Jersey ha partorito l'Università di Princeton». Anna Rea, segretario regionale della Uil, osserva invece che «anche se investiamo il 3 per cento in ricerca, l'interazione tra imprese ed atenei è praticamente inesistente». Ed ammonisce: «Al Sud il sistema politico è ancora troppo pervasivo e condizionante per le imprese. Nei prossimi sette anni in Campania ci saranno da spendere 14 miliardi di fondi strutturali: possono essere l'ultimo treno per far ripartire l'economia, vanno gestiti al meglio». Domenico Menniti, titolare del marchio Harmont & Blaine, « passato in pochi anni — sottolinea — dal massimo della mediocrità al Confindustria Awards for excellence», porta la sua testimonianza di imprenditore di successo. La ricetta è semplice, e pienamente in linea con le tesi del convegno: «Puntare sulla parte "software" per realizzare prodotti di eccellenza, e insieme comunicare storia, una tradizione » . Ma quello di Menniti è soprattutto un intervento franco, al limite della ruvidezza, che non risparmia critiche alle istituzioni («Le imprese campane partono con l'handicap: non è possibile che debbano pagare l'Irap perché la sanità regionale è un disastro») ed agli atenei («Perché ci sia interazio ne con le imprese ci deve essere effettiva qualità») . L'attacco più duro arriva, però, dal presidente del Cira, Sergio Vetrella, che denuncia un taglio dei contributi a sua disposizione di ben 2,5 milioni di euro, sancito con l'ultima finanziaria: un'assurdità inspiegabile, che accade proprio mentre il centro di ricerche sta dando lustro al Paese a livello internazionale con lo sviluppo del programma Usv (navicella spaziale senza pilota): «Ciò vuol dire togliermi i soldi per pagare i ricercatori — osserva sconsolato Vetrella — sarò costretto a tagliare posti di lavoro in un momento così delicato. Eppure stiamo andando avanti esclusivamente con i soldi del Prora avuti nel 1989: nessuno ci ha mai dato più una lira, in seguito» .Ma ce n'è anche per il livello locale: «Sono almeno 5 anni che chie do inutilmente una fermata d'autobus vicino al Cira, dove ogni giorno lavorano 500 persone: ma evidentemente si tratta di una cosa troppo difficile da ottenere». Infine il dibattito sulla riforma elettorale. Protagonisti, il coordinatore siciliano di Fi, Angelino Alfano, e il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Daniele Capezzone. Il primo guarda al referendum come ad « una pistola puntata alle tempie dei partiti, affinché partoriscano autonomamente una proposta condivisa » . Per il secondo, invece, il problema sono proprio i partiti, troppo pervasivi e poco disposti a veder sminuito il loro peso: «S'è mai visto — si chiede ironicamente — un tacchino che prepara il pranzo di Natale?".





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