LANCIATO DALLA SARDEGNA LA PRIMA NAVICELLA PROGETTATA DAL CIRA DI CAPUA
Data: Sabato, 24 febbraio @ 13:27:36 CET
Argomento: Scienza




Questa mattina ha compiuto con successo la sua prima missione l’USV (Umanned Space Vehicle), il primo velivolo aerospaziale italiano senza pilota, progettato, quale sofisticato laboratorio di ricerca, dal CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) di Capua (Caserta) e realizzato con il contributo di importanti industrie nazionali del settore. Il lancio è avvenuto alle ore 8,30 dall’Aeroporto di Tortolì in Sardegna, nei pressi del Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ). La missione si è conclusa alle ore 10,30 con l’ammaraggio dell’USV, in una zona di mare isolata e controllata dal PISQ. Il team del CIRA, che ha curato la messa a punto del velivolo, i dettagli della missione e diretto le operazioni all’interno dell’aeroporto, era pronto per il lancio dal 24 gennaio; in attesa solo delle condizioni meteorologiche adatte per dare il via alle operazioni. Condizioni che si sono verificate stamattina, quando nelle prime ore dell’alba, si è proceduto con il gonfiaggio del pallone stratosferico che doveva portare il velivolo, privo di propulsore, ad una quota di 21 km. Sistemato in posizione verticale grazie ad un sistema di verticalizzazione, il velivolo è stato agganciato al pallone ed ha cominciato la sua ascesa, durata 2 ore, che lo ha portato, prima alla quota di galleggiamento di 31 km e, successivamente, raggiunta l’area di sicurezza, alla quota stabilita di sgancio. Qui il velivolo è stato sganciato e lasciato cadere ad una velocità che ha raggiunto Mach 1,05. Durante la discesa, della durata complessiva di 70 secondi, ad una quota compresa tra i 16 e i 10 km, è stata effettuata la fase sperimentale, ovvero un manovra di richiamata transonica gestita in maniera completamente autonoma dal computer di bordo con l’acquisizione di molti dati scientifici di carattere aerodinamico e aerostrutturale. Gli oltre 500 sensori (tra prese di pressione, sensori strutturali e accelerometri), di cui è stato dotato il velivolo, hanno consentito di rilevare e trasmettere a terra una enorme quantità di dati, che saranno utilissimi per gli ulteriori sviluppi previsti dal programma. Un sistema di paracadute a tre stadi ha poi consentito l’ammaraggio del velivolo che è stato recuperato, in buone condizioni, dalla nave “Tavolara” della Marina Militare. Questo, in sintesi, lo svolgimento della missione, il cui obiettivo era simulare la parte finale del rientro in atmosfera di una navicella spaziale. La realizzazione di questa prima missione ha visto il coinvolgimento massiccio di enti governativi come l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), il CNR, l’Aeronautica Militare, la Marina Militare, l’ENAC/ENAV, la Capitaneria di Porto, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). A livello industriale, hanno partecipato Alcatel Alenia Spazio Italia, Carlo Gavazzi Space, Vitrociset, Space Software Italia, Techno System dev., ISL, DEMA, Marotta. Il programma USV si propone di investigare le complesse fasi di volo ipersonico in atmosfera e di rientro dallo spazio per mettere a punto alcune delle principali tecnologie e metodologie che consentiranno, alle nostre imprese, di sviluppare i velivoli operativi del futuro con prestazioni di notevole manovrabilità durante il volo atmosferico. Il programma USV, ed in particolare i primi due velivoli già realizzati, Castore e Polluce, che si alterneranno nei voli, rappresenta un esempio unico al mondo di dimostratori aerospaziali attualmente operativi. Iniziato nel 2002, il termine del programma è previsto nel 2012. Il costo, estremamente contenuto rispetto agli investimenti normalmente richiesti in questo settore è pari a 179 milioni di euro, di cui 86,7 finanziati dal PRORA (Programma Nazionale Ricerca Aerospaziale) e 80 richiesti nell’ambito del PASN (Piano AeroSpaziale Nazionale). “Innanzitutto desidero esprimere il mio ringraziamento e le mie congratulazioni al team integrato, guidato dal CIRA, che ha consentito, con grande professionalità, di raggiungere un risultato così importante per la nostra Nazione. Le notevoli competenze scientifiche e le strutture all’avanguardia che il CIRA è riuscito a realizzare in pochissimi anni, unitamente all’importante collaborazione di aziende nazionali del settore ed altri gruppi di ricerca – ha dichiarato SERGIO VETRELLA, Presidente del CIRA - ci hanno consentito di iniziare un programma cui altri paesi hanno rinunciato, compiendo i primi passi verso lo sviluppo di quelle tecnologie che porteranno alla nuova generazione del trasporto aerospaziale. Inoltre, questa prima missione dell’USV, resa possibile dalla collaborazione fra un centro di ricerca e piccole, medie e grandi imprese, con il supporto fondamentale di molte istituzioni, dimostra come il Sistema Italia abbia funzionato perfettamente e possegga grandi potenzialità”. Il raggiungimento del primo obiettivo di programma ha richiesto l’impegno e la dedizione di oltre 100 tecnici, il cui lavoro è stato coordinato dall’Ufficio Programmi Spaziali del CIRA, guidato da Gennaro Russo. (24 febbraio 2007-13:25)





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