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AL PICCOLO TEATRO CTS VA IN SCENA 'KOROIBOS, IL DOPATO DI OLIMPIA'


Con lo spettacolo di questa settimana, il Piccolo Teatro Cts di Caserta è ormai arrivato al quindicesimo appuntamento della stagione teatrale. Per questo fine settimana, sabato 24 alle ore 21 e domenica 25 alle 20, è previsto in prima nazionale lo spettacolo Koroibos, il dopato di Olimpia, presentato dalla Compagnia Adramelek Theater di Andrej Adramelek, con Angelo Grieco, Sandro Scarpelli e Filippo Bubbico, che ha curato anche la regia. Nella pièce l'atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava accesso alle più alte cariche politiche. Fa da contrappunto a Koroibos la madre Callipatera, la sua coscienza, la quale gli rammenta l'onore del padre defunto, pescatore e persona giusta tanto da diventare capo del villaggio. Il trait d'union è Pittaco, poeta cantore della semidivinità dell'atleta. Figura melliflua e amante di Koroibos, egli oscilla tra la poesia moralistica e la funzione di mistagogo, pronto a somministrare bevande che portino al contatto con l'Olimpo degli dei e dello sport. La storia della vittoria si svolge fino al drammatico scontro di Koroibos con la madre, invano protesa alla ricerca di una via di salvezza lontana dalla droga, dal lusso e dagli eccessi. Il ritorno all'isola della semplicità di Lussino rimarrà una vaga chimera aggirantesi tra il sangue sparso degli affetti primari elusi, tutto là tra Olimpia e i sacri misteri di Eleusi. Queste alcune note di regia. L’autore attraverso il regista e gli attori esprime situazioni estremamente attuali quali la presenza della droga nelle competizioni sportive e la conflittualità da sempre esistente fra la figura materna e la progenie. Altro tema di straordinaria modernità è l’omosessualità espressa con eleganza unita a senso critico e complicità. Il regista, interpretando il senso del testo, impregna le situazioni di estrema ironia, fino a culminare con l’ultima scena straziante e drammatica. Di fatto nella messa in scena estremamente surreale e atipica i personaggi vivono in un mondo senza tempo di oggi, di ieri e di domani. Il coup de théâtre è la madre rappresentata da un uomo secondo vecchie tradizioni teatrali dalla Grecia fino all’avvento del teatro francese nella metà dell’800. (21 febbraio 2007-20:38)

 
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