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CASERTA, MACRICO: CASERTANI (IRONICI) A DON ARAGOSA. INSALATA, NON CEMENTO


Caserta (di Luca Kocci) - Ironia e otto per mille sono le armi che scelgono i cittadini di Caserta per continuare la mobilitazione a difesa del Macrico, l'area di 33 ettari in centro città che l'Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc) – il proprietario – e l'Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc) vorrebbero vendere al Comune per 35 milioni di euro oppure ai palazzinari per almeno il doppio. Centinaia di casertani stanno infatti inviando a Cesare Testa, direttore generale dell'Icsc, e a don Antonio Aragosa, presidente dell'Idsc di Caserta, una lettera in cui chiedono di poter prendere in affitto 100 metri quadrati di terra, all'interno del Macrico, "da utilizzare per attività agricole". Una richiesta motivata da un precedente, reso noto da Adista oltre un mese fa: l'Idsc aveva ceduto in affitto "per uso agricolo" un altro terreno di sua proprietà (2.600 metri quadrati a Marcianise), per 13 euro al mese, ad un noto camorrista della zona, Pasquale Belforte, che invece aveva iniziato a costruirvi un centro ippico (v. Adista nn. 7, 11 e 13/07). Un contratto su cui l'Istituto centrale non aveva avuto nulla da eccepire e che solo l'intervento del vescovo di Caserta, mons. Raffaele Nogaro, aveva imposto a don Aragosa di annullare. Prende le mosse da qui l'ironica provocazione dei casertani: "Ch.mo dottor Testa – si legge nella missiva, di cui Adista è in possesso, inviata all'Icsc e, per conoscenza, all'Idsc –, con questa lettera le presento la mia disponibilità a prendere in fitto, secondo il massimo canone annuo previsto e secondo le norme di legge, metri quadrati 100 da utilizzare per attività agricole all'interno dell'Area ex-Macrico". Prosegue la lettera: "La mia intenzione è di utilizzare l'area in questione come orto dove seminare e piantare insalate, verdure, legumi e cucurbitacee per uso familiare. Intendo anche offrire alla mia parrocchia parte significativa delle mie attività agricole che realizzerò senza ricorrere a sostanze chimiche o nocive e utilizzando soltanto concime stallatico naturale. Mi impegno fin da ora a mantenere l'uso del terreno esclusivamente agricolo senza allevare alcun genere di animali, siano essi da cortile, da pelliccia, da corsa o feroci. Mi impegno ugualmente a non edificare alcunché, siano essi stalle, uffici, ville signorili, palazzi, condomini, case comunali, residenze per artisti, parcheggi o alberghi a cinque stelle con enormi vetrate" (ci si riferisce ai vari progetti che amministrazioni locali e costruttori edili vorrebbero realizzare sul Macrico, v. Adista n. 9/07). Contestualmente, si legge ancora, "dichiaro di essere incensurato e di non avere alcun carico pendente" (il richiamo è all'affittuario del terreno di Marcianise di proprietà dell'Idsc, il camorrista Pasquale Belforte – fratello di Domenico e Salvatore, capi del clan Mazzacane –, con precedenti penali per tentato omicidio e traffico illegale di armi). Dopo l'ironia, i cittadini mettono sul piatto l'otto per mille, che viene gestito direttamente dall'Icsc dopo la revisione del Concordato del 1984: vorremmo continuare a destinare l'otto per mille alla Chiesa cattolica – scrivono i casertani –, ma se gli Istituti per il sostentamento del clero andassero avanti nei loro propositi speculativi, potremmo anche valutare di indirizzarlo ad altri soggetti. "Vorrei sinceramente continuare a destinare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica – si legge nella lettera – dalla quale però mi aspetto non un dono, so bene che questo non è previsto dallo Statuto del Icsc, ma un atto di giustizia nei confronti dei tanti abitanti di Caserta e dei paesi limitrofi, soprattutto bambini, costretti a convivere con cave, cementifici, discariche e con un tasso di mortalità per tumori tra i più alti d'Italia. Non vogliamo nessun dono, ma fittate a noi l'area ex-Macrico e non cedete alle lusinghe delle cooperative rosse, della Compagnia delle Opere, di Confindustria Campania (secondo molte voci fra i pretendenti all'acquisto del Macrico, ndr) e dei palazzinari locali tutti impegnati a fare sull'area un buon affare". Sul fronte politico, intanto, qualcosa si muove. Lo scorso 15 febbraio, in un incontro fra il sindaco di Caserta – a cui i cittadini hanno anche chiesto di convocare un Consiglio comunale aperto al pubblico sulla questione Macrico – e alcuni assessori di Provincia e Regione, si è immaginato un percorso di acquisizione e risistemazione dell'area da parte degli enti locali: un progetto da cento milioni di euro da attuare con i fondi regionali per la riqualificazione delle aree urbane e strategiche. Ma non è affatto detto che Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania, sia d'accordo. (da Adista)

 
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