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INFORMAZIONE, MASH-UP GIORNALISTICO: GAZZETTA DI CASERTA SCONFESSA SE STESSA

Il dj Molella di Radio Deejay e la sua rubrica dedicata al Mash-Up. Tecnica che a volte può essere anche applicata al giornalismo. Il caso.


La Gazzetta di Caserta sconfessa se stessa: a distanza di cinque giorni da una notizia pubblicata dallo stesso quotidiano locale che annunciava un’indagine a carico di alcuni poliziotti del commissariato di Santa Maria Capua Vetere, oggi la testata casertana torna sull’argomento con un titolo eloquente: «Fango sul commissariato di polizia» Leggi qui. A «gettarlo», il 12 febbraio scorso, era stato – secondo i due direttori della Gazzetta, uno «editoriale» e l’altro «responsabile» - uno stesso collaboratore del foglio di via G.M. Bosco, tale Elio D’Aurenti pseudonimo di un giornalista che aveva lanciato qualche tempo fa lo scoop sul padre indagato di Roberto Saviano (notizia mai rinnegata dalla Gazzetta. Peraltro, apprendiamo, lo stesso giornalista giorni fa è stato prosciolto da un procedimento per diffamazione per un articolo pubblicato sempre sulla Gazzetta di Caserta con le stesse caratteristiche con cui è stato pubblicato quello del 12 febbraio 2007).
Ma perché questa corsa alla sconfessione di sé stessa, da parte della Gazzetta di Caserta? Per la verità, secondo qualcuno, è un gesto nobile che alcuni quotidiani dovrebbero fare a giorni alterni per casi simili. Ma lasciamo stare.

Il Mash-Up giornalistico che ha fatto scoppiare il caso

Chi è giovane come chi scrive (!!!) saprà che il dj Molella di RadioDeejay (nella foto) ha addirittura inventato una rubrica sul Mash-Up (è una tecnica musicale che consiste nella miscela di due o più canzoni anche appartenenti a generi differenti mediante l'uso del computer, o anche di giradischi, sovrapponendo alla base detta anche instrumental il cantato ovvero l'a cappella con l'aggiunta di vari effetti tipici della musica elettronica ad es. scratch). Bene, il collaboratore in questione, ha «mixato» tre o quattro situazioni diverse redigendo un unico articolo (senza nomi) per il quale sono scoppiate le ire di vari appartenenti alla polizia. Sono seguite telefonate, interrogatori informali e oggi il frutto di un accordo con l’articolo che sconfessa lo stesso quotidiano e per riflesso il collaboratore.

Ma la colpa di chi è?

Sappiamo che ogni giorno i giornali locali sono alle prese con il cosiddetto «riempimento» delle pagine, dove spesso entra di tutto e senza nemmeno troppo controllo. Il caso della Gazzetta di Caserta calza a pennello: qualcuno dice che la «colpa» di articoli frutto poi di querele o azioni peggiori non è dei collaboratori che scrivono…ma di chi gli consente di farlo. Per esempio: quando nella redazione della Gazzetta è arrivato il «clamoroso» scoop nessuno, forse, si è preso la briga di domandare all’autore una sorta di «certificazione»: documenti, fonti e altro. Tanto per stare a posto. Collaboratore affidabile, oro colato! E via con il titolo (pare che volessero addirittura dedicargli l’apertura del giornale) nemmeno tanto nascosto.

Il licenziamento senza assunzione

La vicenda, naturalmente, ha creato la sospensione del collaboratore che da quattro giorni non firma più. «Lo hanno licenziato…», è la voce rimbalzata fra gli addetti ai lavori. Ma come si fanno a licenziare giornalisti non assunti?

Un po’di analisi giornalistica

Il sistema delle collaborazione nell’informazione locale sarebbe oggetto di un’approfondita analisi: altro che proteste di lavoratori che si lamentano per due o tre mesi non pagati. Ma è anche vero che a fronte di tanti collaboratori anche a 100 euro al mese, c’è chi si può ritenere fortunato con qualche assunzione sui-generis. (17 febbraio 2007-21:00)

 
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