Nove aziende zootecniche bufaline della provincia di Caserta sono state sequestrate dai carabinieri del Nas su disposizione della Dda di Napoli. Le indagini hanno consentito di accertare che i titolari degli allevamenti sequestrati, avvalendosi della compiacenza di pubblici veterinari in corso di identificazione, avevano falsificato i prelievi ematici effettuati nel corso della profilassi obbligatoria in modo da far apparire sane mandrie in alcuni casi infette da brucellosi per oltre il 50% dei capi. Il tentativo di eludere, da parte degli allevatori, i controlli sulla brucellosi - sottolineano gli investigatori - ha consentito la diffusione abnorme della malattia nell'ambito del patrimonio zootecnico nazionale; l'immissione nella filiera alimentare di prodotti lattiero-caseari e di carne ottenuti anche da animali malati, con grave rischio per la salute pubblica. In proposito, gli investigatori riferiscono che - secondo fonti della Regione Campania - i casi di brucellosi umana nell'ultimo triennio sono stati 264, di cui 89 nella sola provincia di Caserta. Una volta ottenuta la qualifica di allevamento "ufficialmente indenne" le aziende potevano conferire il latte non pastorizzato ai caseifici inseriti nel circuito della produzione della mozzarella di bufala campana Dop. Nel corso dell'operazione, inoltre, è stato accertato un preoccupante abuso di farmaci veterinari acquistati dagli allevatori senza prescrizione medica. Sono in corso verifiche per accertare eventuali collusioni con la camorra. (9 febbraio 2007-16:00)
Brucellosi, parla senatrice De Petris
"Abbiamo più volte segnalato, anche in ambito parlamentare, il rischio sanitario derivante dalla presenza endemica della brucellosi negli allevamenti della provincia di Caserta e la necessità di adottare interventi straordinari per tutelare i consumatori e un prodotto tipico di grande valore qual è la mozzarella di bufala Dop". Lo afferma Loredana De Petris, senatrice dei Verdi e capogruppo in Commissione Agricoltura, commentando l'operazione condotta oggi dai Nas nella provincia di Caserta che ha portato al sequestro di nove aziende di allevamento bufalino. "E' particolarmente grave - sottolinea la senatrice - la collusione delle strutture veterinarie pubbliche a cui si deve l'effettuazione di prelievi ematici sugli animali deliberatamente falsificati. Oggi stesso ho chiesto al Ministero della salute di disporre un'ispezione a tappeto in tutta la provincia di Caserta".
Allevatori, non spettacolrizziamo
"Mi auguro che al più presto il governo, la Regione Campania e l'Unione Europea diano il via al tavolo tecnico per risolvere il problema brucellosi in modo definitivo e che si ponga fine alla spettacolarizzazione degli aspetti negativi della filiera bufalina". Questa la posizione espressa dal presidente dell'Associazione nazionale allevatori specie bufalina, Raffaele Garofalo, in ordine al sequestro di oggi delle nove aziende zootecniche bufaline del Casertano. "Sino ad oggi - osserva Garofalo - sono mancate risorse finanziarie sufficienti ed uomini per contrastare il fenomeno. Non bisogna comunque generalizzare. La maggior parte degli allevatori bufalini vogliono una soluzione seria del problema che tenga conto della situazione economica e del tempo necessario per procedere agli abbattimenti, minimo 3 anni e le vaccinazioni nei comuni dove la malattia è endemica". "La strada giusta - conclude - sembra averla imboccata la Provincia di Caserta, che ha chiesto al più presto, nel vertice di Palazzo Chigi, di trovare un accordo anche con le organizzazioni di categoria, per porre mano ad un piano di eradicazione definitivo e che dia le necessarie garanzie finanziarie in termini di indennizzi agli allevatori".
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