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I RIFIUTI DEL CONSORZIO MILANO PULITA NEI TERRENI DEL CASERTANO


Santa Maria Capua Vetere, 24 Novembre 2003 (Casertasette) - Milano svuotata dall'immondizia grazie ad un traffico illecito di rifiuti falsamente trattati dalle aziende appaltatrici del «Consorzio Milano Pulita». Secondo l'accusa della Dda, infatti, finivano tra le province di Napoli e Caserta (in una cava o sotterrati in grossi appezzamenti di terreno) i rifiuti solidi urbani prodotti dagli abitanti di Milano poi dirottati dal Consorzio a varie ditte appaltatrici che dovevano trattarli. Per ospitare su un terreno casertano gli sversamenti (sia organici, pericolosi o speciali), al titolare di un appezzamento venivano corrisposti tremila euro al mese. Oltre al cosiddetto "tritovagliato", sui terreni casertani martoriati dai rifiuti sarebbero stati sversati anche fanghi industriali e banconote triturate provenienti dalla Banca d'Italia che in realtà dovevano essere trattate per diventare «composto biostabilizzato grezzo». Ma non solo, anche imballaggi ed altro provenienti dalla società milanese «Select» che inscatola legumi. Il tutto con la complicità, in alcuni casi, di un laboratorio di analisi della provincia di Frosinone. Sopra tutti, secondo l'accusa, Luigi Cardiello, nativo della provincia di Salerno ma da anni residente in provincia di Lucca. Ma la cittadina toscana non è l'unica provincia d'Italia interessata dall'operazione. In una telefonata intercettata dagli inquirenti, Cardiello si sarebbe vantato di trasforamre l'immondizia in oro: di qui il soprannome di «Re Mida» come è stata pure denominata l'inchiesta. Le indagini dei carabinieri del Noe avrebbero consentito di scoprire un'associazione a delinquere commessa soprattutto da imprenditori accusati, a vario titolo di aver organizzato una complessa e articolata attività di traffico illecito di rifiuti esteso in tutta Italia. Cento gli indagati dell'inchiesta ma soltanto 22 persone, su 40 richieste, sono stati raggiunti da provvedimenti: arresti in carcere, domiciliari o misure di interdizioni. Intanto, l'avvocato penalista Guglielmo Ventrone del foro di Santa Maria Capua Vetere, difensore dell'imprenditore Raffaele Coppola, fa sapere che sui decreti di perquisizione e sequestro degli indagati dovrà esprimersi il gip che nelle prossime ore dovrà convalidare o meno il provvedimento del pm Cristina Ribera della Dda. L'attività illegale, secondo le indagini, si sostanziava in operazioni di intermediazione, trasporto, sversamento e stoccaggio di enormi quantità di rifiuti provenienti da diverse società di smaltimento del centro e nord Italia (tra cui la «Nuova Esa srl») nonché da alcuni consorzi per la gestione dei rifiuti solidi urbani tra i quali spiccano il «Consorzio Milano Pulita» e la «Tev». Tali società simulavano il trattamento dei rifiuti (separazione tra fase secca e umida) presso impianti situati in diverse parti d'Italia che erano nella disponibilità del gruppo criminale ma, in realtà, sversavano nelle cave in ricomposizione ambientale e paesaggistica e in terreni controllati dagli indagati. Tutto ciò, secondo gli investigatori, avrebbe determinato un ingente guadagno illecito per gli indagati e, soprattutto, come hanno sottolineato i magistrati della Procura napoletana «un incalcolabile danno ambientale». Gli indagati, grazie a questo traffico avrebbero movimentato nel solo periodo novembre 2002-maggio 2003 circa quanrantamila tonnellate di rifiuti con un giro d'affari di oltre tre milioni di euro (circa sei miliardi di vecchie lire), con l'evasione della cosiddetta ecotassa per circa cinqucentomila euro. I maggiori sversamenti avvenivano nella cava Magest di Giugliano (secondo l'accusa, controllata da Toni Gattola) ma gestita ufficialmente dalla Magest Service di Patrizia Colimoro. Cardiello sarebbe invece il gestore di fatto della General Eco, rappresentante legale della Rifor intermdiando grosse quantità di rifiuti provenienti dalla Tev (appaltatrice del Consorzio Milano Pulita) ma anche dalle ditte Resapel (prodotti conciari), Waste Recycling e Ecolevante. In questo caso i rifiuti erano destinati alla Biofert di Raffaele Diana, a Cancello Arnone, alla Rfg e alla Siser.

 
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