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CASO NOGARO: CONSENSI A PAROLE DI UN (VERO) PRETE CORAGGIOSO


"Anche nella Chiesa oggi è egemone e imperante quello che definisco un 'terrorismo pacifista'. Non ne possiamo più di preti che espongono l'arcobaleno della pace o che marciano in cortei sotto i vessilli delle bandiere rosse. L'intervento in Iraq è stato quanto mai necessario: vogliamo la pace, ma quella autentica, frutto della giustizia che a sua volta si afferma, ove necessario, con la guerra". Una settimana fa i volantini - distribuiti durante una manifestazione di Forza Italia, contro i preti 'rossi', oggi una omelia 'controcorrente'. E' quella letta ai fedeli da don Beniamino Di Natale, parroco della chiesa di Santa Maria dell'Arco a Pontepersica, a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli. Don Beniamino, 40 anni, ha esposto da una finestra della parrocchia due bandiere: il vessillo Usa a stelle e strisce e il tricolore. "Le ho esposte - dice il parroco che ha appena finito di celebrare messa - per sottolineare il mio dissenso con le parole del vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro. Lui rappresenta la fase estremistica e quindi terroristica di questo modo di pensare 'pacifista'. Terroristica perché lui vuole paralizzare le reazioni di buon senso. La nostra, le bandiere, la mia omelia, vogliono essere una reazione di ribellione ad una egemonia che purtroppo è presente in modo violento anche all'interno della Chiesa. La posizione del vescovo Nogaro è assolutamente insensata, contro la ragione e potremmo dire collaterale, di fatto, magari non volutamente, alla diffusione del terrorismo". Una settimana fa don Beniamino distribuì un volantino, durante una manifestazione di Forza Italia a Napoli in cui si scagliava contro i sacerdoti e i parroci che, a suo dire, appoggiano l'amministrazione comunale di sinistra di Castellammare di Stabia. "Avete scelto la parte sbagliata - si legge nel volantino - e perciò vi gridiamo vergogna!". Insomma il parroco di Santa Maria dell'Arco ha messo all'indice quelli che definisce "i preti di sinistra". "Noi preti di destra - dice - siamo emarginati rispetto a chi è omologato al potere. Persino il Papa credo abbia subito la stessa soggezione culturale imperante. Insomma si è accodato alla moda del momento per unanimismo". Parole dure quella di don Beniamino che nei giorni scorsi, lo rileva lui stesso, è stato invitato al silenzio dal vescovo di Castellammare di Stabia, monsignor Felice Cece. "Oggi però in chiesa - dice con orgoglio il 'prete di destra' - ci sono stati applausi alla mia omelia ed ho ricevuto in questi giorni, mentre la Curia tace, telefonate di solidarietà da altri sacerdoti che mi dicono che bisogna andare avanti. Insomma c'é un muro di gomma che impedisce a molti di parlare e di schierarsi contro l'egemonia dominante. Innanzitutto occorre rivendicare un pensiero alternativo rispetto all'unanimismo pacifista che domina e alla riduzione del Vangelo a stupida bandiera di pace". Ma quelle bandiere esposte le hanno dato dei problemi? "No - risponde il parroco - la gente ha capito e le mie idee stanno convincendo molti". Tra le iniziative del sacerdote anche un sito internet che è collegato ad un portale storico (sulla cui home page c'é un tricolore con i nomi delle 19 vittime di Nassiriya). "Le responsabilità dell'Onu, quelle della Francia e della Germania sono enormi in Iraq - si legge nel testo dell'omelia diffuso dal sacerdote -. A queste si devono purtroppo aggiungere quelle della Santa Sede che ha perseguito una politica insensatamente pacifista e se non vi fosse stata questa insensatezza non sarebbe stata necessaria la guerra e ora l'Italia non piangerebbe i suoi caduti". Ma il parroco di destra poi punta l'indice contro "i vescovi che hanno predicato il pacifismo, vescovi che sono i 'cattivi maestri'". "Questi cattivi maestri - conclude il testo dell'omelia diffuso oggi - portano sulla loro coscienza, perché moralmente responsabili, il sangue delle tante vittime di questi mesi e ora anche il sangue dei nostri carabinieri ecco peché riteniamo che le bandiere della pace sono macchiate di sangue. Quale pace vogliono questi vescovi? Quella che ci impongono i terroristi? Questa non è la pace del Vangelo. Questa è la pace dei cimiteri, non della giustizia, è quella dei cadaveri, non dei cristiani. Vogliono forse fare del nostro Occidente un deserto? Ma questo deserto chi avrà il coraggio di chiamarlo pace?".

 
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