Finalmente una voce (della Chiesa) fuori dal coro per dire basta alle bandiere arcobaleno della pace (dietro le quali si cela un business da milioni di euro). La voce arriva da un prete che si definisce di destra e che evidenzia che proprio quelli come lui sono emarginati rispetto ai più omologati al potere. Il protagonista è un parroco di Castellamare di Stabia che, in aperta polemica con il vescovo di Caserta accusato di "terrorismo pacifista", ha esposto questa mattina sulla sua parrocchia le bandiere americana e italiana. "Non ne possiamo più di preti che espongono l'arcobaleno della pace o che marciano in cortei sotto i vessilli delle bandiere rosse", ha detto nella sua omelia domenicale don Beniamino Di Natale, parroco della chiesa di Santa Maria dell'Arco a Pontepersica, una frazione di Castellamare. "Anche nella Chiesa oggi è egemone e imperante quello che definisco un 'terrorismo pacifista'", ha aggiunto. Successivamente ha spiegato di aver innalzato le due bandiere subito dopo la messa per sottolineare il suo dissenso "con le parole del vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro. Lui rappresenta la fase estremistica e quindi terroristica di questo modo di pensare 'pacifista'. Terroristica perché lui vuole paralizzare le reazioni di buon senso. La nostra, le bandiere, la mia omelia, vogliono essere una reazione di ribellione ad una egemonia che purtroppo è presente in modo violento anche all'interno della Chiesa. La posizione del vescovo Nogaro è assolutamente insensata, contro la ragione e potremmo dire collaterale, di fatto, magari non volutamente, alla diffusione del terrorismo". Mons. Nogaro aveva suscitato molte polemiche con una omelia nella quale, subito dopo la strage dei militari italiani a Nassiriya, metteva in guardia dal rischio per la Chiesa di benedire le armi e gli interventi armati. Don Di Natale non si ferma però a mons. Nogaro e sostiene che "persino il Papa" ha "subito la stessa soggezione culturale imperante, si è accodato alla moda del momento per unanimismo". "Noi preti di destra - conclude - siamo emarginati rispetto a chi è omologato al potere".