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SANT'ANGELO IN FORMIS, MAESTRA MANESCA. L'INSEGNANTE: 'NON SONO UNA CRIMINALE'


«Si tratta di un terribile equivoco che presto sarà chiarito. Non sono una criminale e presto potrò dire la mia verità su tutta la vicenda. Assunta Caruso, 50 anni, la maestra «interdetta» dal servizio presso la scuola elementare «Pier delle Vigne» si difende e, anche tramite il suo avvocato, il penalista Nicola Leone, ribadisce con forza di essere vittima di un linciaggio. Ad interdirla «dal pubblico ufficio di insegnante elementare» per abuso di mezzi di correzione, è stato il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Raffaele Piccirillo. Lei si protesta innocente dichiarandosi al centro di una clamorosa svista. Gli elementi d’accusa in mano al sostituto Maurizio Giordano della Procura sammaritana, però, sono stati sufficienti a sospenderla in vista di presunte violenze commesse nei confronti di un bambino tornato a casa con un braccio livido e dolorante. La denuncia dei genitori, dopo le cure in ospedale, ha fatto aprire l’inchiesta arricchita dalle testimonianze d’accusa di altri bambini. La maestra, abilitata al sostegno (ma non insegnava in una classe di bambini portatori di handicap), avrebbe spesso usato un pezzo di legno da ottanta centimetri per dare delle «bacchettate» sul sederino e, in un caso dai contorni più preoccupanti, sul braccio di un bambino. «Quella bacchetta di legno la tenevo sotto la cattedra soltanto per intimidire i bambini – aveva raccontato al giudice nel corso delle indagini – e poi sia durante tutta la mia lezione che quella successiva con un’altra insegnante, quel bambino non si è mai lamentato. Potrebbe essere caduto o essersi fatto male successivamente». Assunta Caruso, residente nella frazione di Sant’Angelo in Formis, alle porte di Capua, è sposata con un extracomunitario e non ha figli: all’inizio di quest’anno scolastico era stata dirottata presso un’altra scuola elementare, quella di via Avezzana a Santa Maria Capua Vetere dove – si apprende – spesso si assentava. La donna continua a ribadire la sua innocenza ma per sessanta giorni – a meno che la direzione didattica e il provveditore non aprano un’inchiesta autonoma – non dovrà mettere più piede in aula. La notizia della sospensione ha creato non poche reazioni e commenti: increduli, ma allo stesso tempo preoccupati, i genitori di altri bambini che fino a ieri erano all’oscuro di tutto. (18 gennaio 2007-06:55)

 
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