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DICHIARAZIONI CHOC NOGARO: INTERVENTO COMBONIANI A BARI


"Piuttosto che minacciare 'i passi opportuni', i politici cattolici dovrebbero chiedersi se è morale dare il proprio assenso ad una guerra criminale". E' questa l' opinione dei padri missionari comboniani di Bari che in una nota diffusa oggi commentano la reazione di esponenti della maggioranza governativa e del ministro degli interni Pisanu all'omelia del vescovo di Caserta mons.Raffaele Nogaro. Una reazione - scrivono - che "sembra dirci che si vuol mettere il bavaglio ai fuori coro". Tutto questo - affermano - "ci inquieta profondamente. Non hanno forse i vescovi, piena autonomia e libertà nell'esercizio del loro ministero pastorale e nel loro magistero?". Il vescovo Nogaro - ricordano i padri comboniani - "ha affermato che 'quei ragazzi caduti in Iraq sono 'martiri della Patria...e sono vittime di guerrà, chi imbraccia un'arma non è certo un missionario di pace o di nonviolenza". Per i missionari comboniani "le responsabilità, non solo politiche, della loro morte sono da attribuire a coloro che avrebbero dovuto evitare ogni forma di violenza e nel rispetto della Costituzione non avrebbero dovuto portare l'Italia in guerra...perché di questa si tratta". "Agli occhi di coloro che hanno il coraggio intellettuale dell'onestà molti terroristi - è detto nella nota - diventano eroi della resistenza purtroppo violenta e gli invasori armati restano oppressori dei poveri, colpevoli solo di essere stati assoggettati da altri clowns, già a corte dell'imperatore di turno, prima che degli attuali". "E' strano vedere come la propaganda stia montando il sentimento popolare per nascondere la propria debolezza e la vergogna - affermano ancora i padri comboniani - dell'esserci messi in guai seri solo per delirio di briciole che sarebbero cadute dalla tavola dei padroni che gestiscono la ricostruzione". "Almeno la Chiesa, in un momento oscuro come questo dove la verità è stravolta da chi ha la voce più grossa o i mezzi economici e politici per imporre la sua visione, ha il dovere - dicono ancora - di mantenere alta la fedeltà agli insegnamenti evangelici in piena comunione con Giovanni Paolo II che ha detto il suo MAI! a questa guerra all'Iraq. Anche il presidente di Giustizia e Pace del Vaticano, l'Arcivescovo Martino, ha dichiarato criminale questa guerra preventiva". Nell' evidenziare che le parole del vescovo Nogaro, "spingono a pensieri di ammirazione e stima di lui come pastore che richiama la sacralità della vita delle nostre e di tutte le vittime di ogni guerra", i padri comboniani sostengono che "un senso di vergogna collettiva avrebbe dovuto scuotere gli Italiani, e i saggi politici e amministratori avrebbero dovuto evitare di strumentalizzare la morte dei nostri ragazzi... colpevoli di essere impoveriti da un sistema di sviluppo economico militare e spendibili sul mercato della guerra, pronti a far guerra ad altri impoveriti". Per i padri, molti di questi, "se avessero avuto la possibilità di un lavoro dignitoso, se avessero visto l'impegno dei diversi governi a promuovere il diritto al lavoro e a custodirne il valore costituzionale sacro, non avrebbero certamente accettato di separarsi dai propri affetti". I missionari fanno anche riferimento, tra l' altro, nella lunga nota alle ultime finanziarie: "l'investimento in armi - affermano - è una pazzia, è una scelta contro l'uomo e contro Dio, un investimento in morte anziché in vita". Nel ringraziare mons.Nogaro, i padri missionari concludono ponendo una serie di domande: "Se la guerra all'Iraq è un crimine, è concepibile la presenza dei cappellani militari, pagati dal potere militare, negli eserciti? Quali benedizioni e assoluzioni possono impartire? I cattolici, che volontariamente si arruolano e partono per questa guerra criminale e immorale, possono fare la comunione? Se la neghiamo ai divorziati, a coloro che praticano l'aborto, come possiamo amministrarla a coloro che imbracciando un'arma sono pronti ad uccidere?".

 
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