Un fermo di polizia giudiziaria è stato eseguito nei confronti di Salvatore Belforte, di 46 anni, di Marcianise, ritenuto, insieme con il fratello Domenico, in carcere dal 1998, a capo del clan camorristico dei 'Mazzacane', una potente organizzazione criminale che, da tempo opera tra Marcianise, Caserta e S. Maria Capua Vetere. Belforte era stato scarcerato il 18 agosto scorso, grazie all'indulto, dopo una detenzione per porto abusivo di armi e munizioni ed estorsione. Lo hanno bloccato, nella propria abitazione, a Marcianise, agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Alfonso D'Avino e Nunzio Fragliasso, con l'accusa di concorso in omicidio. Il boss, in particolare, è accusato dell'omicidio di Massimo Ciccarelli e del ferimento del fratello di quest'ultimo, Domenico, avvenuti il cinque maggio del 1998, al parco Verde di Caivano. Dalle indagini della Squadra Mobile, diretta dal vice questore Olimpia Abbate, sarebbe emersa la partecipazione di Salvatore Belforte ad un vertice tra affiliati al clan di Marcianise e quello dei 'Natale' di Caivano, legati da un patto di collaborazione,che prevedeva anche uno scambio dei due 'gruppi di fuoco', nel corso del quale fu deciso di uccidere Domenico Ciccarelli. Quest'ultimo,insieme con il fratello Massimo e ad altri esponenti della Nco di Raffaele Cutolo, trasferitisi, a seguito del terremoto, da Napoli al Parco Verde, di Caivano, avevano costituito un'organizzazione in contrapposizione al clan locale dei 'Natale'. Alle tre del mattino tre killer, utilizzando giubbotti da poliziotti, bussarono alla porta di casa Ciccarelli, sostenendo di dover effettuare una perquisizione. La moglie di uno dei due fratelli fu tratta in inganno ed aprì ai tre falsi poliziotti che, una volta dentro casa spararono con pistole e mitragliette contro i due fratelli uccidendo sul colpo Massimo e ferendo Domenico, quest'ultimo vero obiettivo della spedizione di morte.
Salvatore e Domenico Belforte e la loro organizzazione , dopo anni di lotta con il clan rivale, quello dei 'quaquarone', dei cugini ed omonimi Achille Piccolo, hanno da tempo acquisito il controllo delle estorsioni e dello spaccio di droga e degli appalti in una vasta zona,tra Marcianise, il capoluogo, Maddaloni e S. Maria Capua Vetere. Domenico Belforte è in carcere proprio nell'ambito della guerra con i 'quaquarone'. In particolare è accusato dell'uccisione in un agguato a Brescia, di due avvocati pugliesi accusati di essere in qualche modo legati ai cugini Piccolo.I due professionisti sarebbero stati uccisi, secondo le risultanze delle indagini, per avere tentato di conoscere, e riferirlo ai cugini Piccolo, il rifugio di Domenico Belforte, che si trovava in zona, a seguito del provvedimento di divieto di dimora a Marcianise. (6 dicembre 2006-17:50)
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