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OCCORRE UN SAVIANO ANCHE A MILANO: CAPOLUOGO IN TESTA PER NUMERO REATI


E' Milano la prima provincia italiana per numero di reati: nel 2005 ne sono stati denunciati 269.931. Seguono Roma (240.818), Torino (150.069) e Napoli (134.373). Questi i dati contenuti nel rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, presentato oggi. Se si calcola il numero di reati per ogni 100 abitanti, in testa si trovano Rimini e Bologna (7,9%), seguite da Milano (7%), genova (6,9%), Torino (6,7%) e Roma (6,3%). La media italiana e di 4,1 reati ogni 100 abitanti. Il 30,8% dei reati avviene nelle province delle quattro aree metropolitane: Milano, Roma, Torino e Napoli. Complessivamente lo scorso anno sono stati denunciati 2.579.124 reati, il 6,7% in piu' rispetto al 2004. Ma le anticipazioni fornite dal ministro dell' Interno sul primo semestre 2006, osserva il Censis, sembrerebbero evidenziare segnali di miglioramento. Le province in cui tra il 2005 ed il 2004 si e' registrato il maggior aumento del numero dei reati sono Ferrara (+20,9%), Perugia (19,1%), Pisa (18,8%), Rovigo (18,3%) e Salerno (15,5%). Tra le nuove emergenze criminali, cioe' quei reati che hanno subito il maggior balzo in avanti nel 2005 rispetto al 2004, il Censis segnala le rapine nelle ville (da 1.225 a 1.663, +35,7%), le violenze sessuali (da 3.734 a 4.020, +7,8%), i danneggiamenti (da 268.687 a 305.172, +13,8%) e lo spaccio (da 13.042 a 20.067, +53,9%). Si tratta, rileva l' istituto, di reati numericamente consistenti o anche di crimini a scarsa diffusione ma ad alto impatto sociale e mediatico, che hanno una forte concentrazione in aree provinciali del Centro-Nord, di dimensioni medio-piccole, tradizionalmente considerate sicure. Cosi', per le rapine in abitazioni, e' in testa Teramo con 6,7 ogni 100.000 abitanti, seguita da Caserta (5,9), Pescara (5,2) e Pisa (4,8). Le violenze sessuali vedono invece al primo posto Rimini (15,2), che precede Novara (12,4), Bologna (11,6) e Imperia (11,5). La presenza di forme di criminalita' emergente, secondo il Censis, sembrerebbe indicare l' esistenza di aree di criticita' da ''cattiva gestione del benessere'' che investono l' intera societa' locale. (1° dicembre 2006-17:52)

 
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