CASERTA – Una serata particolarmente importante per la storia della città quella che si è svolta al Circolo Sociale di Piazza Margherita giovedì scorso. Si commemorava Antonio Ricciardelli, noto avvocato casertano figlio del secondo podestà di Caserta nel trigesimo della scomparsa. Alla cerimonia, che ha seguito quella religiosa che è avvenuta nella parrocchia si Sant’Antonio al corso Giannone, è intervenuto altre ad un nutrito gruppo di familiari: il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, l’assessore Antonio Ciontoli, l’assessore provinciale Francesco Capobianco, l’ex sindaco e ex presidente della provincia Gianpaolo Iaselli, Carlo Iacone in rappresentanza delle associazioni dei Consumatori, Pasquale Costagliola per l’associazione Terra Nostra, Salvatore Bizzarro in rappresentanza dei Maestri del lavoro, lo storico Giuseppe Pasquariello Lello Menditto ex segretario cittadino della Dc ed ora coordinatore di Caserta è Libera, Enrico Russi, discendete di una famiglia di fotografi nota a Caserta, che nonché un nutrito gruppo di cittadini. A ricordare Antonio Ricciardelli è stato Mauro Nemesio Rossi giornalista pubblicista che ha realizzato e prodotto il dvd dal titolo “Antonio Ricciarelli racconta”. Un lavoro che raccoglie momenti significati della storia casertana dall’avvento del fascismo fino alla metà degli anni trenta del secolo scorso. Il documentario – così come ha spiegato l’autore – è frutto di anni di lavoro finalizzato alla raccolta di immagini e filmati della città di Caserta archiviate dal “gruppo fotografico il Borgo”. Nonostante la frammentarietà, il lavoro rappresenta oggi l’unico documento del genere e che da uno spaccato visivo dell’evoluzione della città in un periodo in cui la città vanvitelliana era in provincia di Napoli. Illustra la forte crescita sociale ed economica grazie alle opere “riparatrici” che il regime mussoliano mise in atto. In definitiva Antonio Riccardelli racconta le gesta di suo padre Ludovico Ricciarelli secondo podestà di Caserta e che successe a Giovanni Tescione. Sotto il suo governo a Caserta fu realizzato l’Arco di trionfo, la scuola elementare intestata al principe di Piemonte ora De Amicis, le scuole superiori all’interno di Palazzo Vecchio, fu sistemata piazza Vanvitelli con l’abbattimento del vecchio teatro Politeama Vanvitelli; fu realizzato il palazzo della Posta opera dell’ingegnere Memma, abbellita Piazza Redentore, fu costruito il Palazzo della Banca Di Roma e Piazza Commestibili, non ultimo furono consegnate le fattorie ad un folto gruppo di agricoltori a San Nicola La strada allora frazione di Caserta insieme a Casagiove. Caserta , una città che doveva assumere sempre più le sembianze della Varsailles italiana così come Mussolini stesso voleva. La maggior parte degli eventi dell’epoca si svolgevano in Piazza Margherita sede del Bar Margherita, del circolo Nazionale, del partito fascista ed anche del Circolo sociale dove, sia nei locali al piano terra che quelli su terrazzo, non era raro trovare, scritte di critiche a questo e quel gerarca, nonostante il grande consenso al regine, frutto di pettegolezzi di provincia piuttosto di una ideologia di opposizione cosa che a Caserta non ci fu. (1° dicembre 2006-14:50)