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LA GAZZETTA DI CASERTA SBATTE IN PRIMA PAGINA IL PAPA' (INDAGATO) DI SAVIANO


Caserta - Tra i cronisti giudiziari la notizia era nota da tempo, anzi era già stata pubblicata quando il padre del noto scrittore di 'Gomorra' non era conosiuto per essere un genitore oggi cosi' importante. Ma in alcune redazioni a conoscenza della vicenda familiare, anche qui, dove pure si è criticato il metodo usato per il prodotto editoriale, si era seguita una linea 'deontologica' diversa da quella della Gazzetta di Caserta. Che oggi, in prima pagina pubblica l'indagine a carico del padre di Saviano, medico di Frattamaggiore (Napoli) coinvolto in un'inchiesta con altri titolari di centri medici tra cui il casertano Pasquale Corvino e consorte (non citati nell'articolo della Gazzetta di Caserta). D'altronde nemmeno sull'eroe antimafia siciliano Peppino Impastato, lui sì figlio di un boss, si è mai 'ricamato' giornalisticamente. Interpellato, Saviano, per la prima volta si è svestito dai panni di 'accusatore'. 'Papà è una vittima' - ha detto alle agenzie che, dopo la 'sverginatura' della Gazzetta, hanno ripreso la notizia. (BS)

La notizia

Una storia di falsi rimborsi che coinvolge una rete di medici nelle zone di pertinenza delle Asl di Napoli e Caserta, sulla quale procede da oltre un anno e mezzo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, con 27 indagati. Nella vicenda compare il nome di Luigi Saviano, 60 anni, padre dello scrittore Roberto, autore del libro-denuncia 'Gomorra': il medico - come riporta oggi il quotidiano "La Gazzetta di Caserta" - è da tempo tra gli indagati, anche se solo ora la notorietà acquisita dal figlio ha fatto balzare il suo nome alla ribalta della cronaca. Lui, Roberto, raggiunto al telefono, ha prima detto di "non sapere nulla" della vicenda, e poi, informatosi, ha smentito le accuse sostenendo che il padre sia "una vittima". Secondo il quotidiano locale, a Luigi Saviano, medico di base della Asl Napoli 3, a Frattamaggiore, come agli altri indagati sarebbero contestate ipotesi di reato per fatti relativi agli anni 2001 e 2002: in quel periodo sarebbero circolate prescrizioni di medici di base intestate ad ignari pazienti, firmate con l'obiettivo di ottenere rimborsi dal servizio sanitario regionale per prestazioni mai erogate. L'avvocato Marina Di Siena, civilista, che segue Luigi Saviano spiega: "Il dottor Saviano è stato in realtà vittima di una truffa: per un episodio che risale a un periodo a cavallo fra il terzo e il quarto trimestre del 2004". La spiegazione: "Colpito da una grave malattia autoimmunitaria, Luigi Saviano dovette ricorrere a delle trasfusioni e chiese di essere sostituito per tre mesi. Il sostituto, Angelo Luca Capasso, individuato come medico noto, anche nel giro delle sostituzioni, procedette a prescrizioni mediche che non rientravano nelle abitudini del titolare. Impegnative che la Asl contestò al dottor Saviano al rientro". "Venne fuori che Capasso non era neanche medico, non aveva il titolo per esercitare la professione, si avvaleva di un timbro falso - continua il legale - Tuttavia la Asl procedette comunque nei riguardi di Saviano, chiedendogli un rimborso di 10 mila euro, e sospendendolo dal lavoro". Procedimenti di carattere amministrativo, successivamente impugnati, con una richiesta di risarcimento per danni morali. "La Asl ha già ritirato la delibera con la quale chiedeva il risarcimento - conclude l'avvocato - La sospensione dal lavoro invece è ancora attiva: sarà il Tar a pronunciarsi in merito a dicembre. L'ordine professionale ha già assicurato al nostro assistito, seguito anche dall'avvocato Antonio Gentile, di stare tranquillo".

L'inchiesta

La Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere ha rinnovato la richiesta di nuovi supplementi di proroga per l'inchiesta, avviata circa due anni e non ancora conclusa, relativa a presunte truffe ai danni del servizio sanitario da parte di medici, titolari di case di cura, centri specialisti radiologici e poliambulatoriali delle province di Caserta e di Napoli. I reati ipotizzati nei confronti di 27 persone, inserite nel secondo filone dell'inchiesta, si riferirebbero a presunte irregolarità nella richiesta di prestazioni sanitarie , da parte dei medici e dei rimborsi all'Asl da parte dei titolari dei centri specializzati coinvolti nell'indagine e vanno dall'associazione per delinquere alla truffa e al falso, dalla ricettazione alla corruzione ed alla concussione. Il meccanismo della truffa si basava sulla richiesta dei medici coinvolti nelle indagini, di esami clinici o radiografici, spesso molto costosi ,da effettuare in centri convenzionati compiacenti e prescritti solitamente ad ignari assistiti.Prestazioni per le quali case di cura o centri specializzati chiedevano ,poi, il rimborso alle ASL che ottenevano facilmente , talvolta anche con la complicità di funzionari delle stesse ASL. Nell'indagine risultano coinvolti medici di Caserta e di alcuni centri di Terra di Lavoro, tra cui anche sanitari o imprenditori del settore impegnati politicamente, titolari di avviati centri di radiologia, titolari o azionisti di case di cura . Indagati, altresì, medici o imprenditori del settore sanitario di Napoli, Bacoli, Frattamaggiore e Nocera Inferiore. (24 novembre 2006-22:30)

 
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