La 'Ricotta di Bufala Campana' presto andra' ad arricchire la geografia delle Dop (Denominazione d'origine protetta), delle Igp (Indicazione geografica protetta) e delle Stg (Specialita' tradizionale garantita) del nostro Paese, leader indiscusso nell'Unione europea, con 155 prodotti riconosciuti, in fatto di qualita' e tipicita'. Il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, con decreto 23 ottobre 2006 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha accordato la protezione transitoria in attesa che da parte della Commissione Ue vi sia la definitiva registrazione come denominazione di origine protetta. ''Questo particolare comparto dell'agroalimentare - stima la Cia-Confederazione italiana agricoltori - ha un giro d'affari che si aggira attorno ai 9 miliardi di euro, circa il 10% della produzione ai prezzi di base dell'agricoltura nazionale''. La zona di produzione della 'Ricotta di Bufala Campana', evidenzia la confederazione, comprende un ampio territorio che va dalla Campania (Benevento, Caserta, Napoli, Salerno) al Lazio (Frosinone, Latina, Roma), dalla Puglia (Foggia) al Molise (Isernia). La tradizione della produzione della 'Ricotta di Bufala Campana', ricorda l'organizzazione agricola, risale al 1300 con l'arrivo del bufalo nel Centro-Sud d'Italia. Tra X ed XI secolo si sviluppo' nelle aree tra Mondragone ed il Volturno il fenomeno dell'impaludamento grazie al quale il bufalo trovo' un habitat idoneo. Il latte bufalino sostitui' quello vaccino nella preparazione di quel 'laudatissimum caseum' del Campo Cedicio, formaggio gia' citato da Plinio il Vecchio. Nel XIII secolo la diffusione del bufalo e' documentata in Capitanata (Fiorentino, Montecorvino, Foggia e Lucera), nel Salernitano, in Sicilia e nelle paludi pontine. Una delle prime citazioni della Ricotta, associata alla Mozzarella ed a altri latticini, e' fatta in un libro di cucina pubblicato nel 1570 da Bartolomeo Scappi, cuoco della Corte papale. (8 novembre 2006-15:08)
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