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CAMORRA, DOPO SAVIANO SCORTA ANCHE AL PM CANTONE: ALLARME MINACCE


(dal Corriere del Mezzogiorno di Venerdi 20 ottobre 2006) - Le minacce sono in un fascicolo riservato che resta top secret per non compromettere le indagini. Intimidazioni che arrivano direttamente dal clan dei Casalesi. E che mettono « ad alto rischio » l'incolumità di Raffaele Cantone, pm antimafia che su quella camorra ci indaga (fino pochi giorni fa presidente della giunta distrattuale antimafia). Il caso è finito subito all'attenzione del Viminale, e così due sere fa il prefetto di Napoli Renato Profili ha riunito il comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico e ha deciso, d'intesa con i vertici delle forze dell'ordine, di raddoppiare la scorta al magistrato. È la seconda volta in una settimana, prima era toccato al giornalista scrittore Roberto Saviano, che dal palco di Casal di Principe aveva detto che quei boss « non contano nulla » . Il pm antimafia, che prima era protetto da un'auto di scorta, adesso ne ha due ( lo accompagnavano già ieri mattina). E avrà, come ha deciso il prefetto, anche la vigilanza fissa sotto la sua abitazione. Le misure sono state decise dopo una serie di minacce che metterebbero « ad alto rischio » la sicurezza del magistrato cui sono delegate le inchieste più delicate sul clan dei Casalesi. È lui, infatti, il titolare ( insieme con gli altri colleghi del pool) del fascicolo sul superlatitante Michele Zagaria, condannato all'ergastolo per associazione mafiosa e omicidio e in fuga dal 1995. Il suo è il gruppo in questo momento più forte, e le ultime inchieste, oltre a disarticolarne la struttura, hanno puntato soprattutto ai capitali, con il sequestro di aziende che erano ancora operanti e garantivano un costante flusso finanziario alle classe dei clan. L'aggressione al patrimonio del boss non è però l'unica indagine avviata dal pool, che nel frattempo dà la caccia anche all'altro superlatitante di San Cipriano d'Aversa, Antonio Iovine, pure lui condannato all'ergastolo, ricercato dal 1996 e inserito proprio con Michele Zagaria nell'elenco dei trenta latitanti più pericolosi d'Italia. È in questo scenario che si muovono le inchieste del pool antimafia coordinato da Franco Roberti. Indagini che toccano la camorra più pericolosa. E che devono fare i conti con una situazione di « pericolo ambientale » che gli 007 di polizia e carabinieri individuano nella latitanza di tre superkiller del clan. Tutta storia nota, da quando Enrico Martinelli, Sebastiano Panaro e Corrado De Luca si diedero alla macchia alla vigilia della sentenza del processo Spartacus. Erano liberi perché c'era voluto troppo tempo per processarli. E qualcuno adesso teme che abbiano ricostituito il vecchio gruppo di fuoco del clan dei Casalesi.

 
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