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UNA SAMMARITANA DIRETTRICE DEL QUOTIDIANO DELL'IDV (DI PIETRO)

(Intervista di: Giovanna Canzano)


DOMANDA: Una donna che dirige il giornale di Di Pietro che viene da esperienze politiche completamente diverse dalla politica di Di Pietro. Come ti trovi con i tuoi nuovi compagni politici e, con il tuo incarico di Direttore del quotidiano 'Italia dei Valori'?

Mi piace pensare che il fatto che sia una donna a dirigere un quotidiano di partito non abbia nulla di straordinario, in realtà so bene che non è una circostanza così ricorrente. Mettiamola così, abbiamo applicato in concreto, e a partire dalle professioni legate alla comunicazione, la formula delle quote rosa che invece in Parlamento non riesce ad avere un gran seguito. A prescindere da tutto, un giornalista si accredita attraverso la professionalità, la dedizione al lavoro e, certamente, per la passione per il dibattito. A queste caratteristiche, mi permetto di aggiungere che nel mio caso, un occhio di riguardo è riservato sempre all’obiettività. Il fatto di dirigere l’organo di stampa di un partito politico, dunque, non mi impedisce – e questo grazie anche all’apertura mentale del leader dell’Italia dei Valori e alla lungimiranza degli editori – di svolgere il mio ruolo libera da pressioni interne. Rispondendo alla tua domanda, tutte le esperienze lavorative del mio passato mi hanno regalato qualcosa. Da giornalista televisiva e della carta stampata, ho imparato ad approfondire tutti gli aspetti di un dibattito, di una questione. Quando sono stata chiamata da Gianni De Michelis ad occuparmi di comunicazione per il partito socialista ho compreso da subito che avrei dovuto proiettarmi in una realtà importante, complessa, per introdurmi in un contesto in cui ognuno, ciascuno a suo modo, sente l’appartenenza ad una realtà politica che ha attraversato la storia della nostra Repubblica. Grazie al fatto di non essere mai stata iscritta ad alcun partito, ho potuto avere di un approccio ‘professionale’ che mi ha ottenuto la fiducia di tutti. Ma il rapporto quotidiano e diretto con De Michelis politico di razza, l’intellettuale, personaggio pubblico, è stato determinante per la mia formazione professionale. Insomma, ha aggiunto molto anche alla mia ‘partecipazione culturale’ alla professione. Ma il progetto del quotidiano che dirigo mi ha solleticato e attratto da subito: il giornalismo di redazione’ continuava ad esercitare un certo fascino su di me. È una nuova avventura…

DOMANDA. Tu che nella tua precedente esperienza da comunicatrice seguivi da spin doctor Gianni de Michelis e da addetto stampa i socialisti del NPSI, e quindi conosci la linea politica dell'attuale opposizione, credi che di Pietro si sia collocato bene con lo schieramento di maggioranza?

I fatti stanno dimostrando che le maggioranze si formano, e devono formarsi, intorno alle idee. Credo sia stata questa la cartina di tornasole di Antonio Di Pietro, che ha il grande pregio di ‘misurarsi’ continuamente col proprio elettorato, aprendosi quotidianamente all’apporto di idee che arriva, copioso per la verità, dai suoi critici più autorevoli e più considerati: i suoi attentissimi “estimatori”. La politica dovrebbe tenere sempre conto del giudizio, della valutazione, della “base”, come usava dire tempo fa. Ritengo che uno degli errori “tattici” del centrosinistra prima che divenisse maggioranza di governo sia stato proprio quello di non offrire la giusta soddisfazione a quanti si erano recati alle urne per le primarie. Milioni di volenterosi che si sono sentiti ‘utilizzati’ per misurare il polso della situazione ‘interna’ all’Unione, che poi colpevolmente li ha lasciati a guardare. Il popolo delle primarie non è stato opportunamente coinvolto nelle scelte, squilibrando il risultato finale delle urne.

DOMANDA. Tu in effetti sei la prima donna a dirigere un quotidiano di partito, come ti senti in queste vesti? Non faccio quasi mai caso agli effetti che ha la mia direzione sulla redazione, peraltro composta al cento per cento di giornalisti maschi. Mi riconosco una grande capacità di mettere da parte, nel quotidiano, tutto ciò che di negativo viene attribuito ad un dirigente ‘in gonnella’. Ma spesso il mio istinto ‘femminile’ mi aiuta a comprendere, conciliare, smussare. Piuttosto qualche volta avverto un impercettibile disagio, legato però piuttosto alla mia età. Per intendersi, a trent’anni non è facile essere decisi e intransigenti quando il tuo interlocutore è molto più grande di te…

DOMANDA. Di Pietro da ex pm di mani pulite, forse non avrebbe fatto bene ad indagare anche i partiti della sinistra o leggere ll dossier Mitrochin e fare un pò 'pulizia' anche nel centro sinistra?

Premessa, indispensabile: proviamo, per una volta, a non confondere i ruoli. Non mi occupo ‘direttamente’ di politica, piuttosto di comunicazione politica. Da quel punto di vista ritengo che Di Pietro, da pubblico ministero, abbia applicato la legge. Gli ha giovato la sua meticolosità, le sue capacità professionali, l’innegabile intuito ed anche una congiuntura storica particolare, che troppo semplicisticamente spesso si sente definire “fortuna”. Di Pietro è diventato il simbolo rivoluzionario di un cambiamento, ma purtroppo troppo spesso anche Di Pietro politico è costretto a costatare che non si sono fatti attendere, nella nostra società, i ricorsi storici. Ecco perché la gente si fida di lui quando si schiera in favore delle idee di cui è convinto portatore. Fa parte delle regole del gioco, Di Pietro non fa dispetti ma sostiene una linea politica premiante sotto l’aspetto elettorale ma che, soprattutto, soddisfa le sue idee. Sono off topic, me ne rendo conto, ma non amo parlare di ‘pulizia’ tout court, ciascuno svolge al meglio il compito di cui in qualche modo è chiamato ad occuparsi. La politica non ha una chiave di lettura univoca, figurarsi i grandi fatti storici. Tra cui certamente va annoverata l’inchiesta condotta negli anni ’90 dal Di Pietro Pm.

DOMANDA: Di Pietro, con le sue dichiarazioni al TG3, avrebbe potuto veramente creare 'grossi problemi' al governo, perchè poi ha adottato una linea più morbida? Morbida?Beh, mi ripeto, Di Pietro ha una forte personalità e fa fatica a metterla da parte. È un genuino, che non ci prova neppure a nascondere il fatto che non gli piacciono i compromessi che, però, l’attività politica richiede. Non ditegli mai che si è “allineato”: risponderebbe che lui non ha fatto inciuci. E avrebbe anche ragione. (6 ottobre 2006-14:55)

Giornalista professionista, Delia Cipullo è nata a Napoli ma è a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che ha sempre vissuto. Poi il trasferimento a Roma circa sei anni fa. Nel 2000, in occasione del Grande Giubileo, lascia la redazione del quotidiano locale presso il quale svolge attività di redattore capo per recarsi, a Roma dove, in occasione del Grande Giubileo, è team leader nell'organizzazione della macchina comunicativa del Giubileo. Dopo aver frequentato un corso di Comunicazione Sociale Istituzionale presso la Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, Nel luglio del 2003, a qualche mese dalle elezioni europee del 2004, è capo ufficio stampa di Gianni De Michelis, già ministro degli Esteri e ministro del Lavoro, che si candida e viene eletto nelle liste del partito di cui è segretario, il Partito Socialista Nuovo PSI, erede del Partito Socialista di Bettino Craxi. Da spin doctor e ghost writer del leader politico partecipa alla stesura di due saggi sulla comunicazione e sulla comunicazione sociale istituzionale. Curiosamente, e non tardano a sottolinearlo, ed a più riprese, alcune testate nazionali, nel febbraio del 2006 è direttore del quotidiano "Italia dei Valori", organo ufficiale del partito fondato da Antonio Di Pietro.

 
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