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MILITARE FERITO A KABUL: NOTTE DI ANGOSCIA A SAN PRISCO (CASERTA)


SAN PRISCO. Fino a tarda notte, hanno atteso con angoscia davanti al televisore e con il telefono a portata di mano notizie del loro congiunto rimasto ferito ieri agli arti inferiori nell’attentato a Kabul. I familiari di Vincenzo Cardella, caporal maggiore dell’Esercito, hanno affrontato con grande compostezza, nella casa di via delle Rose, a San Prisco, piccolo centro del Casertano, l’immensa tensione che li aveva stretti da quando, ieri mattina, un ufficiale dell’Esercito aveva bussato alla porta portando la notizia dell’attentato. Paolo e Teresa, genitori di Vincenzo, figlio unico, 24 anni da compiere il prossimo 11 novembre, trovano anche la forza – dopo un po’ di giustificata resistenza - di parlare con i giornalisti. Per Vincenzo, che da due anni si trovava prestava servizio presso la caserma «Vian» di Cuneo, al Secondo Reggimento degli Alpini, si trattava della seconda missione. Il giovane, dopo gli studi si è arruolato come ausiliario nell’Arma dei Carabinieri, corpo che ama e nel quale contava di rimanere una volta terminato il servizio ausiliario. Sfortunatamente, il ventiquattrenne non riesce ad entrare nei Carabinieri ed al suo rientro a casa fa domanda di arruolamento come VFB (Volontario in Ferma Breve). «Non aveva santi in Paradiso e così non è riuscito a rimanere lì, dove gli sarebbe piaciuto», dice ai cronisti, tra un pianto e un altro, la madre. A calamarla è il marito Paolo, pensionato, ma ancora giovane, insieme a Tina, la fidanzata di Vincenzo. A casa Cardella in mattinata arriva anche il sindaco di San Prisco, Francesco Abbate, giunto in via delle Rose insieme al segretario comunale De Micco. Poco prima, avevano fatto visita ai familiari del giovane il comandante del distretto militare di Caserta Giuseppe De Simone e, nel pomeriggio, una delegazione dello Stato Maggiore dell’Esercito (tra cui una psicologa) rimasta fino a tardi. Una famiglia modesta quella dei Cardella, come la casa che abitano: sulle pareti tante foto di Vincenzo. In divisa ma anche in tenuta da boxeur. Prima del militare, infatti, era stato tra gli allievi della storica palestra della famiglia di pugili sanprischesi, i Perugino. Tantissime sono le testimonianze di affetto e solidarietà che sono giunte ai parenti del militare ferito. Il presidente della Provincia, Sandro De Franciscis, in volo per Mosca dove sarà impegnato nella missione istituzionale con i vertici di Confindustria Caserta, dopo avere appreso del ferimento in Afghanistan del giovane militare casertano, in un telegramma ha espresso solidarietà e vicinanza alla famiglia del caporal maggiore a nome dell’intera comunità provinciale, rivolgendo al giovane gli auguri più sentiti di una rapida guarigione. Il sindaco di San Prisco, la cui amministrazione proprio alcuni mesi fa ha deliberato l’intitolazione di un piazzale ai martiri di Nassiriya, si è detto anche «orgoglioso di Vincenzo e di tanti giovani italiani che credono nei valori della Patria, che servono con convinzione, dedizione e sacrificio, lontani dai loro affetti». A qualche chilometro da San Prisco, a Orta di Atella, sempre nel Casertano, dove gestiscono una scuola per l’infanzia, sperano in un ritorno rapido a casa anche la mamma e la sorella della napoletana Pamela Rendina, il caporale del 2/o Reggimento alpini di Cuneo rimasta ferita insieme a Cardella in maniera lieve durante lo stesso attentato contro il convoglio italiano. Cardella ed un terzo militare pure rimasto ferito sono ricoverati nell'ospedale da campo francese, dove sono stati sottoposti ad interventi chirurgici. (27 settembre 2006-07:45)

 
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