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CASERTA: GOLOSITA' E PRELIBATEZZE DAL PICASSO DEL DOLCE


Caiazzo - (Caserta) - Le sue non sono solo grandi magie. Sono principalmente opere d'arte, vendute nella "galleria-pasticceria" di via Cattabeni, ogni giorno visitata da uno sterminato esercito di golosi-provenienti dall'intero centro sud. Se desiderate togliervi lo sfizio di assaggiare le sue delizie al limone, sospiro d'angelo, torte arancio, o l'ultima sua grande "creatura", i cannoli ai fichi d'india, lui è in grado di soddisfarvi. Si chiama Giuseppe Sparono, ma tutti lo chiamano Don Peppino, 58 anni, "Il Picasso del dolce"- che senza mai cedere alla tentazione di rendere industriale i suoi prodotti- nati artigianalmente nel suo laboratorio gestito con la famiglia ed alcuni esperti e fidati dipendenti-tiene testa alla grande distribuzione- che ha sterminato in Italia le botteghe piccole. I principi della sua preparazione vengono da lontano, dal 1964- quando ad appena sedici anni mette piede nel laboratorio di una rinomata pasticceria del capoluogo. Dopo aver appreso per un ventennio tutti i segreti dagli abili maestri- decide di fare il grande passo. Si mette in proprio rilevando l'attuale pasticceria. L'altissima qualità offerta, l'affidabilità dei prodotti, la magnificenza di preparazione fatte secondo regole antiche- fanno subito volare alto Don Peppino. Tutto deliziosamente artigianale. "Tutte le fasi di lavorazione dei prodotti rispettate scrupolosamente- precisa Sparono- ci vuole tempo- la naturalezza e la lentezza dei processi, dalla lievitazione - che si basa sulla genuinità del lievito madre naturale a bassa acidità - fino al raffreddamento, fondamentali per garantire la freschezza e la fragranza dei prodotti nel tempo.Cosa volete farci, io sono uno che non si accontenta mai". Noi più che altro siamo rimasti di sasso(e con la lingua di fuori) quando abbiamo assaggiato i suoi cannoli ai fichi d'india- ricercatissimi da clienti golosi- provenienti da tutta la regione e oltre. Alla nostra presenza piombata nel "santuario del dolce"- una coppia proveniente da Roma- arrivata in questo paesino del Medio Alto Casertano- per ritirare gli inimitabili e gustosissimi cannoli. "Il prodotto base per quest'ultime prelibatezze sono la crema pasticciera, la panna e i fichi d'india. L'idea è nata osservando il paesaggio. Un giorno tornando dal mio paese(ndr.Castel Morrone)- vedendo tanti fichi d'india- ho pensato a loro come risorsa e ingrediente principe per il cannolo. Sono attaccato molto alle mie radici- e così ho messo in pratica la cosa che subito ha riscosso enorme successo. Nel mio cuore c'è sempre stata una voglia matta di inventare nuovi dolci- racconta il brillante "artigiano" - venendo incontro alle esigenze e al gusto della gente. Le ricette classiche restano comunque una base da guardare con rispetto". Una geniale intuizione del pasticciere(che con lo stesso prodotto crea coloratissime e gustose torte)- che nei fine settimana fatica a contenere l'irruenza(pacifica) degli avventori- che prendono letteralmente d'assalto il locale- dotato di distributore di numeri - per regolare l'accesso alle ordinazioni- e ritiro del "dolce da ricordare". "Per fare bene- occorre impegno, dedizione e costanza- utilizzando esclusivamente prodotti di qualità: consigli presi alla lettera da Michele, figlio d'arte di Don Peppino- che dal 1998- ha le redini dell'attività in mano. Un ragazzo giovane bravo e serio che ha carpito tutti i segreti dal famoso ed esperto papà-che staziona (16 ore al giorno) nel laboratorio e banco- con il ruolo di perfetto supervisore. Opere d'arte(dolci) - che quando le mangi, senti lo zucchero che ti entra nelle vene e ti arriva al cervello, ti sembra proprio di seguire, chiusi gli occhi, il percorso, fino a quando va a stimolare quelle ghiandoline che producono endorfina e ti fanno sentire bene, in pace con il mondo, anche se solo per un secondo. E' come azzannare un "Picasso". Questo è Don Peppino Sparono, pasticciere a cinque stelle! Provare pre credere.La valorizzazione di un frutto(il fico d'India)- che nasce spontaneo nel territorio del comune di Castel Morrone, e che si appresta a costituire anche un reddito per molte famiglie contadine del luogo- dopo l'effetto traino di Sparono- che verosimilmente, potrebbe ricavare dallo stesso prodotto un liquore e dell'ottima marmellata La pianta fiorisce in primavera e le "ficurinie"(chiamate così dalla gente del posto), di qualità diversa, bianche, sanguigne, maturano da agosto a settembre. I frutti sono succosi e nutrienti perché ricchi di fruttosio e, in passato, costituivano il cibo quotidiano di molte persone che non potevano permettersi altro. Si raccoglievano al mattino per essere più freschi e perché le spine, ammorbidite dalla rugiada, erano meno pericolose; venivano mangiati soprattutto a colazione. (24 settembre 2006-07:35)

 
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